Copertina

ULTIMISSIME DAL CONNA

Archivio  Ultimissime

 

27 dicembre 2001
NUOVE ANTENNE
Il numero di dicembre del giornale della nostra associazione (quello di novembre è appena in spedizione in questi ultimi giorni di dicembre) ha subito forti ritardi per motivi tecnici e la messa punto del contenuto, interamente finalizzato a questioni di giustizia.
Se la vicenda che da mesi ci vede mobilitati andrà a buon fine,  racconteremo l'inteso lavoro che abbiamo svolto e saranno chiari i motivi della linea "strategica" che abbiamo deciso di adottare. 
Il numero di dicembre di Nuove Antenne andrà in stampa e in spedizione ai primi di gennaio anche se le bozze  sono già pronte per realizzare una ventina di riproduzioni cianografiche che ci permetteranno di assolvere gli obblighi previsti dal contratto con l'Ente Poste che prevede la spedizione del giornale entro le ore 12 di sabato 29 dicembre.
Come si spiega il racconto di questi fatti minuti tutti interni all'associazione? Perché riteniamo normale che ognuno di voi partecipi sia pure idealmente alla vita del Conna e del suo giornale, anche in vista di una possibile rinascita dell'emittenza locale che non tollererà più assenteismi e divisioni. Dobbiamo far le pulizie generali all'interno della categoria togliendo venticinque anni di incrostazioni:  basta pensare che il digitale potrà affermarsi solo con la partecipazione collettiva e la creazione di consorzi. Riusciremo a impostare correttamente questo colossale rivolgimento? Dobbiamo provarci. Noi, come potete constatare giornalmente non ci siamo appisolati neppure durante le feste di fine anno. 


26 dicembre 2001
SCADENZA
Ricordiamo ai titolari di televisioni che non avessero notato l'annuncio nella prima pagina dei nostri siti, che il 31 di questo mese di dicembre scade il termine per rivolgere la domanda per ottenere contributi per spese tecniche previsti dal Decreto 24 ottobre 2001 n.407.
Siamo al corrente che le emittenti  televisive locali sono in genere meno organizzate delle altre e in certi casi può rappresentare un problema di difficile soluzione procurarsi ricevute e fatture di quanto è stato speso.
Tuttavia, di fronte a difficoltà che non mancheranno di esserci, consigliamo intanto di leggere accuratamente il testo del decreto che appare agendo sulla apposita scritta, e presentare comunque domanda, riservandosi di allegare in un secondo tempo il materiale probatorio come avviene
anche nel caso dei rimborsi per l'editoria. (la segreteria).

P.S. noterete che insieme alle firme di Gasparri e Tremonti il decreto porta anche quella del Guardiasigilli  Castelli. Forse volevano dire Guardasigilli . 

25 dicembre 2001
STUPORE
Siamo francamente stupiti del comportamento di questo ministro; querelare per una battuta rivolta dai presentatori di programmi a tanti altri politici senza che questi avessero da risentirsi al punto tale da rivolgersi alla magistratura mostra un "tasso" di litigiosità e di esibizionismo fuori dalla norma. 
Da quando Maurizio Gasparri è stato nominato ministro, non ha cessato un momento di occuparsi di futilità: spettacoli leggeri, sport, concorsi di bellezza. Indulgenti, pensavamo che la crisi di astinenza televisiva dopo i primi lampi si spegnesse, invece pare che l'ineffabile ministro intenda continuare in crescendo.
Fra i due, ne esce molto meglio il presidente della Rai (altro esibizionista onnipresente) che lasciato sfogare il ministro durante la trasmissione sportiva condotta da Simona Ventura, mantenendo la calma, ha saputo rispondergli con una battuta che ha rivelato pensiero e stile ben diversi.
Pensate invece se non appena insediato, contro ogni regola e prassi, Gasparri avesse deciso di eliminare le vergogne giuridiche che impregnano le leggi sull'emittenza. Probabilmente, avrebbe raccolto consensi senz'altro superiori a quelli che fino ad oggi ha riscosso - ospite gradito di emittenti locali e nazionali -  avrebbe potuto vantarsi di aver operato per una giusta causa, fatto non trascurabile per un ministro.
Per essere costretto ad occuparsi finalmente del suo lavoro invece, ed in particolare della sorte delle emittenti locali, pare che il signor ministro abbia bisogno di un "input" autorevole della magistratura. 
Vedremo di farglielo dare.

