Settembre 2002

ULTIMISSIME

Archivio Ultimissime

Aggiornato al 07/05/06 10.34

30 settembre 2002

SPURIE

Un nostro iscritto, a proposito di una riunione che c'è stata a Roma ci ha rivolto la candida domanda: "Perché il Conna non si unisce ad altri facendo fronte comune agli effetti degli avversari?".

Abbiamo risposto che gli elementi che ci venivano segnalati  già facevano capo al Conna.

Questi transfughi hanno creato microscopiche associazioni composte di due/tre "soci" principalmente per queste ragioni:

1) per tentare di proteggere meglio la propria radio/impresa;

2) per darsi importanza e sentirsi chiamare "presidente";

3) per curare e sviluppare i loro affari.

Più di una volta i colleghi della Frt, sull'onda della battuta scherzosa, hanno rimproverato al Conna di aver "figliato" degli elementi spuri che introducendosi nelle Commissioni ministeriali  hanno creato solo confusione e incertezza.

Al ministro Gasparri una così numerosa proliferazione di "gattini ciechi" non è parsa vera, ha ammesso chiunque si sia presentato affinché le varie voci e posizioni, elidendosi a vicenda, gli permettessero di decidere poi autonomamente insieme ai suoi amici con i quali appare nelle trasmissioni televisive, fregiandosi per giunta del "merito" di aver dato la voce a tutti !

Ribadendo la domanda iniziale ci sentiamo quindi di dare risposta con un'altra domanda: quale attendibilità può dare chi per interesse o ambizione personale dall'oggi a domani ha creato una pseudo associazione alla ricerca disperata di iscritti per darsi rappresentatività, contrapponendosi ai 27 anni di esperienza (e di lavoro "non profit") del Conna?

Se l'antico adagio recita che l'unione fa la forza è altrettanto vero che la divisione crea debolezza, tuttavia, per fortuna, il Conna  - specie negli ultimi tempi - ha aumentato il numero degli associati. 


29 settembre 2002

IL GIALLO DEI CONTRIBUTI

Nel titolo vuole esserci molta ironia per l'abuso che la stampa è solita fare di quel colore. Basta una perplessità un interrogativo in qualsiasi settore settore della vita civile e subito parte il titolo su quattro colonne che parla di "Giallo".

Nel nostro caso, il "mistero" è molto più modesto e segue la lettera a sfondo autopubblicitario che il ministro Gasparri inviò a suo tempo a tutte le emittenti dove si annunciavano contributi stanziati dalla legge finanziaria dello scorso anno. Seguiva anche una sorta di regolamento (rivelatosi in seguito una semplice bozza senza valore) con l'esortazione a compilare un fantomatico modello B di cui buona parte di titolari di emittente si misero alla ricerca; nella stessa occasione si stabiliva anche una data-termine per presentare le domande: il 30 settembre.

L'equivoco provocato dal ministro ha generato tutta una serie di richieste di informazioni, anche perché, avventatamente, qualcuno aveva confermato la data del 30 settembre per buona.

Chiarito il malinteso direttamente presso i "politici" del Ministero delle comunicazioni, il Conna ha potuto tranquillizzare i suoi iscritti che continuavano a porre domande, precisando che alla bozza di regolamento sarebbe seguito qualcosa di più sicuro.

Ieri abbiamo appreso infatti che il regolamento è pronto e presto verrà pubblicato in G.U. .

La data del 30 settembre dovrebbe essere spostata alla fine del mese prossimo di ottobre. Rispetto alla bozza precedente pare non ci saranno grandi variazioni se non qualche sbarramento in più che renderà più difficile percepire qualche soldo dallo Stato per chi ne ha realmente bisogno. 

 

27 settembre 2002

TAR DEL LAZIO

Il Tribunale amministrativo del Lazio ha abbandonato la storica sede di piazza Nicosia a Roma e si è trasferito in via Flaminia 189 nel palazzo che fu della società telefonica Sip.
Il cambio di sede si è reso necessario per le condizioni abominevoli in cui erano costretti giudici e avvocati: la vecchia sede infatti era stata progettata per 5 mila cause annuali invece delle 22 mila di media considerate nell'arco dei dodici mesi, buona parte delle quali riguardano controversie radiotelevisive.

