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ULTIMISSIME DAL CONNA
Settembre 2001

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Ultimissime

29 settembre 2001 
CINQUE DIPENDENTI

Quello che sembrava un fenomeno da poco che avevamo definito la "lista dei coraggiosi" (che ormai continueremo a chiamarla così) è divenuto un fenomeno notevole che meriterebbe di essere ribattezzato come "lista dei normali".
 Accanto a radio che pur di presentarsi "in regola" hanno fatto capriole e salti mortali, oltre quaranta radio ha deciso di andare allo scontro - se sarà necessario - principalmente per due ragioni:
1) sentendosi vittime di un colossale equivoco (da definire molto più propriamente abuso se non peggio) non hanno inteso chinare ancora una volta la testa;
2) hanno capito l'inutilità di coprirsi di spese e di impegni burocratici difficili da sostenere nel tempo, senza ottenere in cambio nessuna, ma proprio nessuna  sicurezza in più.
Oltre ad essere coraggiose, queste posizioni ci sembrano perfettamente ragionate, prodotte dalla constatazione che a cominciare  dalle "associazioni" canaglia che hanno suggerito ai politici i peggiori sistemi selettivi, tutto congiura in direzione della eliminazione fisica delle "locali".
Ma se allora è così, quanto vale oggi svenarsi per realizzare società, cooperative e assumere lavoratori? Il regolamento dell'Autorità napoletana già pubblicato in bozza, prevede in un prossimo futuro ben CINQUE lavoratori per le radio e VENTI per le televisioni locali.
Tutti coloro che oggi si sono uniformati, sono certi che saranno in grado di sostenere questi oneri? La pratica di affermare "oggi intanto mi salvo, domani si vedrà" è totalmente fallace perché se anche qualcuno resistesse e riuscisse ad assumere cinque persone, state pur certi che si inventerebbero altre forche caudine impossibili da superare, pur di raggiungere i loro scopi.
Il lungo percorso della difesa giudiziaria iniziato dal Conna rimane quindi il solo praticabile e nell'editoriale di domani dimostreremo che non ce ne sono altri, anche se qualcuno, intempestivamente, in queste ore, per non perdere il treno, parla di ricorrere a Bruxelles, strada che abbiamo tentato tre anni fa (consultare Nuove Antenne del novembre 1998), attualmente non proponibile per le ragioni che chiariremo. 

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28 settembre 2001 
A PIU TARDI

Il Tar ha respinto in prima lettura la richiesta di sospensiva. Ma attenti, la vicenda al Tar del Lazio non si è ancora conclusa; il nostro avvocato, presentando "l'istanza di prelievo" farà rinviare la causa nel merito e contemporaneamente ricorrerà al Consiglio di Stato per stringere i tempi al massimo.
Dichiarare incostituzionali norme appena imposte dal Parlamento (e all'unanimità) per un tribunale non è cosa facile e ci siamo trovati nella strana situazione che tutti (a parole) ci davano ragione, ma al momento di decidere l'attendismo tutto italiano e la tecnica del rinvio hanno prevalso.

Ha contribuito a produrre l'indecisione la presenza di un noto elemento di una delle associazioni che a suo tempo invitarono i ministri dell'epoca, in particolare Frova, Pagani e Vizzini a imporre la trasformazione delle ditte individuali in società con relativa assunzione di dipendenti e a rilasciare concessioni fasulle. 
Questo  personaggio, per più giorni, si è aggirato negli ambienti del Tar del Lazio sostenendo che la dichiarazione di incostituzionalità dei due punti in questione avrebbe compromesso l'affermazione del digitale e prodotto uno sconquasso anche nei confronti del risanamento dell'impiantistica, della telefonia mobile e della distribuzione del segnale via cavo.
Questi discorsi, fatti in particolare ad un elemento del collegio giudicante hanno destato grosse perplessità al punto che la prudenza ha finito per prevalere anche contro le evidenti incostituzionalità contenute dalla legge 66/2001.
Che stavamo toccando pesantemente gli affari di quanti vivono alle spalle delle emittenti locali lo sapevamo e prevedevamo tiri del genere; non a caso, in posta riservata, abbiamo raccomandato più di una volta di stare attenti ad informare il meno possibile i nemici dell'emittenza locale.
Nei prossimi giorni racconteremo alcuni fatti indicativi che mostreranno quanto questi nostri timori non fossero infondati.