25 dicembre 2001
AUGURI!!
Auguri di buon Natale e di buon anno in questo fine 2001 ne sono arrivati tanti, per lettera, telegramma o e-mail fino a sorprenderci piacevolmente.
Non era mai accaduto, e ciò ci conferma l'estremo interesse con cui viene seguita la nostra azione e le tante speranze che ha acceso.
Il direttivo del Conna ringrazia semplicemente non potendo rispondere singolarmente con altrettante espressioni gentili all'altezza di quelle che ci sono state rivolte. 

24 dicembre 2001
L'EDITORIALE
Ci è stato inviato l'articolo- editoriale del direttore di Millecanali che merita un immediato apprezzamento sul nostro Nuove Antenne di dicembre per la possibile novità che promette una stagione diversa per radio e televisioni locali in coincidenza con il nuovo anno. Ne anticipiamo il testo.

Lettera aperta a Mauro Roffi (pagina 4 N.A. di dicembre)

Caro Mauro, è stata una gradevole sorpresa leggere il tuo articolo nel numero di dicembre di Millecanali. Da tempo aspettavo dall'intero mondo che segue l'emittenza locale, politici, tecnici, uomini di cultura, "addetti ai lavori" in genere, un atteggiamento differente da quello che ha condotto per tanti anni al massacro delle radio e delle televisioni locali.
E' molto indicativo che da parte tua, inevitabilmente circondato da affaristi - venditori e mercanti dei cui interessi devi tenere necessariamente conto in rapporto al tipo giornale che dirigi - giunga finalmente una parola diversa da quella che è stata motivo di tante dure polemiche (anche strettamente private) fra di noi.
Considerazioni che le radio rimaste devono essere protette, oppure frasi come quella che si richiama all'impoverimento del panorama radiofonico che ha prodotto un appiattimento e una uniformità spettrale dovuto allo strapotere delle reti non possono che far piacere.
Noto però un eccessivo pessimismo nelle rimanenti cose che scrivi; si direbbe che lo scopo principale della tua presa di posizione sia quello di rendere l'onore delle armi alle radio locali, un po' come a El Alamein gli inglesi fecero con grande enfasi e rispetto nei confronti degli italiani dopo che fino all'ultimo momento avevano cercato di ammazzarne il più possibile... 
Tu, certo, non hai ammazzato nessuna radio, tuttavia il sostegno dato a soggetti che della libera espressione, dell'attività specifica sul territorio, di socialità, di miglioramento culturale non gliene importava un fico secco di Cosenza, ha contribuito alla crisi anche dell'indotto tecnico cui Millecanali non dovrebbe essere indifferente e, appunto, alla crescita abnorme delle reti nazionali e multiregionali, i cui programmi in genere sono estranei al territorio in cui vengono diffusi. 
Su di un fatto vorrei tranquillizzarti; non è ancora il caso di giubilare l'emittenza locale perché non è finita l'epoca della radio e della televisione locale; non lo dice solo il direttivo del Conna, ma come puoi leggere nella lettera che il capogruppo di Alleanza Nazionale ha scritto al ministro Gasparri dopo una importante delibera approvata all'unanimità del Comune di Orvieto, sta prevalendo il buon senso e la considerazione che certi compiti li può svolgere solo una emittente locale.
I nostri ricorsi alla magistratura partono da queste considerazioni e dopo l'esigenza primaria di salvare e stabilizzare le radio ancora esistenti, la nostra associazione darà luogo a tutta una serie di azioni (giudiziarie) che affronteranno alla radice l'origine di fatti misconosciuti di profonda ingiustizia che hanno danneggiato gli interessi generali dell'intero Paese.
Abbi quindi fiducia, non dare per scontata la fine delle emittenti locali; esse risorgeranno, e quelle esistenti cresceranno, e riprenderà il colloquio con gli ascoltatori della porta accanto, i dibattiti sulle scelte dei comuni e delle provincie; ci sarà ancora spazio per la fantasia, il divertimento e la sperimentalità perché la passione che guida tanti operatori finirà per vincere.