E' augurabile che i nuovi locali contribuiscano a rinnovare profondamente l'atteggiamento ossequiente dei collegi giudicanti verso le istituzioni - in particolare i ministeri - fino a far prevalere le uniche "convenienze" che dovrebbero guidare l'opera di un magistrato: la corretta interpretazione della legge e quindi le ragioni della giustizia.

Il telefono del nuovo centralino è lo 06/328721.  


25 settembre 2002

COMICI

Ci è stata trasmessa da un nostro associato una lettera scritta da un ingegnere capo di "Circostel" che ci ha colpito immediatamente se vogliamo per una futilità: il modo con cui era stato scritto "Ministero delle Comunicazioni".  Era la prima volta che vedevamo una carta intestata stampata in quel carattere "Comic" che ognuno di noi può trovare sul proprio computer nell'eleco "fonti" utilizzabili.  
Bene, abbiamo pensato, un po' di umorismo non guasta a compensazione del grigiore di quegli uffici, invece il testo  come si può constatare era molto più serioso (e contestabile).


Ministero delle Comunicazioni

Ispettorato Territoriale ........................

 

Oggetto: richiesta di precisazioni in merito a segnalazioni di interferenze alla ricezione dei propri impianti.

 

Con riferimento alla denuncia datata ..............., protocollata con il numero .........., con la quale vengono segnalate interferenze alla ricezione delle proprie emissioni , si invita codesta emittente a completare la documentazione compilando in ogni sua parte l'allegato modello (all. 1).

Si avverte che non pervenendo alcuna comunicazione entro quindici giorni dalla data di ricezione della presente lo scrivente riterrà cessata la problematica segnalata e provvederà all'archiviazione dell'istruttoria.

Si avverte infine che , qualora dagli accertamenti che verranno eseguiti non dovessero essere riscontrate le interferenze lamentate, tutte le spese relative all'intervento tecnico saranno addebitate all'emittente denunciante.


Il dirigente

(Ing. ...............)

 

Il Conna ha risposto così:

Gentile ingegnere, a seguito della segnalazione di forti disturbi sulla frequenza occupata da oltre due decenni da Radio..............prendiamo atto con soddisfazione che Ella ha fatto approntare un apposito modulo prestampato contenente tutta una serie di elementi valutativi del segnale (pessimo, discreto, sufficiente, buono, ottimo) sotto la dicitura generale:

 "Caratteristiche dell'impianto interferente (se sconosciute)".

Tuttavia, notiamo una negatività rispetto alla segnalazione del nostro iscritto che lamentava forti interferenze saltuarie da parte di una emittente fantasma che ripete i programmi di un circuito nazionale i cui dirigenti interrogati per telefono  hanno declinato ogni responsabilità, perché gli è stata chiesta la eventuale rifusione delle spese del Vostro intervento.

Si è trascurato a nostra opinione di considerare la meccanica di una tecnica  arcinota: dopo un periodo di  "trattamento" interferenziale intermittente più o meno lungo,  solitamente appare l'emissario di qualche grossa impresa radiofonica che formula una offerta per acquistare l'emittente il cui proprietario ormai scoraggiato e a corto di clienti non potrà non accettare. 

Nello specifico di Radio........... il caso merita una indagine  condotta magari in accordo con la polizia postale le cui "spese relative degli interventi" che possono anche essere molteplici non possono gravare sul nostro associato.

Con i migliori saluti,
Coordinamento nazionale Nuove Antenne           


20 settembre 2002

IMPRESSIONANTE

Ieri siamo rimasti in studio ininterrottamente dalle 10 di mattina alle 20 ricevendo una serie impressionante di telefonate (35, 40?) che hanno praticamente bloccato il nostro lavoro. 

Consensi, tanti consensi per l'articolo "Ispettorati" pubblicato ieri l'altro.

Ognuno ci raccontava la sua storia e i soprusi cui ha dovuto sottostare; hanno chiamato perfino titolari di emittenti chiuse o vendute che  visitando il nostro sito,  evidentemente non hanno perso la speranza di riprendere l'attività e di rivalersi nei confronti di associazioni, funzionari  politici, tutti  coalizzati per rendere la vita difficile (se non impossibile) alle emittenti locali . 

Un sasso nello stagno le cui onde provocate ci hanno sorpreso.