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27 settembre 2001
A DOMANI
Nel tardo pomeriggio di oggi è stata discussa la causa n.38:

"ANNULLAMENTO NORME DI ATTUAZIONE D.L. 5 CON LEGGE 66/01"
Ricorrente: Conna, Assoc. Coordinamento nazionale Nuove Antenne e altri.
Avvocati: Besi avv. Alfredo, Falchi avv. Gianluigi,
Contro: Presidenza del Consiglio dei Ministri
Ministero delle Comunicazioni, già PP.TT.
Avvocati: Avvocatura dello Stato
Collegio giudicante:
Filippo Marzano, presidente
Paolo Restaino, consigliere
Roberto Politi, consigliere-relatore.

A causa dell'insediamento del presidente del Tar che avviene ogni cinque anni (proprio il 27 settembre del 2001 doveva accadere!) l'intera mattinata e parte del pomeriggio sono andati perduti e solo nella tarda serata di domani ci sarà possibile conoscere il pronunciamento del Tar che pubblicheremo immediatamente su questo sito.
Quanto ai tempi di presentazione delle domande, abbiamo accertato che a causa del giorno festivo di domenica, il termine massimo scade alla mezzanotte del giorno 1° ottobre (assicurarsi, specie nei piccoli centri in merito agli orari di apertura degli uffici postali).
A giudizio unanime di avvocati ed esperti con i quali abbiamo avuto modo di parlare, nella sostanza della questione, ossia sulla incostituzionalità delle norme contenute nella legge 66/2001, non ci sono dubbi. Siamo quindi moderatamente ottimisti pensando che solo cavilli procedurali (e non dovrebbero essercene stati) potrebbero aver intralciato la nostra sacrosanta rivendicazione.
Avvertiamo quanti si trovassero in difetto rispetto a quanto impone il decreto- regolamento della legge n.66/2001, di non temere possibili inconvenienti di interdizione: la ragione è dalla nostra parte e non abbiamo dubbio alcuno che riusciremo ad affermarla. 
Ognuno quindi presenti la sua domanda al meglio delle sue possibilità e ci tenga informati (possibilmente per iscritto , in lettera postale o e-mail) se si è trasformato in società o meno, se non ha potuto assumere dipendenti o se ha avuto inconvenienti di altro genere. 
Lunedì prossimo alle ore 17 siamo stati invitati ad una assemblea al Largo Brazzà, sede politica del Ministero delle Comunicazioni, presente il sottosegretario Baldini, e probabilmente il ministro (se riuscirà a liberarsi - pensiamo - da una delle tante manifestazioni mondane cui è solito partecipare).

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26 settembre 2001
NUMERO 38
Domani, il Tar del Lazio dovrebbe pronunciarsi in merito alla nostra causa che è iscritta con il numero 38.
Considerato che il Tribunale potrà riunirsi solo in pomeriggio perché in mattinata è previsto l'insediamento del presidente,  potremo dare notizie appena in serata, direttamente su questo sito Internet.
Una raccomandazione a tutti gli operatori radiofonici e televisivi (anche questi ultimi sono assillati da imposizioni di dubbia costituzionalità), comunque vadano le cose, questa non è che una tappa giudiziaria. Tante altre ce ne saranno, e state tranquilli che prima o poi vincerà la ragione nei confronti dei fuorilegge interni ed esterni alla categoria delle radio e delle televisioni locali.  
(Mario Albanesi) 