Cari saluti, Mario Albanesi

20 dicembre 2001
NON STA IN PIEDI
Nell'articolo che precede in data 18 dicembre, è contenuta una frase sibillina che non è passata inosservata ai nostri estimatori; (li definiamo così, perché i consensi per le cose che scriviamo sono tanti e lusinghieri, e  qualche volta - come in questo caso - abbiamo la controprova che l'attenzione è molto viva e si sofferma su particolari che rivelano attenzione e interesse). 
Ciò che ha attratto, non uno, ma di una decina di responsabili di emittenti fra radio e televisioni -  sono alcune parole contenute fra la diciottesima e la diciannovesima riga, laddove - facendo riferimento ai requisiti richiesti alle radio dalla legge 66/2001 per poter proseguire l'attività, si dice che "che non sono gli stessi previsti nella famigerata carta di concessione".
Una frase importante e complimenti a tutti coloro che l'hanno notata.
In pratica, significa che comunque vadano le cose, non sarà possibile escludere nessuna emittente, neppure quelle gestite da una ditta individuale che non si è trasformata in società di capitali o in cooperativa, e che non ha assunto personale.
Il discorso è chiarissimo: quali requisiti si sono intesi accertare? Certamente quelli imposti dalla famosa concessione del 1993/94 che non prevedevano di assumere personale e tanto meno la trasformazione delle ditte individuali in società di capitali, altre regole non potevano essere poste improvvisamente e retroattivamente.
A parte che qualsiasi giudice, anche se disattento, non potrebbe mai dar ragione a chi, imperterrito, intende continuare ad imporre una legge incostituzionale - ministeriale o politico che sia - non ci vuole molto per capire che l'intero castello di menzogne e di abusi non sta in piedi nella sua generalità, con la lapalissiana conclusione che ciò che non si regge non è impossibile abbatterlo.

18 dicembre 2001
VETTOVAGLIE
Siamo stati da più parti sollecitati a prendere posizione nei confronti dell'articolo apparso a pagina 66 del Millecanali di novembre.
Non c'è molto da dire in proposito perché le nostre polemiche solitamente le riserviamo a fatti di ben altro spessore non certo nei confronti di uno sprovveduto che merita pietà per le cose insensate che partorisce, già annunciate dal titolo: "Una mancata tempesta". 
La "tempesta" poi sarebbe venuta secondo questo signore, che definisce  la fondamentale azione del Conna appena "iniziativa giuridica" (invece di giudiziaria ndr),  il giorno seguente alla pubblicazione del Regolamento della legge 66/2001, se le radio avessero chiuso di colpo  i battenti della loro sede.
Stupefacente tanta incompetenza e superficialità (Roffi, perché non controlli maggiormente gli scriba a ruota libera che si aggirano nella tua redazione che rischiano di aggiungere altri disastri a quelli già avvenuti?) ; le cose - le capirebbe anche un estraneo al nostro settore - sono state disposte in modo tale che sulla distanza le radio sarebbero costrette a scomparire, una per volta, senza tanto clamore; prima accertando il possesso di "requisiti"  che non sono gli stessi previsti nella famigerata carta di "concessione",  in seguito, gravandole sempre di più di oneri fino a determinarne la fine.
La cosa che stupisce maggiormente semmai è l'inversione di marcia di soggetti che erano partiti lancia in resta proponendo manifestazioni con fischietti, caccavelle e putipù sotto le finestre di Gasparri, che giungono ad affermare che anche questa volta "la mazzata è stata retta bene".
Il mondo degli affarucci e dell'approvvigionamento delle vettovaglie per campare è così importante per certa gente da oscurargli anche il lume della ragione, altrimenti avrebbe dominato l'indignazione per l'incostituzionalità di certe norme e per la violenza che tendono ad esercitare in ogni caso. Fine della trasmissione.

