Dicembre 2003

ULTIMISSIME

Archivio Ultimissime

Aggiornato al 30/06/04 09.45

 

31 dicembre 2003
AUGURI
Dopo tante sconfitte a partire da quel 6 agosto del 1990 quando le forze del Caf approvarono la legge Mammì, le emittenti locali hanno diritto a qualche vittoria. Auguri a tutti.
(Il direttivo)

28 dicembre 2003
INCERTEZZA

Sul digitale radiofonico regna la più grande incertezza ed è per questo motivo che abbiamo raccomandato a quanti ci hanno chiesto consiglio sulle nuove tecnologie di non prendere decisioni fino a quando l'intero quadro tecnico non sarà sufficientemente chiaro.
Pericoli di arrivare ultimi come avvenne per la banda Fm non ce ne sono perché l'atteggiamento governativo tende ad affidare in poche mani l'amministrazione del digitale terrestre e già dovremo svolgere un notevole lavoro per cambiare le cose. A questo proposito, metteremo a punto un documento che tutte le emittenti in Fm locali dovranno preventivamente inviare al Ministero delle comunicazioni rivendicando uno spazio - indipendentemente dal sistema tecnico impiegato - per continuare ad esercitare in futuro la propria attività senza doversi trovare di fronte ad ostacoli economici insormontabili.
Siamo andati a ricercare fra gli arretrati  un nostro articolo scritto in data 16 ottobre 2002 ispirato ad un lancio di France Press ripreso anche da Andrea Borgnino dove si annunciava - in concomitanza con gli esperimenti in tecnica SCA che all'epoca il Conna conduceva - la possibilità di ricavare una emissione in digitale in simulcast sulla stessa banda impegnata in banda Fm.
Nei giorni scorsi, in data 20  dicembre, a riprova che nulla è ancora definito,

Newslinet.it scriveva che la Svizzera presto sperimenterà il sistema di trasmissione cui facevamo riferimento:
 

".. il DAB non è l'unica tecnologia digitale a disposizione per la radio. Fortemente
scettici su una tecnologia vetusta, mai decollata (nemmeno negli ultimi tempi, nonostante le profusioni di energie da parte di alcuni sperimentatori), poco (o per nulla) condivisa dai costruttori di apparati riceventi.".... "Nel riassunto del rapporto finale del gruppo di esperti OUC 2001, recante "raccomandazioni e condizioni per l'ottimizzazione dal punto di vista quantitativo e qualitativo della copertura OUC
(FM ndr) in Svizzera", leggiamo: "(...) occorre continuare ad osservare gli sviluppi in materia di HD Radio. Il sistema IBOC (In Band On Channel, la radio HD, vale a dire la digitalizzazione all'interno della banda OUC  (FM ndr) esistente,  perlomeno come variante complementare alla digitalizzazione del paesaggio radiofonico OUC (FM ndr), fino a che non ci sarà un mercato di massa per la tecnologia DAB (...). In Svizzera si dovrebbero effettuare al più presto (2003/2004) prove con la tecnologia HD Radio". 


24
dicembre 2003
RINGRAZIAMENTO
Ancora una volta un ringraziamento al capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. 
Perché un solo ringraziamento al plurale e non "tanti" ringraziamenti?
Be', a presentazione del decreto salva Rete4 avvenuta possiamo dire che Ciampi ha fatto il meno possibile - soprattutto per la pressione esercitata dagli editori dei giornali - badando di nuocere il meno possibile a Silvio Berlusconi che ha sempre guardato con un occhio di riguardo anche quando egli medesimo eraa palazzo Chigi presidente del Consiglio.
Le solite "troppo dure" posizioni del Conna che vede avversari e nemici dappertutto? Può anche darsi che una certa deformazione "professionale" sia interveniìuta e ci abbia reso incapaci di intendere e di volere; ma avete mai pensato che avendo a disposizione 30 giorni il Presidente avrebbe potuto rinviare alle Camere dopo l'Epifania la "legge" bruciando così sul tempo Berlusconi e i suoi servi impegnati a difendergli le proprietà e non lo ha fatto?
Avete tutto il tempo delle feste che ci auguriamo siano felici per riflettere.
Tanti ringraziamenti a quanti ci hanno inviato auguri, e a tutti.
Noi, ben sapendo che per voi titolari di radio e televisioni le feste si mescolano con il lavoro, continueremo a farvi compagnia. Ininterrottamente.
Il direttivo del Conna


