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16-12-2004 - Radio non in regola con il disposto della L. 66/01: via di fuga dalla D.G.S.C.E.R. ? - Il sito dell'associazione di emittenti radiotelevisive locali Conna (www.conna.it), pubblica quanto segue - (...) = omissis : "Il responsabile di una cooperativa radiofonica nostra associata ci comunica di aver ricevuto una lettera ministeriale che lo avverte dell'esito dell'istruttoria a suo carico negativa rispetto a quanto stabilisce la legge n. 66/2001 e lo si invita entro 15 giorni a dichiarare la sua volontà di trasformarsi in emittente comunitaria (...) Il grosso delle lettere arriverà nei primi giorni del nuovo anno; nel caso specifico si tratta di una coop. che aveva assunto due dipendenti poi in seguito licenziati, risultando quindi "fuori legge" alla richiesta dei certificati di contribuzione. Questo è uno dei casi in cui la !"trasformazione" è conveniente perché come è noto le emittenti comunitarie possono far capo ad associazioni, cooperative o fondazioni: va da sé che ai nostri associati già in cooperativa, converrà comunicare l'accettazione (...). Lo stesso sito, nella sezione Notizie On Line, riprende un articolo di questo periodico del maggio 2004: "01-05-2004 - Il futuro radiofonico italiano dopo la Gasparri". Orbene, fa piacere riscontrare che quella che identificavamo come una "via di fuga" per i soggetti non in grado di sopportare gli oneri della L. 66/01 sia risultata condivisa dalla D.G.S.C.E.R.. NL scriveva infatti nel (lontano) maggio 2004: "Chi, paradossalmente, sembra cadere in piedi, con una legge palesemente interessata ai grandi numeri, sono invece le piccolissime emittenti locali commerciali, alle quali, grazie all'innalzamento del tetto pubblicitario offerto alle radio comunitarie, si apre una via di fuga dai fortissimi impegni della L. 66/01. Si ricorderà infatti che, in base alla L. 5/00, è da tempo consentito agli operatori titolari di stazioni di radiodiffusione sonora operanti in ambito locale di ottenere che la concessione precedentemente conseguita a carattere commerciale sia trasferita ad un nuovo soggetto avente i requisiti di emittente comunitaria (associazione, società cooperativa, ecc.). Orbene, godendo delle modifiche introdotte dalla Gasparri ai tetti pubblicitari della Mammì, le comunitarie possono trasmettere spot in una percentuale tale da garantirsi una dignitosa sopravvivenza sul mercato, senza obblighi di dipendenti, sicché molte minuscole"commerciali" potrebbero ora trovare d'interesse la variazione del proprio status concessorio". (NL)