14 dicembre 2001
VOLANTINO PUBBLICITARIO
Sono arrivate o stanno per essere recapitate delle letterine gentili da parte del Ministero delle comunicazioni, firmate da un consigliere del ministro che promettono tanti bei regali per il prossimo anno sotto forma di stanziamenti inseriti nella Finanziaria "..estesi anche alle emittenti radiofoniche".
Abituati alla abituale arroganza ministeriale, con tanto di tassa a carico del destinatario, molti titolari di emittenti non credevano ai loro occhi e, sbalorditi,  ci hanno inviato in fax a valanga il grazioso messaggio postale.
Non illudiamoci facilmente da promesse mandate a spese del contribuente sotto forma larvata di pubblicità governativa; il ministro Maurizio Gasparri, se voleva dare prova della sua onestà come tenne a comunicarci in una sua lettera, doveva fermare l'abusiva legge 66/2001 evitando di cercare il facile applauso valendosi di una capo-claque, degno senz'altro di causa migliore. 
Anche e restando all'interno di quanto scrive nel comunicato, il consigliere Lucio Garbo era meglio chiarisse attraverso quale meccanismo questi soldi verranno distribuiti: se pioverà ancora sul bagnato, ovvero se ai finanziamenti potranno accedere come al solito le grandi imprese come fino ad oggi è avvenuto, o se verranno stabiliti criteri democratici finalizzati ad aiutare chi ne ha realmente bisogno.
Fino a che non verranno chiariti gli indirizzi di fondo dello staff di largo Brazzà dai quali, poi, in definitiva, dipendono nella pratica le scelte minute, continueremo a guardare con diffidenza le proposte  del Ministro.
Forse, una buona spinta può venire dalle azioni giudiziarie che abbiamo in corso.


13 dicembre 2001
IL DECRETINO
La domanda retorica che si poneva Roberto De Marinis (leggere  IL RINVIO del 9 dicembre) sulla possibile modifica della legge 66/2001 cogliendo l'occasione dello "slittamento" dei termini per il digitale, ha avuto conferma nella pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di quattro striminzite righe che abbiamo scoperto per caso, pubblicate indecorosamente, ossia  mescolate in una informe paccottiglia di norme che nulla hanno a che spartire con l'emittenza radiotelevisiva.
Leggiamo infatti, insieme a:
"Comitati per gli italiani all'estero", 
"Indennizzi a cittadini e imprese operanti in territori della ex Iugoslavia già soggetti alla sovranità italiana", 
"Docenti stabili della Scuola superiore della pubblica amministrazione"; 
finalmente:
"Piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione sonora in tecnica digitale". 

1) Il termine di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legge 23 gennaio2001, n.5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 2001, n.66, è prorogato al 30 giugno 2001.

Tenendo conto del nostro ricorso tutt'ora pendente al Tar e al Consiglio di Stato, il ministro Gasparri, distraendosi un momento dai suoi abituali impegni mondani ( e anche per evitarsi  una possibile brutta figura), avrebbe potuto giungere a modificare la legge 66/2001, cancellando in un mini-decreto legge meno travagliato, quelle parti liberticide che sono oggetto di contestazione. 
Non lo ha fatto; se qualcuno si era illuso...