Martedì scorso tra l'altro, avevamo affrontato un altro caso scrivendo una lettera ad un Ispettorato di un'altra regione al fine di evitare un ennesimo abuso. 
Ieri abbiamo preferito pubblicare quanto avevamo scritto a proposito del secondo caso capitato per combinazione nello stesso giorno, ma accorgendoci di aver affrontato un argomento di interesse così generale pubblichiamo anche il testo del primo intervento del Conna (con le consuete omissioni di nomi).  

All'ingegnere capo dell'Ispettorato territoriale di............

Gentile ingegnere, che l'animosità da parte dei _ministeriali" nei confronti delle piccole emittenti locali espressione delle realtà esistenti sul territorio che in genere hanno uno scopo sociale pur nella loro pochezza organizzativa e tecnica non è certo una chiacchiera.
Mentre le grosse imprese, quelle nate a puro carattere speculativo hanno vita facile specie presso l'Ispettorato che Ella dirige — gli esempi pare non manchino, duole solo da parte nostra essere costretti a non far nomi per non danneggiare imprese lontane dalle nostre vedute ma comunque appartenenti al settore radio tv - , ci viene oggi riferito da una nostra associata, Radio ......, che il signor ............. - probabilmente un Suo funzionario-dirigente - avrebbe subordinato un legittimo scambio di impianti concertato con _Radio........... ad una lettera di conferma di _prosecuzione dell'attività" proveniente dalle signore Arìa e Verna dottoresse dirigenti del Ministero di Roma.
Le saremmo quindi grati intervenisse, ingegnere, di fronte ad un evidente abuso.
Intanto la legge 66/2001 è stata da noi prima impugnata presso il Tar del Lazio che si è pronunciato a nostro sfavore con una contorta sentenza che ha determinato la denuncia del Conna al Consiglio di presidenza del Consiglio di Stato per la sua palese illegittimità ed in seguito alla ricusazione del presidente della 2° sezione del Tar del Lazio Filippo Marzano (deceduto tra l'altro il 9 settembre scorso). Il ricorso contro la legge n.66/2001 è pertanto giacente al Consiglio di Stato che prossimamente dovrà fissare la data del relativo processo di pronunciamento.
Nel frattempo, abbiamo diffidato il ministro Gasparri a rilasciare decreti di interdizione perché egli se ne assumerebbe tutta la responsabilità in solido (o il direttore Arìa in subordine) anche agli effetti dei danni provocati di immagine e di interruzione delle trasmissioni: la _prosecuzione dell'attività infatti, anche restando alla legge 66/2001,
non può prevedere condizioni diverse da quelle stabilite dalle _concessioni" rilasciate nel 1993/94 che prevedevano l'esistenza di ditte individuali condotte anche personalmente senza l'ausilio di dipendenti.
Coordinamento nazionale Nuove Antenne   
        

19 settembre 2002
"ISPETTORATI"
Siamo sempre più dell'idea che i titolari delle emittenti devono togliersi ogni complesso di soggezione e  convincersi di essere dalla parte della ragione per aver subito oltre due decenni soprusi alle prese con leggi volute da gente di non sempre limpida reputazione...
La stessa legge 223/90 è stata formulata nella sua meccanica da Davide Giacalone, braccio destro di Oscar Mammì, finito subito dopo in carcere.
Buon senso avrebbe voluto che una legge nata in quelle condizioni venisse rapidamente abrogata, invece non è stato così, non solo abbiamo dovuto tenercela così come era nata, ma ci siamo trovati pure alle prese con chi interpretava rigidamente le regole, come gli "Ispettorati" i quali, invece di mostrare tolleranza e tener conto di come erano nate le leggi e di chi le ha prodotte, hanno preteso di applicare con il paraocchi norme e regole. In questi giorni ad un nostro associato, sottoposto ad una visita presso la postazione di trasmissione per tutt'altra ragione,  è stata contestata a tradimento la mancanza dei "dispositivi di sicurezza"  - denunciata immediatamente  dall'ispettorato a ben cinque enti diversi competenti per la prevenzione degli infortuni - che per essere rispettati necessiterebbero di un ordine che le istituzioni scadenti che siamo costretti a subire non hanno mai voluto instaurare. Siamo dell'idea che di fronte ad autentiche persecuzioni sia necessario rispondere a "muso duro" rivendicando i propri diritti confrontati con le inadempienze degli altri.
Ecco come ha risposto il Conna al direttore di un "Ispettorato territoriale" che non nominiamo insieme a quello della emittente interessata.
 