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24 settembre 2001
SOLO UNA TAPPA

Ci scrive un nostro antico associato che conosce i propri diritti e intende affermarli. Nella lettera fa cenno al solo problema della costituzione della società, non nominando neppure quello dell'assunzione obbligatoria, tanto, evidentemente,  ritiene assurda e irritante questa disposizione. Quella del Tar è solo una tappa (speriamo di vincerla), del lungo giro giudiziario che abbiamo in mente di svolgere. Con amici come Leandro e con tutti gli altri che con rispettabile decisione in qualche modo cercano di "mettersi maggiormente al sicuro", siamo certi di riuscire a dimostrare che anche le imprese "locali" hanno carattere e dignità.

Poche ore ci dividono dall'esito del ricorso al Tar del Lazio presentato dall'avvocato Besi. 
Il Conna ci chiede coraggio. Può non averne uno che ha preso parte alla "spericolata" impresa di protesta a Monte Cavo (32 giorni di permanenza a 1000 metri di altezza ai Castelli romani) e che ha permesso ai magistrati del Tar del Lazio di prendere cognizione del problema al punto da tenere in sospensiva un gran numero di emittenti che altrimenti avrebbero chiuso? No di certo.
Quindi, per il momento, non vado a costituire alcuna non giustificata e demenziale società, poi si vedrà.....
Di fronte alle legittime e rassicuranti considerazioni che ci vengono dal Conna, resto in attesa di precise disposizioni.

Leandro Cimaduomo
Radio Canale 93 - Foggia

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23 settembre 2001
IL TERRORISTA 
Non sempre i terroristi hanno la barba nera e la bomba a palla in mano; c’è un signore dai modi gentili, dalla parola facile, profumatissimo che ci si dice anche esperto ballerino di salsa, che approfittando di uno speciale contratto telefonico Telecom che consente di pagare una somma fissa in cambio di un numero illimitato di telefonate interurbane, chiama tutti insistendo nel terrorizzare i titolari di emittenti radiofoniche, cercando di scoraggiarli il più possibile per poterli poi “recuperare” al proprio comitato di affari, spacciato per associazione di categoria, dal quale si è verificato un fuggi fuggi generale.
L’accanimento del “terrorista” – ci si consenta anche di scherzare chiamandolo così – assume un carattere particolarmente virulento nei confronti di coloro che hanno dei dubbi se presentarsi come ditte individuali non sottostando ai ricatti imposti da regole mai sentite prima.
Giova a questo proposito il ragionamento fatto da un nostro iscritto/ricorrente di cui abbiamo già parlato, che con il solo buon senso è giunto alla conclusione che di fronte ad una legge destinata a cadere miseramente la prossima settimana o nella peggiore delle ipotesi in altra occasione giudiziaria, coloro che corrono i massimi rischi sono proprio quelli che in queste ore si stanno assumendo oneri più grandi di loro, insostenibili sulla distanza. 
Le ditte individuali che invece si presenteranno come tali, potendosi difendere tutte insieme per lo stesso motivo, probabilmente, (se mai il Ministero arriverà all’esame delle domande!) avranno più possibilità di far
valere le proprie ragioni e quindi di sopravvivere.
Se la nostra non è diventata una repubblica delle banane o del caffè (e non lo crediamo),
è ragionevole pensare di incappare in un giudice talmente incosciente di far finta di nulla di fronte a due punti palesemente incostituzionali come quelli di trasformarsi in società di capitali e di assumere obbligatoriamente due dipendenti? Può anche darsi che accada una volta, ma alla seconda, beh, non abbiamo una opinione così deleteria e qualunquista della magistratura italiana!
Coraggio quindi, e nessuno si lasci prendere dal panico da esclusione pronto a vendere per “non perdere una occasione che forse non si presenterà più”. La vera opportunità di mettere le cose in chiaro una buona volta la stiamo vivendo in questi giorni. 
Il
  27 settembre, oltre ad essere la consueta giornata di pagamento degli stipendi, potrebbe rivelare una pietra à miliare su cui fondare la difesa delle emittenti locali; e se non sarà quella del 27, cercheremo subito un’altra prima pietra: il Balilla genovese di Portoria fondò la sua rivoluzione contro gli austriaci su di un sasso.  

