Novembre 2005

ULTIMISSIME

Archivio Ultimissime

Aggiornato al 12/12/05 09.21

 

17 novembre 2005
LA FAVOLA
Nel tentativo di uscire da una illegale situazione insostenibile che vede un organismo delicato di rilevazione quale Auditel/Audiradio in mani private interessate che può determinare la fortuna o meno di una impresa televisiva o radiofonica,   l'Autorità - oggi presieduta da Corrado Calabrò - è alla ricerca di una via d'uscita.
Sono state quindi avviate consultazioni con le parti interessate e ieri mercoledì è stato convocato il Conna nelle persone del presidente e del segretario. Le domande rivolte dai funzionari e le risposte conseguenti sono state numerose al punto che hanno richiesto un tempo di seduta di oltre tre quarti d'ora.
IL Conna ha rilevato l'enormità di un sistema di rilevazione di parte, egemonizzato dalle medesime persone che poi si ritrovano nei consigli di amministrazione delle società legate a Mediaset/Fininvest che praticamente hanno in mano tutte le risorse pubblicitarie che contano in grossolano conflitto di interesse: sistemi di rilevamento inattendibili che costituiscono la  vera "Favola dell'Auditel" come è titolato il libro di Roberta Gisotti (La favola dell'Auditel, Editori Riuniti 12 euro) .
Il Conna, prevedendo la volontà di giungere a  "contentini" e aggiustamenti all'interno dell'attuale sistema, ha tagliato corto dichiarando che l'Auditel  così com'è da da ben 17 anni non è "emendabile", ha proposto che l'Autorità - come stabilisce la legge "curi" direttamente le indagini di ascolto e di gradimento GRATUITAMENTE per i "rilevati" o che in alternativa esse siano affidate a più organismi privati che diano tutte quelle garanzie che oggi non esistono. 
Alla obiezione circa la reperibilità delle risorse economiche per giungere ad un tale impianto, la nostra associazione di categoria ha risposto che potrebbero essere utilizzati i proventi derivanti da quell'uno per cento versato in conto canoni dalle varie emittenti oggi incamerato a fondo perduto dal Ministero delle comunicazioni, considerato che le prestazioni di consulenza quando si rendono necessarie necessarie vengono pagate a parte dagli operatori del settore.


05 novembre
2005
ADICONSUM
Chi ha seguito i nostri consigli espressi quasi tutti in forma privata su come comportarsi agli effetti delle cosiddette nuove tecnologie ci sta ringraziando. Quanti invece  si sino "svenati" pur di procurarsi il necessario per "non essere da meno" e che  ci rimproveravano - sia pur garbatamente - di vedere l'avvento delle trasmissioni in tecnica digitale con troppo distacco stanno attraversando un momento di sbandamento.
Come si può constatare non era casuale il nostro atteggiamento ma ben ragionato perché ogni tanto - anche se lo facciamo assai raramente - ci ricordiamo di essere anche dei tecnici esperti della materia e per questo portati ad esprimere giudizi che a differenza di quelli di altri hanno maggior rispondenza nella realtà.
Chi ha puntato a salvare ad ogni costo Rete4,  imporre la Pay-Tv truccando i dati sulla vendita dei decodificatori già superati mentre ancora Fininvest li stava costruendo sperando che con una campagna pubblicitaria forsennata ancora una volta tutto si sarebbe risolto a favore di buoni affari appare scoperto:  ha solo giocato una grossa truffa ai danni delle imprese televisive e dei cittadini  di un Paese in crisi.
Senza ulteriori commenti perché la categoria delle emittenti locali ha ben altri problemi che ci vedono impegnati ad affrontare, riportiamo un chiaro comunicato dell'Associazione nazionale Adiconsum. 

 

 
Abrogare il protocollo d'intesa sulla sperimentazione del digitale terrestre nelle due regioni pilota, Sardegna e Valle d'Aosta, rinviare lo switch-off (previsto in queste due regioni per il 31 gennaio 2006) e  bloccare la corsa all'acquisto di decoder ormai tecnologicamente superati. Sono queste le proposte avanzate oggi a Cagliari, durante un incontro con la stampa, dall'Adiconsum, l'associazione di tutela dei consumatori che mette in guardia da una ''forzatura su un processo che necessita di una certa moderazione''.
L'Adiconsum e' favorevole all'introduzione di nuove tecnologie, ma non vede di buon occhio le modalita' di questo processo innovativo ''che risponde piu' ad un business per le solite lobby e non alle necessita' reali dei cittadini''. Per questo l'associazione chiede al Governo la sospensione degli incentivi pubblici e l'utilizzo dei 150 milioni di euro, previsti nella prossima finanziaria e stanziati per l'acquisto dei decoder, a favore di un Fondo di sostegno alle persone non autosufficienti e di attivare al piu' presto un tavolo di concertazione, anche a carattere regionale, che coinvolga (''visto che finora non siamo stati chiamati'') anche le associazioni di consumatori. ''La prima rivendicazione - ha detto il segretario generale Adiconsum nazionale, Paolo Landi - e' quella della scelta del decoder unico, visto che la corsa all'acquisto per ora non ha dato i benefici sperati, ma solo un esborso di circa 300 euro a famiglia.
Inoltre e' necessario non prevedere date per il passaggio dal sistema analogico a quello digitale almeno finche' ogni televisore non potra' ricevere il segnale digitalizzato''.
La necessita' di una gradualita' nella sperimentazione del nuovo sistema di trasmissione e ricezione, secondo l'associazione dei consumatori, e' dovuta principalmente ai tempi tecnici che occorreranno per risolvere quei problemi di connessione con la Rete e di copertura del segnale che sia il presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Renato Soru, sia lo stesso presidente della Rai, Claudio Petruccioli, hanno sollevato in questi giorni. ''I decoder venduti in questo momento sono gia' superati. Non sono interattivi e non lo saranno mai - ha affermato il responsabile nazionale del settore Nuove Tecnologie dell'Adiconsum, Mauro Vergari - quelli venduti hanno un modem 56K, ossia una carretta rispetto all'Adsl o al Wi-Max. Se il 31 gennaio si chiude in tutti i capoluoghi di provincia, tutti i televisori ed i videoregistratori senza decoder non serviranno piu' a niente''. Inoltre Vergari ha messo in evidenza che senza una presa telefonica nelle vicinanze del decoder, attualmente, non e' possibile collegarsi alla rete neanche alla velocita' di 56K. Per questo l'Adiconsum chiede ai consumatori di rallentare gli acquisti degli apparecchi di ricezione digitale finche' non si fara' chiarezza sulla connessione internet a banda larga e sulla ricezione del segnale digitale su tutto il territorio Italiano.

 

Cliccare qui per continuare la lettura delle Ultimissime