Gentile ingegnere ..., il nostro iscritto............, nonché responsabile della nostra associazione ci ha trasmesso una lettera che porta la Sua firma - già trasmessa poco opportunamente ad una serie di enti – dove si lamentano carenze da un punto di vista della sicurezza sul lavoro.
L’illustre soggetto tecnico, Suo sottoposto, che si è recato presso la postazione di .................. -  una emittente modello per la competenza tecnica del suo titolare - abituato evidentemente a contatti con note emittenti commerciali a puro carattere speculativo, dall’impiantistica magari traslucida e di gran marca, ma prive di legami sul territorio come a buona ragione può vantare Radio............, sentendosi probabilmente onnipotente, ha ritenuto di aggiungere, come si dice, “un carico da novanta” a quella che è la già infinita serie di vessazioni, di abusi e di leggi scandalose che assillano il settore radiotelevisivo.
Sul piano generale non sono in discussione le norme sulla sicurezza degli impianti; rispetto al singolo caso invece, non si può far finta di nulla da parte Vostra e ignorare che la normativa vile e selezionatrice che si è accatastata dal 1990 ai nostri giorni ai danni delle emittenti locali che hanno una funzione di carattere sociale non è neppure stata applicata in quelle parti che avrebbero potuto mitigarne gli effetti.
Ci riferiamo agli articoli 3 e 4 della 223/90 che prevedevano perfino l’esproprio dei terreni atti alla costruzione di centri di trasmissione comuni, questi sì da pretendere il perfetta regola con la normativa vigente sulla sicurezza degli impianti.
Notiamo tra l’altro che alla sesta riga della Vostra lettera (Protocollo........) si fa riferimento agli obblighi dovuti ad una presunta “concessione ministeriale”. 
Vada a leggersi, ingegnere il punto 5 dell’articolo 34 della già citata 223/90 e ci sappia gentilmente dire se si possono confondere carte senza valore alcuno come quelle rilasciate nel 1993/94 (al massimo riconoscimenti, autorizzazioni, nulla di più) con “Concessioni” degne di questo nome,
ovvero rilasciate a seguito di una pianificazione per una “ricezione senza di disturbi” come recita la medesima legge.
Rimane quindi da ascrivere ai Vostri effetti (gli enti cui è stata indirizzata l’intempestiva lettera, digiuni di conoscenza della congerie di leggi che affligge il settore procederanno (purtroppo) secondo la prassi sanzionatoria consueta) il puro gesto di scortesia da parte di un Ispettorato che per le informazioni che nel tempo ci ha fornito lo stesso nostro associato lo indicavamo come modello rispetto ad altre disastrose rappresentanze del Ministero delle comunicazioni presenti sul territorio nazionale.
Con i migliori saluti, Coordinamento nazionale Nuove Antenne 

16 settembre 2002
BREVISSIMO
Nella ricerca dei ricevitori Sca negli Stati Uniti ci è stato chiesto dai costruttori se la canalizzazione Fm in Italia era pari o dispari, ovvero da 88 a 108 oppure da 87.5 a 107.5 Mhz per poterci fornire quarzi appropriati. Abbiamo risposto che vigeva da 27 anni la legge delle sovrapposizioni per l'inesistenza di piani di assegnazione delle frequenze, ma che comunque nel 1993/94 erano state rilasciate delle "concessioni". La domanda che ne è seguita è stata: "In che cosa sono consistite allora le "concessioni" rilasciate dallo stato italiano?" Abbiamo risposto che eravamo in attesa di saperlo anche noi da uno dei tanti magistrati cui ci siamo rivolti.