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22 settembre 2001
LA LEGGE DELLE BEFFE

105 milioni di ascoltatori (mezza Europa) con  possibilità di splittare la pubblicità ad una sola società con 2 dipendenti part-time, questo si consente, a soggetti definiti "locali" nella legge 66-2001, come ha rilevato leggendola attentamente  il collega De Marinis, sempre attento interprete e conoscitore delle leggi.

Ci sarebbe persino da ridere se molti di noi in questi giorni non ci rimettessero il sonno e purtroppo a volte anche la salute nella morsa dei dubbi e delle ansie sul da farsi per questa "verifica dei requisiti", in vista della scadenza del 30 settembre.
Ma quali requisiti? se nel 1994 ci è stata rilasciata una concessione, allora i requisiti andavano bene e si sono pur intascati i soldi per il rilascio e i canoni: sembrerebbe che per assecondare gli interessi di qualcuno dal 1993 ad oggi sia cambiata persino la Costituzione!
Cosa abbiano offerto associazioni e mercanti di frequenze che ben conosciamo ai signori del Ministero per ottenere in cambio tanto non ci è dato sapere, ma evidentemente la grottesca parzialità di tale legge che si propone di far pulizia (proprio questa parola è stata usata col Ministro) della piccola e media emittenza radiofonica è stata ben ripagata con chissà quali promesse.
Un altro motivo forte per non entrare nel sacco preparato per noi costituendo società di capitali e assumendo personale che in seguito sarebbe difficile se non impossibile sostenere per moltissimi, o peggio  declassarci in radio comunitarie come taluni consigliano.
La decisione che io stesso ho preso pur avendo già pronta
l'intera documentazione per realizzare una srl è quella di presentare la documentazione completa come ditta individuale come ho fatto nel 1993, allegando il documento approntato dal CONNA e dai nostri legali nel quale, oltre a ribadire l'incostituzionalità delle norme contro le quali si è ricorso, si fa presente al Ministero la nostra intenzione di difendere sino in fondo questa posizione ricorrendo in tutte le sedi giudiziarie possibili, compresa la Corte di giustizia europea nel caso, pur assai improbabile, che il 27 il TAR del Lazio si dichiarasse non competente, avanzando contemporaneamente in sede civile richieste di danni per decine di milioni di Euro su eventuali tentativi di disattivazione, oltre ad impugnare immediatamente gli stessi davanti a TAR e al Consiglio di Stato.
Ora di fronte ad una interrogazione parlamentare con risposta scritta il Ministro non potrà più tergiversare e vedremo finalmente da che parte sta, da quella dei diritti costituzionali o degli affaristi; intanto, presentiamoci compatti disattendendo le norme incriminate
non trasformandoci in società di capitali, declassandoci in comunitarie, invitando  coloro che già sono società di persone o srl a non assumere dipendenti.
La legge e la Costituzione sono dalla nostra parte, unitevi alla "lista dei coraggiosi": se avete perso il sonno in questi giorni lo ritroverete (la
mia decisione, molto  sofferta, su di me ha avuto un effetto liberatorio) e avrete in più la sicurezza e l'energia di chi sta dalla parte giusta.