22
dicembre 2003
IL FAMIGLIO
Gasparri avrà avuto certamente il suo tornaconto per esporsi alla umiliazione dello schiaffo presidenziale che ha colpito pesantemente Berlusconi e anche lui.
Dopo alcuni contatti all'atto del suo insediamento, noi del Conna ci eravamo accorti di trovarci di fronte ad un soggetto anomalo, un ministro privo totalmente di prudenza (l'episodio della rigatura dell'auto di Sgarbi è indicativo) da lasciare inizialmente interdetti, poi con la prima lettera ricevuta a  firma Lucio Garbo "consigliere del ministro" e titolare di Serenissima Televisione di Padova non abbiamo più avuto dubbi.
A questo punto rimaneva che imboccare la strada della giustizia mandando al diavolo il signor Gaspare e i suoi amici con i quali, è apparso in televisione in stucchevole duetto, escludendo tutte le altre associazioni di categoria.
Ma il bello doveva ancora venire con il suo "disegno" di legge che lo ha fatto precipitare a livello di "gossip", di pettegolezzo. Cercherà di rifarsi il Nostro ripresentando ciò che è stato respinto con qualche lieve modifica, forte della maggioranza numerica parlamentare dovuta ad un sistema elettorale regalatogli da una stupida sinistra dalemiana che non dovrebbe mai dimenticare di ringraziare ricordandola nelle sue preghiere serali.
Consola per noi il fatto che il suo migliore momento è passato per sempre: la fama di famiglio, di servitore di Silvio Berlusconi come si può leggere nel sito "Dagospia" non se la toglierà più di dosso.


CHI HA SPENTO IL GAS…PARRI, USATO E GETTATO VIA COME UNO STRACCIO:
DOPO LA SCONFITTA, MISURA IN SILENZIO LA PROPRIA SOLITUDINE…
Francesco Verderame rende omaggio al caduto sul fronte della riforma televisiva. “…A ferirlo è stato il quotidiano della famiglia Berlusconi; quel titolo, «Ciampi spegne la tv di Gasparri», che è parso come un benservito, neppure fosse un domestico sorpreso a rovistare nei cassetti del padrone di casa….” [da "Dagospia" 20-12-2003].


20
dicembre 2003
DI TRUFFA IN TRUFFA
Il pessimo umore e il feroce sarcasmo di Fedele Confalonieri presente alla riunione della Frt di qualche giorno fa raccolto da giornalisti presenti in sala, mostra che per la prima volta egli non vede più davanti a sé la "vie en rose" come cantava (con il suo accompagnamento al pianoforte) ai bei tempi il suo amico per la pelle Silvio Berlusconi.
In queste ore è insieme ad altri alle prese con quello che sarà un ennesimo "decreto Craxi" salva Rete4 che (da nascondersi infilandosi sotto la scrivania di ciliegio per la vergogna!) sarà firmato dallo stesso interessato!
Il ricatto occupazionale ingiustificato è sotto gli occhi di tutti: Rai e Mediaset non corrono pericolo alcuno ecco cosa scrive New Media:

Mille secondo il presidente del Consiglio, proprietario di Mediaset. Almeno 700 secondo Emilio Fede, direttore del Tg4. In realta', i dipendenti di Rete4 nemmeno esistono. Tecnici e amministrativi sono assunti dalle due societa' di produzione, Rti e Videotime, che lavorano per tutti e tre i canali Mediaset. I dipendenti sono quindi splittati secondo l'organizzazione del lavoro orizzontale e per funzioni, non verticale. Ma quanti sono i dipendenti di Rete4 che perderebbero il posto di lavoro se la rete andasse sul satellite? Anche considerando le ore-lavoro, non si parla di piu' di 70 dipendenti "a rischio". Per paradosso la conferma arriva anche dai sindacati: nessun allarme occupazione se Rete4 "volasse" sul satellite.