12 settembre 2002

IL PRESTIGIO
Come avevamo annunciato, stiamo lavorando (principalmente lo fanno Danilo Maddalon di Radio Nuova Musica e  Giampaolo Bassi di Radio Universal di Verona) anche  in merito a sistemi alternativi di trasmissione in Sca e in Sca digitale. Dopo i primi ostacoli dovuti alla difficile reperibilità dei materiali necessari e dei tecnici destinati ad occuparsene, la cosa è entrata nel vivo e presto saremo in grado di fornire notizie in merito. Al fine poi di restituire alla categoria delle "locali" sopravvissute quel prestigio perduto per colpa di una inaudita serie di attacchi provenienti dall'interno e dall'esterno dell'emittenza, abbiamo preso i necessari contatti che permetteranno anche alla più piccola emittente di trasmettere annunci pubblicitari nazionali. La massima serietà sarà la condizione essenziale richiesta ai titolari delle radio locali: non dovrà mai più accadere che preso un impegno rispetto agli orari di trasmissione ognuno poi si regoli secondo le sue convenienze.
A questo proposito invieremo notizie in posta riservata

SCA: COME AVERE FINO A 3 RADIO SU UNA SOLA FX

DAS - Digital Auxiliary Subcarriers


Precisazione - Al fine di evitare equivoci in merito alla mia del 9.9 u.s., pubblicata nelle "ultimissime", vorrei precisare che nutro estrema fiducia nella più volte dichiarata volontà di pluralismo del Ministro Gasparri. Ed è proprio per questo motivo che sono certo che il sig. Ministro si vorrà adoperare per raggiungere il proprio più volte dichiarato obiettivo di pluralismo, anche perchè così non facendo consegnerebbe ai suoi oppositori (politici e non) una fin troppo facile polemica dai risvolti e conseguenze imprevedibili. Forza, dunque, Egregio Sig. Ministro: ci faccia vedere e toccare con mano questo pluralismo, in cui voglio credere, anche quale garanzia di Democrazia, quella stessa Democrazia che fu prima di Lei difesa da illustri patrioti e Grandi Italiani. Siamo tutti qui ad aspettare.
Roberto de Marinis

Lo scritto di De Marinis che riceviamo è stato senz'altro formulato "seriamente" con una mano sul cuore, probabilmente per non mettere eccessivamente in cattiva luce la sua impresa.   
Considerati gli esibizionismi parossistici di Gasparri, le apparizioni televisive in compagnia di titolari di altre associazioni (da nascondersi dalla vergogna per un ministro mostrare cotanta parzialita!) l'aver promesso pubblicamente durante suoi giri elettoralistici (senza mantenere) che della legge 66/2001 "se ne sarebbe potuto parlare", il direttivo del Conna  preferisce invece considerare la "precisazione" come un attacco in chiave sarcastica ad un politico tuttofare, con una buona dialettica - sia pur tumultuosa - che non nasconde però la sua arroganza di fondo e lo scarso rispetto che ha per gli altri.  

11 settembre 2002
NECROLOGIO
Filippo Marzano, presidente e capo della 2a sezione del Tar del Lazio (quella che tra l'altro si occupa di emittenza radiotelevisiva)   è morto per un "improvviso e fulminante male"
come ha comunicato la famiglia. 

La nostra associazione si era rivolta più volte alla 2a sezione ed in particolare in merito alla legge 66/200. La sentenza di primo grado dal emessa dal presidente Marzano - immaginiamo molto sofferta -  la conosciamo; dice in pratica che al titolare di una ditta individuale, obbligandolo a costituire una società di capitali non gli si nega la possibilità di continuare a svolgere lavoro autonomo e quanto all'imposizione di due dipendenti, essi non sono che la conseguenza della costituzione della società.

Avevamo denunciato questa sentenza al Consiglio di presidenza del Consiglio di Stato annunciando ricorso in appello (già presentato) ed in seguito eravamo giunti a ricusare lo stesso presidente Marzano non ritenendolo nelle condizioni di migliore serenità per affrontare altre cause promosse dal Conna.
Questo, pur non dimenticando che il presidente Marzano in più di una occasione aveva concesso sospensive che avevano "salvato" non poche emittenti nonostante occupasse  un posto affatto comodo per l'ossessiva presenza della avvocatura dello Stato e per tutta una serie di galloppini presenti al  Tar del Lazio, celebri per seminare zizzania, propalare voci distorte di corridoio destinate ad essere udite dalle orecchie che contano al fine di vincere le "loro" cause, anche se spesso queste hanno scarso fondamento nella giustizia intesa nel suo significato più alto.