Danilo Maddalon 
(Radio Nuova Musica)

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20 settembre 2001

UN MOMENTO DECISIVO
Hanno un aspetto patetico - ci si consenta l'espressione che non vuole affatto essere irriverente - gli sforzi inauditi cui le radio si stanno sottoponendo pur di risultare formalmente in "regola". Società, cooperative, dipendenti, part-time, un vorticare di assurdità imposte da malfattori interni ed esterni alla categoria al punto che non possiamo che ammirare quanti hanno deciso di respingere in blocco il cumulo di illegalità contenute nella legge 66 rimanendo ditte individuali o non assumendo personale dietro comando.
Che la partita che stiamo giocando sia impostata sulla vita o la scomparsa totale delle "locali" non è una nostra esagerazione e purtroppo se non riuscissimo nel nostro intento di far pulizia non varrà l'essersi "messi al sicuro" da un punto di vista burocratico. 
Che tutto sia impostato a favore delle grosse emittenti anche per le "interpretazioni" di comodo lo dimostra lo scritto che segue di Roberto De Marinis di Reteotto (Publimedia Italia)
.

 
UN  NUOVO PERICOLO
CON UNA NOTA INVIATA A UN "CONSULENTE" DI EMITTENTI, CHE AFFIANCA A TALE PROFESSIONE QUELLA  DI MERCANTE DI FREQUENZE (ANCHE VIA INTERNET), LA DIREZIONE GENERALE CONCESSIONI E AUTORIZZAZIONI DEL MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI, HA DIFFUSO QUELLA CHE DOVREBBE ESSERE UNA "INTERPRETAZIONE AUTENTICA" DELLA LEGGE 66 NELLA PARTE CHE RIGUARDA IL LIMITE TERRITORIALE (4 REGIONI AL NORD E 5 REGIONI AL CENTRO-SUD, CON UN MASSIMO DI 15.000.000 DI ABITANTI SERVITI).
SECONDO QUESTA "INTERPRETAZIONE", LA DOTT.SSA LAURA ARIA CHIARISCE CHE TALE LIMITE NON SI APPLICHEREBBE AI SOGGETTI PROPRIETARI DI CONCESSIONI (CIOE' ALLE SOCIETA' DI CAPITALI CHE VENGONO IMPOSTE A TUTTI). IL LIMITE TERRITORIALE VERREBBE INVECE APPLICATO ALLE SINGOLE EMITTENTI. INOLTRE OGNI SOGGETTO (SOCIETA') PUO' ESSERE PROPRIETARIO DI PIU' CONCESSIONI.
NE CONSEGUE CHE AD ESEMPIO UNA SOCIETA' CONCESSIONARIA LOCALE -SECONDO QUESTA BRILLANTISSIMA INTERPRETAZIONE DELLA LEGGE 66/2001- POTREBBE ESSERE PROPRIETARIA DI 5 RADIO, OGNUNA DELLE QUALI FA SERVIZIO IN 4 REGIONI. PER UN TOTALE DI 20. CIOE' TUTTA L'ITALIA.
QUESTO SIGNIFICA CHE EMITTENTI LOCALI DIVENTEREBBERO DI FATTO NAZIONALI, CON IN PIU' L'AGGRAVANTE DI POTER VENDERE PUBBLICITA' LOCALE. QUESTA INTERPRETAZIONE AUTENTICA E' UNA VERA VIOLAZIONE DELLA LEGGE 66/2001, CHE INVECE SCRIVE CHIARAMENTE CHE IL LIMITE TERRITORIALE SI APPLICA A CIASCUN "SOGGETTO CONCESSIONARIO" E NON A CIASCUNA "EMITTENTE CONCESSIONARIA". VOGLIO INFORMARVI CHE AMMINISTRATIVAMENTE PARLANDO QUESTA CIRCOLARE DIFFUSA DALLA DGCA HA UNA VALENZA MERAMENTE "ACCESSORIA" CIOE' SECONDARIA RISPETTO AL DETTATO NORMATIVO. TRA L'ALTRO ESSA OVE APPLICATA (E LO STANNO GIA' FACENDO RADIO MATER E RADIO DONNA) STRAVOLGEREBBE TUTTA QUELLA PARTE DELLA LEGGE 223/90 CHE E' RIFERITA ALLE EMITTENTI NAZIONALI. ECCO DUNQUE QUELLO CHE CI STANNO PREPARANDO. CHI SOPRAVVIVERA' CON SRL E BIDIPENDENTI, SI TROVERA' AD AFFRONTARE DIFFICOLTA' ANCHE SOTTO IL PROFILO DELLA RACCOLTA PUBBLICITARIA.