12 dicembre 2001
UN GRANDE GIORNO
Me lo ha ricordato questa mattina per telefono Claudio del direttivo del Conna: "Oggi è un grande giorno!" mi ha annunciato trionfalmente. 
Subito ho pensato fosse finita la guerra ai danni del popolo afgano, martoriato, cencioso e affamato. 
Non era così, Claudio,  innamorato a vita della radio, aveva voluto dare il giusto rilievo alla scoperta di Guglielmo Marconi, un uomo che magari non era uno scienziato con tanto di barba di moda a quel tempo, ma che credeva fermamente in una sua teoria percepita in modo quasi istintivo, con lo stesso entusiasmo e la medesima ostinazione che settantacinque anni dopo ritroveremo -  sia pure fatte le debite proporzioni - in tanti amici che hanno ritenuto che un mezzo di comunicazione di così semplice gestione, sottoposto fino ad allora ad embargo, doveva essere liberalizzato e portato ad aiuto e a beneficio della socialità.
Anche altri hanno voluto ricordare l'esperimento determinante dì Guglielmo Marconi che tanto per non smentire la continuità delle corte vedute dei politici italiani dovette trovare all'estero finanziatori che apprezzassero la sua opera; nei giorni scorsi ci era pervenuto infatti un elegante cartoncino del ministro Maurizio Gasparri che ci invitava alla cerimonia celebrativa del centenario del primo esperimento prevista per oggi.  
Abbiamo risposto con una lettera fax in cui ringraziavamo sentitamente per il privilegio accordato alla nostra associazione, aggiungevamo inoltre che festeggiare la nascita della radio di fronte al soffocamento di tante voci locali meritava che qualcuno, rinunciando ad una piacevole cerimonia che oltre al capo dello Stato avrebbe permesso di udire perfino la voce del presidente del Consiglio Berlusconi, si astenesse dal partecipare: se il ministro avesse voluto veramente onorare l'inventore della radio non aveva che da modificare per decreto (dovrà comunque farlo per lo slittamento del digitale di 6 mesi) la legge 66/2001, "pulendola" da tutta la sporcizia giuridica che la inquina.
Sul piano strettamente radiofonico, per i non più giovani legati in qualche modo alla modulazione di ampiezza, ricordiamo che le onde corte sono in costante dismissione; entro la fine dell'anno per esempio, la Norvegia interromperà, senza più riprenderle, le trasmissioni della sua emittente in onde corte che l'aveva fatta distinguere come "la radio più a nord del mondo". 
A  Marconi, questo non sarebbe piaciuto.
(M. Albanesi)

09 dicembre 2001
IL RINVIO

Apprendo da altre fonti che è stato rinviato il "piano per il digitale" DAB che tanto sembra stare a cuore di qualcuno che si ostina a ritenere che nel digitale sia nascosta la soluzione dei problemi della radiofonia locale. 
Pare che
la Commissione di studio istituita in seno all'Autorità non abbia completato i lavori preparativi anche perché le Regioni non hanno avuto il tempo tecnico per valutare dove (e come, probabilmente) individuare l'insediamento dei siti.
Il rinvio è di sei mesi, ma la cosa più singolare (che sfugge ai più) è che tale situazione comporta una modifica di fatto della Legge 66/2001.
Lascio a chi legge, amici (e non) giudicare questa cosa.
Infatti, il CONNA, e il sottoscritto, sono firmatari di un ricorso amministrativo relativo proprio alla Legge 66/2001. Questo rinvio dei termini di una parte della Legge in questione, potrebbe automaticamente far slittare anche i termini delle altre parti della stessa Legge.
Lascio ancora a voi tutti il giudizio sulla regolarità amministrativa di questo slittamento. Cioè: l'Autorithy (in seno a cui è stata istituita la Commissione per il digitale che avrebbe deciso tale rinvio di sei mesi), ha o non ha  il potere di deliberare "contra-legem"?
Se è così, avrà anche il potere di discutere ALTRE PARTI della L. 66/2001, e forse potrebbe essere il soggetto idoneo ad addrizzare le storture e le ingiustizie contenute nella L. 66/2001.
Bene, gentili signori dell'Autority, aspettiamo altrettanta disinvoltura e tempestività nel creare una Commissione per la revisione della legge  66/2001.
Roberto de Marinis - Reteotto

08 dicembre 2001
R D S
Per maggiori informazioni su quanto riportato nell'articolo che segue  di Danilo Maddalon inviare una e-mail o chiamare la sede del Conna.