E il nostro associato Gigi La Monaca:

Il lavoro è uguale per tutti. In Italia c'è libertà d'impresa e di lavoro, lo sancisce la Costituzione. Se si farà un decreto legge per salvare il posto ai "lavoratori" di Rete Quattro e al "collega" Emilio Fede, si creerà un precedente importante. Vuol dire che ogni posto di lavoro che "salterà" a causa di scelte sconsiderate di chi governa il Paese, scelte spesso dettate da interessi economici enormi dei soliti noti, lo stesso governo con decreti legge o con la modifica delle leggi dovrà garantire la continuità lavorativa di chiunque. Ci riferiamo -  per restare in tema di emittenza radiotelevisiva - alla legge N°66/2001 che, se applicata alla lettera, costringerebbe più di 500 emittenti radiotelevisive a chiudere definitivamente. Altro che 700 dipendenti di Rete Quattro! (Radio Città, Gigi La Monaca)

19
dicembre 2003
SCANDALOSO
I senza vergogna si preparano a varare un decreto sperando di ottenere il medesimo risultato che si prefiggeva lo scarabocchio di legge Gasparri rinviando di qualche tempo la sua approvazione con apportata qualche variazione.
Il centro-sinistra ha quasi abboccato al ricatto occupazionale; solo Castagnetti da buon ex democristiano accorto, ha mostrato più di altri di capire il gioco pesante a tutto favore di Silvio Berlusconi il quale ha dichiarato che di ciò che ha prodotto il ministro neppure lo conosceva. C'è da credergli una volta tanto: affidarsi a Gasparri per lui ha significato dormire sonni tranquilli fino al fastidioso brusco risveglio che gli ha prodotto il  Capo dello Stato.
Il comunicato trasmesso ieri alle agenzie che precede, abbiamo provveduto a mandarlo a quei politici che mostravano di cedere al ricatto occupazionale imbastito da Confalonieri di Mediaset e da Cattaneo direttore della Rai,  in particolare all'onorevole Luciano Violante che è un habitué degli sbandamenti a favore degli avversari.
Lontano da noi ogni polemica di stampo politico perché non ci fidiamo di nessuno, proprio di nessuno, siamo particolarmente avvelenati perché tanta sfrontatezza trasfusa nel capolavoro (di malafede) Gasparriano, non è neppure stata compensata dalle dieci righe di emendamento che avevamo proposto le quali avrebbero potuto portare un minimo di giustizia nel settore dell'emittenza locale.
Trovano il coraggio di parlare di occupazione a rischio di Rete4 gli stessi energumeni che imperversano a "Porta porta" o in altre trasmissioni, quando non hanno mai detto una parola in favore dei disoccupati creati dalla chiusura di tante imprese radiofoniche e televisive locali.
Stiamo pensando di realizzare una informativa destinata al grosso pubblico radiofonico,  ma già su questo sito c'è un ottimo comunicato in Mp3 facilmente scaricabile anche per la sua brevità.
Mandatelo in onda più che potete; l'opinione pubblica la si forma così; le "locali" non avranno la forza di Mediaset, ma come ha dimostrato il circuito pubblicitario del Conna contano pur sempre qualcosa.


17
dicembre 2003
LANCIO DI AGENZIA
"Con il rinvio alle Camere della Gasparri, radio e televisioni locali speravano che un minore rastrellamento di pubblicità da parte di Rete4 e di Rai Tre apportasse qualche cambiamento a loro beneficio e soprattutto aprisse il mercato delle risorse, attualmente chiuso e dominato dalle reti nazionali.
Con le voci di un decreto truffa "salva Rete4" invece, sembra di essere ritornati al 1985 quando la Sinistra intimorita da una campagna martellante, primeggiò nell'accogliere le pretese della Fininvest che imponeva con la massima violenza la legittimazione delle sue reti.
Per evitare i medesimi errori, è necessario quindi far chiarezza su pochi punti; cominciando col dire che intanto Rete4 non ha 1000 dipendenti e neppure 700 come in una intervista ha dichiarato Emilio Fede ma al massimo 300 persone che lavorano per essa e che le sue trasmissioni da satellite non arresterebbero completamente la pubblicità. Inoltre, i ricavi di Mediaset sono talmente elevati (il mantenimento delle reti costa meno di un decimo rispetto al fatturato) da poter consentire un agevole assorbimento sulle altre reti di personale eventualmente in esubero: soluzione purtroppo non praticabile per le migliaia di maestranze minacciate di licenziamento di tante fabbriche nazionali di cui ben pochi parlano.
Rai Tre non correrebbe nessun pericolo perdendo la pubblicità perché l'Azienda nel suo complesso ha un tetto di pubblicità che non deve superare indipendentemente dalle reti possedute: l'affermazione di interessati allarmisti che essa si troverebbe in difficoltà finanziarie è falso perché la pubblicità potrà essere meglio distribuita sulle altre reti o aumentandone i prezzi mantenendo inalterati gli attuali livelli di entrate finanziarie.
Infine, far rientrare dalla porta ciò che è stato cacciato dalla finestra significa infischiarsi della nota sentenza della Consulta e non dare ascolto al Capo dello Stato perché per raggiungere il mitico pluralismo di cui favoleggia Gasparri, occorre creare un ragguardevole parco ricevitori digitali al momento totalmente inesistente. Dieci/quindici anni richiederà la transizione al digitale terrestre come insegna quello da satellite che dopo vent'anni di sforzi, di incentivi (sportivi) e di pubblicità si è sviluppato molto relativamente". (Conna)

