Ottobre 2005

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23 ottobre 2005
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Nessuna comunicazione chiarificatrice da parte del mInistero delle comunicazioni in merito alla compilazione o meno del registro di stazione: uno dei tanti fatti scandalosi che opprimono il settore radiotelevisivo.
In compenso arriva un fervorino dall'autorità garante che raccomanda di aggiornare comunque il famigerato registro non tenendo conto che a regola di legge (T.U. pubblicato sulla G.U.), un gran numero di imprese non appena constatata l'abrogazione del comma 4 dell'articolo 20 della legge 223/90 hanno immediatamente interrotto l'assolvimento di un impegno che risultava particolarmente gravoso per le piccole entità.
Il "consiglio" viene da quel settore dell'autorità che si era probabilmente scavato un comodo spazio di potere repressivo che ora viene a mancare destando insicurezze.
L'ufficio legale del Ministero nel frattempo continua a far finta di lavorare (altrimenti la questione avrebbe potuto essere risolta nel giro di 24 ore) e se le loro decisioni  finali ancora una volta saranno a danno delle radio e televisioni per un "errore" che non può essere fatto gravare sugli incolpevoli, faremo ricorso alla magistratura ordinaria.
La proposta che vedrebbe tutti contenti e felici il Conna l'ha già rivolta alle parti istituzionali interessate; essa consiste nell'affrancare l'emittenza locale da un impegno documentale che non ha ragione di esistere - esattamente come fu fatto per la "par-condicio"  -  limitandolo alle sole registrazioni dei programmi ai fini di possibili contestazioni di carattere giudiziario.  

 

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