Ci eravamo incontrati più volte e non erano mancati accenti polemici, poi, in seguito, era subentrata una certa amicizia e anche da parte nostra una relativa comprensione. Ora, di fonte alla morte passa tutto in secondo piano. (M. Albanesi)

9 settembre 2002

OPINIONE
Roberto De Marinis ci ha inviato queste considerazioni sulla cosiddetta "Legge di sistema" partorita dal ministro Gasparri fra un impegno mondano e l'altro, non ancora disponibile nella versione definitiva.

 

Come aveva annunciato nelle scorse settimane, il Ministro Gasparri  ha presentato venerdì scorso 6 settembre al Consiglio dei ministri la bozza delle nuove norme destinate a "regolamentare" il sistema radio-televisione-internet-pubblicità-pubblico-privato. Nel sito del Ministero Comunicazioni si legge che si tratterà di "alcune diecine di articoli" volte a garantire innanzitutto il PLURALISMO. Vorrei provare a tracciare una ANTEPRIMA di queste norme, che -se approvate- costituiranno la NUOVA LEGGE destinata a soppiantare le precedenti MAMMI' e MACCANICO. Innanzitutto il numero degli articoli: prevedendone "alcune diecine" si dovrebbe trattare di cinquanta-sessanta punti volti sicuramente a garantire un vero RECORD rispetto alle solo 30 della Mammì e ancor meno, mi sembra, della Maccanico. Il tetto di affollamento pubblicitario si potrebbe assestare a un massimo del 25% (ma forse anche meno) per garantire una equa distribuzione della "torta" a Mediaset, Rai, Privati e (chi manca?) Seat (La 7), appunto 4 soggetti (100% diviso 4 = 25%). Un bel "pluralismo", considerato che quattro gruppi di soggetti governerebbero l'informazione del nostro Paese. Magari il 25% scenderà al 20% se -bontà di qualcuno- si vorranno considerare le RADIO come ulteriore soggetto. Poi le frequenze: idem come sopra, per le TV, mentre per le radio la suddivisione potrebbe essere 25% alle comunitarie (o pseudo-religiose raccogli-soldi), il 25% alle Nazionali (Rai compresa?), il 25% alle locali, il 25% ai Network o consorzi, o quantomeno a qualche Radio Federalista (che manca nel panorama). Scommetto che si potranno attivare nuovi canali, ma pagando allo Stato quei miliardi fino ad ora corsi fra le Reti e le Piccole che hanno dovuto vendere canali. Penso anche che le Associazioni avranno un grande ruolo all'interno della nuova Legge Gasparri, perchè dare visibilità a tante associazioni (anche mono-utente), significa in qualche modo dire "ecco, vedete, abbiamo garantito il pluralismo, guardate quanti rappresentanti avete...". Anche qualche soldino arriverà. Come e da dove non so, viste le difficoltà economiche in cui pare versi questo Governo, ma sono certo che arriverà, anche perchè se la torta finisce, almeno una caramella non la si nega a nessuno. Anche Internet sarà regolamentata, e magari si tenterà di dirottare sulla Rete quelle radio che non avranno la concessione o che, "nuove leve", cercheranno un posto se non nell'etere occupatissimo, almeno altrove.
Una legge che avesse un minimo di serietà invece basterebbe fosse composta nella parte "etica" di appena uqattro articoli:
 
1) Possono esistere solo emittenti Locali, salvo consorzi di Locali raggruppati per formare una Nazionale; 2) Le emittenti religiose devono essere di proprietà di Istituti Religiosi e amministrate da questi ultimi; 3) I fatturati pubblicitari di ogni soggetto devono limitarsi a 1/100 della raccolta pubblicitaria complessiva; 4) Le aree servite devono essere al massimo pari a 1/10 della popolazione Nazionale.   Credo che in questo modo, così semplice, ci potrebbe essere un autentico pluralismo di cui ne beneficerebbero tutti, principalmente la libertà e la democrazia.   Roberto de Marinis - Canale 100 Network - Reteotto Network - Bari

9 settembre 2002
NOTA DI SERVIZIO

Ricordiamo la scadenza prevista per il prossimo
15 settembre
Entro tale data le emittenti locali debbono inoltrare presso la sede dell'Autorità una dichiarazione secondo le modalità previste dal Decreto 17/05/2002.