16 dicembre 2003
STIZZITI
La portata del rinvio alle Camere di quel coacervo di arroganza e di illiberalità che è il pasticcio Gasparri va ben oltre alla dimensione tecnica della questione.
Ciampi,  aveva firmato provvedimenti anche ai tempi del precedente governo di centro-sinistra che forzavano gravemente i principi costituzionali come la 66/2001,  e poi, sempre meno convinto, continuò a promulgare tante altre leggi-mostro come quella che ha legalizzato il falso in bilancio, l'abolizione della tassa di successione, la Cirami sull'immunità, approvate con disinvoltura da una maggioranza che forte della legge maggioritaria non faceva complimenti nel perseguire i personali interessi del capo del governo.
L'ennesima presentazione di una legge ritagliata a misura di Mediaset che minacciava di mettere una pietra tombale sull'articolo 21 della Costituzione deve aver talmente  indignato il capo dello Stato, cui dobbiamo essere grati come cittadini prima ancora che come operatori del settore, da respingerla in direzione di chi l'aveva prodotta.
Berlusconi, stizzito, ha dichiarato che neppure leggerà le cinque pagine di motivazioni che accompagnano la "legge" restituita alle Camere: un atteggiamento che apre un conflitto senza precedenti.
L'emanazione di un decreto salva Rete4 infatti, procederebbe in senso contrario ai riferimenti  del presidente alla Corte costituzionale; se poi la maggioranza insistesse nel pretendere ad ogni costo la firma alla Gasparri senza apportare sostanziali modifiche, la Consulta non potrebbe restare indifferente all'umiliazione di fatto inferta al presidente della Repubblica. Oltre a Silvio Berlusconi ne escono sconfitti - comunque vadano le cose -  Fedele Confalonieri il burattinaio che tira i fili dietro le quinte e le associazioni collaborazioniste che già davano per scontato ciò che acquisito non era.
Il Conna, secondo il procedere delle cose, ritornerà alla carica con le sue ben note proposte.

15 dicembre 2003
RESPINTO!
Il capo dello Stato ha respinto il disegno di legge Gasparri alle Camere, in pratica ai suoi ideatori.
E' una vittoria comune di tutti coloro che hanno a cuore le sorti della libertà informativa e di espressione nel nostro paese: chi ha raccolto firme, chi ha organizzato trasmissioni ripetute da emittenti locali come quella di ieri sera dal Palalido di Milano, chi ancora ha manifestato davanti al Senato durante i giorni dell'approvazione del ddl messo a punto dal ministro Maurizio Gasparri con la stretta consulenza dei funzionari del Ministero delle comunicazioni che ne escono anch'essi sconfitti.
Anche noi del Conna, dedicando la prima pagina del nostro periodico Nuove Antenne con il titolo grande: "La frode del digitale", distribuito in mille copie a deputati e senatori e - ovviamente - in primo luogo al Quirinale, un minimo di azione informativa crediamo di averla svolta.
Stupisce la protervia del presidente del Consiglio che ha dichiarato "..ci sarà la rivisitazione della legge da parte del Parlamento che deciderà se introdurre le modifiche o non introdurle,
dopodiché Ciampi firmerà comunque la legge".
Siamo sbalorditi da tanta sfrontatezza, Silvio Berlusconi ricordando in questo modo grossolano ciò che la Costituzione prevede all'articolo 74 ha finito per dare un senso sinistro di ultimatum alle sue parole.
Frt e Aeranticorallo che come vestali depositarie della verità  già si affannavano a "interpretare" la legge che essi stessi avevano ispirato se non direttamente scritto, dovranno insieme a mastro Gaspare calmarsi e aspettare, nel migliore dei casi ancora per qualche mese.
Chissà che il futuro non riservi loro qualche altro rospo da ingoiare...