Dopo le ansie dell'estate legate alla scadenza del 30 settembre e chiuso per il momento il capitolo legato alla 66-2001, tutti gli editori radiofonici iscritti al CONNA vecchi e nuovi hanno scoperto la  consapevolezza di essere in molti e uniti da un obbiettivo comune.
Questa compattazione delle "vere" emittenti locali sulle chiare posizioni della nostra associazione ha fatto capire a chi credeva di farci fuori e spartirsi le ns. frequenze per mezzo di  pastoie burocratiche e leggi redatte su richiesta che la cosa non sarà così semplice come credevano, e anche nei corridoi del Ministero si comincia a pensare che le discutibili legiferazioni di chi li ha preceduti vadano corrette e debbano essere date giuste regole a tutti gli operatori del settore per evitare uno scontro giudiziario e costituzionale dal quale il Ministero stesso non uscirebbe bene.
Speriamo che presto finisca il tempo dei rinvii e che si inizi a pensare a regole chiare e non clientelari per  il settore; il CONNA le sue proposte le ha già pronte e quando sarà il momento le presenteremo al Ministro e ai Sottosegretari; per ora si prosegue diritti per la via giudiziaria che promette presto nuovi sviluppi anche in una direzione diversa, di più non possiamo dire per il momento.


Io che sono fondamentalmente un tecnico ho ripreso a seguire la mia emittente con migliore tranquillità grazie a queste nuove consapevolezze, e ho avuto modo di fare alcune considerazioni.
Il nostro settore si è nel tempo inquinato di termini abusati come "professionale", "broadcast", "digitale" ecc. intendiamoci, non è che io voglia ora farmi portavoce degli autocostruttori di cantina, ma ho visto degli amplificatori autocostruiti funzionare 20 anni senza interventi con emissioni indesiderabili inesistenti e di contro, pubblicizzati (e costosi) apparati "professionali" , emettere spettri RF simili al Duomo di Milano e ammutolirsi ad ogni sbalzo di tensione.
Ci si chiede, cosa significa professionale? una apparecchiatura affidabile che rispetta determinate specifiche, o forse una apparecchiatura costosa e a volte inutilmente complicata  che dia  modo di distinguersi ai soggetti con grosse disponibilità finanziarie?
Da 20 anni alcune frange del ns ambiente supportati da riviste e interessi di vario genere hanno promosso una cultura secondo la quale solo i soggetti che  possono utilizzare determinati tipi di costose apparecchiature hanno "dignità di impresa" (termine di rara volgarità discriminante) e non inquinano  l'etere con apparati approssimativi.
Tuttavia, molto spesso si è verificato l'esatto contrario, e  non sono solo io a dirlo ma gli stessi Ispettorati territoriali.
Noi del CONNA che vogliamo sempre vedere in fondo nell'essenza delle cose, stiamo preparando in vista di un futuro un po' diverso dall'assillante passato e presente,  un servizio di consulenza tecnica per gli associati  assolutamente no-profit,  per evitare alle emittenti di svenarsi nell'acquisto di apparati inutilmente costosi e consigliarli nelle problematiche tecniche.
Citiamo ad esempio, l'RDS, questo standard di trasmissione dati sulla portante FM che non serve davvero a molto se non a distrarre gli automobilisti dalla guidanato principalmente ad uso e consumo delle reti  per mantenere sintonizzato l'ascoltatore spostando la sintonia su frequenze alternative quando si viaggia in auto e per funzioni di telecontrollo. E fin qui tutto bene, massima libertà: se una radio locale vuole far apparire il proprio nome sulle autoradio spende 2 o 3 milioni per 5 integrati; se non gli importa di questo ne fa a meno. 
Il problema nasce quando  molti costruttori di autoradio si sono convinti (non proprio tutti per fortuna) a mettere in commercio apparecchi che come impostazione standard non sintonizzano le stazioni prive di RDS....; che bella idea:  visto che 1 utente su 100 conosce bene le impostazioni delle moderne autoradio si rende impossibile ascoltare un bel po' di radio locali, sopratutto, comunque, quelle che non hanno abbondano di mezzi finanziari.
Insomma, anche l'emittente più piccola oggi è costretta a dotarsi di tale aggeggio se non vuole essere ignorata de gran parte delle autoradio. Il CONNA a questo punto vi suggerisce di dotarvi di  un ottimo generatore RDS made in Repubblica Ceca reperibile in Kit al costo irrisorio di 100.000 lire (da non confondere con la quota di iscrizione all'Associazione!!!) . Le prestazioni sono assolutamente  professionali; oltre alle tradizionali funzioni ha pure il radiotext (tuttora non supportato da gran parte dei ricevitori)  identificazione del genere musicale, traffic, fx alternative ecc. se poi avete un amico che si diletta di elettronica potete ulteriormente risparmiare acquistando solo 2 PIC programmati a poco più di lire 30.000, componenti (resistenze e condensatori) compresi.
Non ce ne vogliano coloro che aggiungendo una bella scatola e un pugno di led colorati vendono la stessa cosa a 3 mil. , noi rispettiamo il loro lavoro, ma è nostro dovere suggerire ad un settore asfittico, vittima di un mercato pubbicitario drogato come meglio impostare la propria stazione e il proprio lavoro... con grandissima "dignità di impresa"..
(Danilo). 

