In data 24 febbraio 2016, è stata depositata la doppia denuncia il cui testo alleghiamo alla presente comunicazione, presso le Procure della Corte dei Conti e della Repubblica di Roma.
Abbiamo attentamente studiato e riflettuto sul tentativo delle varie imprese di raggiungere mediante operazioni di scambio di canali luoghi anche molto lontani rispetto alla loro sede, concludendo che questo allargamento dell’area di ascolto non ha prodotto benefici, anzi, il numero delle testate televisive aumentando a dismisura nei vari bacini di utenza ha prodotto solo confusione, distacco e sconcerto negli ascoltatori al punto che essi hanno finito per ignorare l’emittenza locale determinando difficoltà economiche e in certi casi chiusura di aziende.
Senza ricorrere ad associazioni intermediarie che il più delle volte si sono rivelate comitati di affari, pronti a incamerare le cospicue quote di iscrizione, ogni rappresentante legale o attraverso una propria persona di fiducia che può essere un commercialista come un avvocato, potrà tentare ancora oggi un estremo tentativo di salvataggio della propria emittente e dell’intero settore televisivo locale, presentando gratuitamente presso le suddette Procure il medesimo testo messo a punto dalla nostra associazione non profit, magari adeguandolo ai problemi specifici dell’emittente (mancata entrata nelle graduatorie, richieste di sospensione di atto esecutivo per le presunte interferenze internazionali ecc..).
La denuncia dei singoli servirà oltre a individuare gli ignoti funzionati di Mise e Agcom che hanno compiuto scelte sciagurate, anche a dare supporto a quelle già presentate dalla nostra associazione che a differenza del passato dovrebbero procedere senza intoppi: alla Procura di Roma attualmente operano valorosi magistrati come il procuratore Giuseppe Pignatone e il PM Paolo Ielo (già facente parte del “Pool di Milano”, attualmente impegnato nel processo per “Mafia capitale”).
IN CONCLUSIONE, LE TELEVISIONI ANCORA ESISTENTI, DOVRANNO PUNTARE AD UN RIDISEGNO DELLE CONCESSIONI SIMILE A QUELLO ESISTENTE PRIMA DEL MALAUGURATO AVVENTO DEL DIGITALE, PER RECUPERARE PUBBLICO E CON ESSO CREDIBILITA’ E RISORSE ECONOMICHE.
(Febbraio 2016)
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