10 dicembre 2003
INDAGATI
Il ministro Marzano, l'uomo/controparte con il quale si scontra continuamente l'Intesa dei consumatori (Adusbef, Adoc, Codacons e Federconsumatori ) a proposito delle assicurazioni auto a costi di rapina, è indagato dalla Procura di Potenza per una nuova Tangentopoli del sud.
Nella rete dei carabinieri è finito anche lui, Gaspare che pare si sia comportato da "gola profonda" soffiando nell'orecchio di qualcuno informazioni riservate.
Pensavamo non appena ci hanno segnalato articoli sul Messaggero di Roma, in altri giornali e nei telegiornali che il suo nome fosse accoppiato a Serenissima Tv di Padova detta la "Televisione del Gasparone", ma non era così. Chissà, forse sarà per un'altra volta.
Ovviamente gli inquisiti hanno gridato "indignati" la loro innocenza.
Potrà darsi, ma dicono tutti così.


09 dicembre 2003
SSSSSS...
SSSSSS..., il presidente Ciampi sta pensando..
Auguri per i suoi 83 anni.


05 dicembre 2003
AVANTI !
Come titolo prendiamo a prestito la testata di quello che fu un giornale di lotta prima che venisse affossato da nani, ballerine e ladri, senza un particolare motivo se non quello di ricordarci Sandro Pertini che come tante altre persone oneste dal credo politico il più diverso non si è mai piegato di fronte a fatti ben più importanti delle questioni di grossolana ingiustizia che stanno subendo le imprese radiotelevisive locali.
Due lettere ricevute subito dopo l'approvazione della legge Gasparri; la prima di Alfio Vinci di Radio Elle1:
.... sono molto triste, e quando lo sono, spesso scrivo. Queste due righe esprimono il mio sentimento, che suppongo sia simile a coloro che amano la libertà... . Credo che in questo momento, sia opportuno "buttare il cuore oltre l'ostacolo" ed esprimere alla nazione tutto il nostro sdegno e tutta la nostra "paura";
la seconda di Dario Bonaiti di RCI: non ci resta che sperare nel ricorso al Consiglio di Stato del 16 prossimo, dopodiché, anche gli irriducibili, coraggiosi o, secondo alcuni, gli ultimi illusi, saranno destinati a morte certa. E' proprio così? Dobbiamo pensare già ad un altro lavoro?
Ad Alfio Vinci il nostro direttivo preferisce rispondere facendogli i migliori complimenti per i comunicati in voce del Conna notizie (consultare l'apposito spazio sui questo sito) registrati a sue spese nello studio di Lentini (Siracusa) da ottime voci professionali in libro paga Rai;
a Bonaiti , "irriducibile" e "coraggioso", diciamo che il suo lavoro resterà tale quale è quello che svolge attualmente, salvo miglioramenti che potranno anche essere di portata imprevedibile.
Perché tanto ottimismo da parte nostra? Perché la giustizia è dalla nostra parte, anche se l'apparato giudiziario fino ad oggi ha stentato a  riconoscerlo.
Alfio ha capito che è dal successo dell'attività della nostra associazione che si possono cambiare le cose e si è gettato a capofitto, come tutti noi, in una impresa di autodifesa in cui ognuno deve svolgere il suo compito.
Se già in tempi lontani la categoria avesse mostrato autentiche doti di rivalsa e avesse saputo pulirsi delle scorie di gruppi affaristici che si spacciano per associazioni di categoria invece di sostenerli facendone parte, da tempo ogni problema sarebbe stato risolto e le "locali", anche sotto l'aspetto finanziario, avrebbero occupato lo spazio che loro compete. 
Spesso, le conversazioni telefoniche con i nostri associati si concludono reciprocamente con un "lavoriamo!" a mo' di saluto. Ecco questo dobbiamo fare, certi che nessuno riuscirà a metterci in ginocchio.