06 dicembre 2001
CHI SONO?
Con un po' di ritardo, oggi sono cominciate le spedizioni del nostro periodico Nuove Antenne che ha per titolo di prima pagina (quella destinata al mondo politico): "I Tar, tarati dalla politica?".
La domanda non sembri gratuita e non deve essere confusa  con le polemiche in atto in questi giorni. Va da sé che tutti i rinviati a giudizio hanno grande interesse a screditare la magistratura definendola di volta in volta - secondo convenienza -  faziosa, di destra o di sinistra; rossa, nera o verde; no, la nostra tesi è completamente opposta a questo stato di cose che ingenera insicurezza nei giudici spingendoli ad evitare di assumere posizioni coraggiose. 
In concreto, se il Tar del Lazio non ha trovato la forza di dichiarare immediatamente l'incostituzionalità delle due norme contenute nella legge 66/2001 che hanno radici lontane nella 650/1996 e nella 422/1993, è perché qualcuno ha fatto prevalere nel Collegio giudicante paure e timori che venissero danneggiati interessi politici e industriali.
Il Conna non è che all'inizio di una battaglia che intende vincere; una vera e propria guerra contro la sopraffazione e l'esclusione dell'emittenza locale considerata non un bene di pubblica utilità, ma una fonte di turbative, ed è per questo che intende  scoprire le carte del Consiglio di Stato e del vari Tar  per poterne eventualmente denunciare l'operato in sede europea, invitandoli ad assumere posizioni giuridiche e non politiche.
Questa breve spiegazione per giungere al vero motivo di questo articolo.
Come avrete ben capito nonostante il nostro relativo ermetismo, nei prossimi mesi ci saranno grandi novità giudiziarie e in vista dell'esame approfondito  della tipologia delle emittenti ricorrenti, abbiamo pensato di dedicare una parte del numero di dicembre di Nuove Antenne ad una sorta di vetrina che mostri più da vicino il volto dei ricorrenti.
Invitiamo pertanto tutti coloro che hanno contribuito a sottoscrivere a beneficio del fondo spese legali, a mandarci una breve storia della loro emittente, magari con qualche fotografia. dove si precisa la data dell'inizio delle trasmissioni corredata da qualche nota personale o fatti qualificanti.
In sostanza, vogliamo non accada che un politico o un magistrato intento ad esaminare i quesiti posti dalle centinaia di testate che rappresentiamo - ignorando che dietro ogni radio o televisione locale ci sono altrettante storie, spesso sofferte - possa domandarsi : "in realtà, questi ricorrenti, chi sono?".
Mandateci quindi in posta prioritaria oggi stesso o nei prossimi giorni -  comunque non oltre lunedì 10 dicembre - il materiale che ci serve.
L'indirizzo ben lo conoscete: 
Conna Nuove Antenne, via Festo Avieno 115  00136 Roma.

[ Inizio Pagina | Archivio Ultimissime | Home Page ]
CO.N.N.A. Coordinamento Nazionale Nuove Antenne