PER L'ANNO IN CORSO NON E' PREVISTO IL VERSAMENTO DEL CONTRIBUTO DELLO 0,37 X MILLE DA PARTE DELLE EMITTENTI LOCALI. (Art. 1 comma 2 DL 17/05/2002)

- il Modello da compilare (cliccare qui)

- il testo del Decreto e le istruzioni per la compilazione (cliccare qui)

 

Il 30 settembre, invece, scade il termine per l'invio all'Autorità della cosiddetta Informativa Economica di Sistema.

- il testo della Delibera n. 129/02/CONS (cliccare qui)

- i Modelli da compilare (cliccare qui)

 

Avvisiamo i titolari delle imprese radiotelevisive che il previsto decreto per l'ottenimento dei benefici per l'emittenza locale non è ancora stato emanato ufficialmente. Pertanto i testi e gli allegati circolati in questi giorni, dei quali ci davano notizia alcuni nostri associati, non sono altro che delle bozze senza alcun valore.
Nei prossimi giorni, quando il provvedimento sarà approvato, forniremo tutte le indicazioni necessarie per consentire alle emittenti l'accesso ai contributi previsti.

 

3 settembre 2002

IL DANNO 

Continuano a pervenirci per telefono o per e-mail da cittadini e anche giornalisti richieste di chiarimento sulla esistenza delle associazioni radiotelevisive.
Il Conna risponde come più volte abbiamo avuto modo di scrivere su questo spazio Internet, ma evidentemente,  considerato che i vari interessati cambiano con il tempo, esiste l'esigenza di un ulteriore riepilogo chiarificatore.

Da sempre gli appartenenti ad una categoria sentono la necessità di creare un loro sodalizio  che ne assicuri la presenza presso le istituzioni e in tutte quelle sedi dove siano in discussione i loro interessi.

Gli esempi non si contano, e accanto alle mono-rappresentanze esistono più organizzazioni per la stessa categoria quando all'interno di essa si verificano dei conflitti, si direbbe che il numero "perfetto" tre sia la regola: classico esempio le centrali sindacali dei lavoratori Cgil, Cisl, Uil. 

Scendendo nel pratico del campo che ci interessa, esiste qualcosa in comune fra una grossa emittente multiregionale con il "traino" pubblicitario definita impropriamente "locale" con fatturato annuale di miliardi e una piccola emittente che serve una piccola città o un gruppo di comuni? 
Questo motivo principale della inconciliabilità delle posizioni  - salvo possibili convergenze su temi specifici - ha dato luogo in Italia ad uno schieramento che comprende tre entità distinte con una precisa identità, una creata dalle grandi imprese, un'altra risultante da un accorpamento di associazioni e il  Conna  con la sua lunga storia alle spalle e una tipologia "non profit" che lo differenzia nettamente dalle altre. Esistono poi studi commerciali di consulenza che nulla hanno a che fare con la difesa della categoria: essi limitano i loro interventi a questioni puramente amministrative, inoltre, la questione delle postazioni di trasmissione ha fatto nascere un po' dovunque associazioni locali che hanno lo scopo di tutelare l'impiantistica da attacchi di speculatori e di avversari vari che vorrebbero far ricadere sulle emittenti 27 anni di inadempienze governative.
 

Esemplare a questo proposito è l'Associazione "Condominio Montecavo" di Roma che si è data per presidente Bruno De Vita il quale contemporaneamente è segretario del Conna: essa è riuscita a sciogliere brillantemente il nodo intricato della postazione di trasmissione più travagliata d'Italia.

Recentemente infine, alcuni titolari di emittenti in situazione traballante hanno  creato una loro associazione personale sperando essa  giovi a rafforzare la propria posizione. Essi si sono alla ricerca disperata di iscritti da utilizzare come massa di copertura ma ciò che rende preoccupante la situazione è il petulante lavorio di avvicinamento che stanno facendo all'attuale ministro in carica- che si guarda bene dal verificare la rappresentatività di queste neo-associazioni,  orientato com'è a favorire confusione e frazionamento associativo al fine di rafforzare il suo potere  decisionale.

Forse alcuni di questi soggetti che hanno sfruttato fin che hanno potuto il buon nome del Conna per farsi strada riusciranno anche ad ottenere qualche favore personale, tuttavia è bene l'intera categoria sia informata del danno complessivo che stanno producendo.