03 dicembre 2003
L'INSULTO
Ieri sera, durante la trasmissione "Ballarò" il ministro Gasparri intervenuto a metà trasmissione con l'aria di chi aspetta festeggiamenti in suo onore, è stato costretto invece a raccogliere alcuni duri colpi.
In precedenza il deputato Paolo Gentiloni, riferendosi alla legge appena approvata, aveva parlato senza ricorrere a tanti giri di parole di truffa; tuttavia il colpo di grazia è venuto dal prestigioso professor Sartori che parlava dalla Columbia University negli Stati Uniti, quando ha dimostrato che l'operazione digitale era fallimentare perché a differenza di ciò che per mesi ha tentato di far credere il ministro, per oltre dieci anni non avrebbe consentito la nascita di mezzi informativi per la mancanza di un parco ricevitori in digitale.
Se una trasmissione del genere fosse andata in onda qualche tempo fa e tutte le forze di opposizione si fossero rivolte ai cittadini dimostrando la frode che si stava giocando ai loro danni, forse le cose avrebbero preso un altro indirizzo. A legge approvata dalla stessa maggioranza che dal suo insediamento ha commesso una nefandezza dietro l'altra (falso in bilancio, immunità giudiziaria, eliminazione della tassa di successione per i grandi patrimoni, condoni ecc...) una trasmissione del genere che a legge approvata non sarebbe servita a nulla, ci auguriamo abbia trovato orecchie sensibili in quelle del primo cittadino della Repubblica.
L'approvazione della legge Gasparri, manca di rispetto senza ombra di dubbio al presidente Ciampi il quale in un suo autorevole intervento aveva chiesto alle Camere di porre rimedio ad una situazione scandalosa di monopolio informativo.
Non aver tenuto minimamente conto di quella che era più di una raccomandazione, ha significato  insultare il presidente della Repubblica chiudendolo in un angolo e dicendogli di fatto di non intromettersi nei fatti di governo.
Nel renderci conto della situazione di estrema delicatezza che si è  creata, siamo dell'opinione che esercitare pressioni eccessive sul Capo dello Stato da parte delle forze politiche, culturali e sindacali  affinché non promulghi la legge possa risultare controproducente.
Siamo quindi arrivati alla determinazione che da parte della nostra associazione non ci sarà alcun "invito perentorio" che tra l'altro ricorderebbe la presunzione delle mosche cocchiere, ma un semplice documento informativo che consegneremo alla segreteria generale del Quirinale - come altre volte abbiamo fatto -  di stretto carattere tecnico, che dimostri l'impossibilità di affermare in tempi ragionevoli il digitale e con esso un maggior pluralismo come a lungo ha sostenuto il ministro Gasparri.


02 dicembre 2003
L'EQUIVOCO
Che il contenuto del nostro giornale Nuove Antenne sia stato esaminato e preso in considerazione lo provano le dichiarazione del senatore Giorgio Tonini all'apertura della discussione che in serata dovrebbe concludersi con il voto finale al disegno di legge Gasparri 2175 b.
Finalmente, e per la prima volta, Tonini, affermando che il digitale non sarà utilizzabile prima di dieci anni ha chiarito (sia pur tardivamente) un equivoco che ha permesso a Gasparri di imbrogliare fino ad oggi i cittadini (e i senatori), recitando pure la parte dell'innovatore tecnologico.
E' un punto fondamentale, perché se in Italia già esistesse un parco ricevitori digitali rispettabile il ddl Gasparri avrebbe potuto essere considerato diversamente; allo stato delle cose,  parlare di digitale, senza che esista un solo ricevitore in possesso di un qualsiasi ascoltatore equivale a prendere in giro la gente.

01 dicembre 2003
QUIETO VIVERE
Abbiamo potuto accertare che le mille copie del nostro giornale periodico Nuove Antenne dirette a deputati e senatori hanno riscosso un notevole successo.
Un senatore della maggioranza, particolarmente colpito dal titolo di prima pagina "La frode del digitale" ha voluto approfondire la questione e ha concluso mostrando tutto il suo sconcerto che è comune a quello di molti suoi colleghi; tuttavia, ha aggiunto che ben difficilmente nella giornata di domani, martedì 2 dicembre, l'Aula potrà pronunciarsi anche durante le votazione segrete in un modo diverso da quello previsto, .
In pratica, un rigetto da parte del senato del ddl Gasparri determinerebbe conseguenze politiche a catena. Si verifica quindi il caso di una legge avversata dalla maggioranza di deputati e senatori che ne riconoscono le parzialità i quali saranno costretti a votarla per "quieto vivere",  cioè per mantenere gli spazi di potere che ognuno si è creato. Assurdo.
Rete 4 potrà infischiarsene di ciò che ha stabilito la Corte costituzionale e alcune associazioni che hanno puntato su di una concentrazione ancora più forsennata  a danno delle locali potranno dirsi soddisfatte.
Facciano pure, ma non pensino di aver  vinto la battaglia generale che continua più accesa che mai.
Ad ogni buon conto, il direttivo del Conna sarà domani davanti all'entrata principale del senato  insieme agli amici delle associazioni dei consumatori Adusbef,  Adoc, Codacons e Federconsumatori.

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