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19 settembre 2001 (sera)
RICOMINCIAMO
Per cause ancora sconosciute il nostro sito www.conna.it dalle ore 16 di ieri è bloccato. Abbiamo già provveduto ad avvertire tutti i radiotelevisivi di utilizzare il sito alternativo del Conna www.nuoveantenne.it; ora, con la ripresa del collegamento, sia pur precaria, ricominciamo da dove eravamo rimasti, ringraziando il nostro amico Antonio Gualtieri di Terni che a suo tempo ci ha concesso gratuitamente il nostro dominio, per il continuo lavoro che sta svolgendo per ripristinare il normale funzionamento delle sue apparecchiature cui siamo collegati.  

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19 settembre 2001
TUTTI NEMICI?
Chi pensa che tutti gli siano ostili è affetto da paranoia, anche se il caso delle emittenti fa pensare: televisioni mute, stampa assente, i maurizicostanzi che sempre pronti a parlare della “fritola” come diceva il nostro caro amico Sergio Saviane che cogliamo l’occasione per ricordarne la recente scomparsa, che tacciono ostinatamente.
Noi, a differenza di tanti nostri amici radiotelevisivi pessimisti, non abbiamo mai perso le speranze che improvvisamente vengano riscoperte le emittenti locali; che i comuni si accorgano che un mezzo radiofonico e televisivo locale è da considerare un bene di pubblica utilità da proteggere, che le regioni smettano di partorire mostriciattoli che si chiamano Corerat o Corecom, dalle accertate incompetenze, infarciti di opportunisti che a tutto pensano meno che ad essere utili al territorio dando aiuto a quei mezzi di pubblica utilità che sono le emittenti locali; che il mercato pubblicitario si apra finalmente con una Upa la smetta di far figli e figliasti, e che anche i politici ritrovino un minimo di onestà, di indipendenza e combattività in quelle occasioni in cui vogliano giustificare lo stipendio che viene loro elargito dalla comunità.
Un politico che non ha avuto bisogno di particolari sollecitazioni se non appena la segnalazione del problema ad opera di Radio Ufita è il senatore Agelo Flàmmia che ha rivolto una interrogazione urgente al ministro Gasparri di cui ha dato notizia ieri sera anche la trasmissione Rai "Oggi in parlamento". 

Questo il testo dell'interrogazione:

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA  SCRITTA  

Al signor ministro delle comunicazioni on. Maurizio Gasparri

Premesso:

Che la legge 20 marzo 2001. n. 66 “recante disposizioni urgenti in materia di trasmissioni radiotelevisive” stabilisce che le emittenti di radiodiffusione sonora in ambito locale a carattere commerciale, per poter proseguire nel loro esercizio, alla data del 30settembre 2001, debbono ellere in possesso del requisito giuridico di: “Società di persone o di capitali o di società cooperativa che impieghi almeno due dipendenti in regola con le vigenti disposizioni in materia previdenziale”; Che si è in attesa per la fine del mese di settembre del pronunciamento del TAR del Lazio sul ricorso presentato contro la suddetta norma, da parte di alcune emittenti locali a ditta individuale, sostenuto dall’Associazione CONNA, per conto di altre 300 emittenti dello stesso tipo. 

L’interrogante Chiede

Al sig. ministro se non ritiene di disporre almeno del differimento di qualche mese del termine del 30 settembre per l’attuazione delle norme richiamate, al fine di consentire alle suddette emittenti di continuare ad preparare e mettersi in regola, a pronunciamento avvenuto del Tar.  

Sen. Angelo Flammia                                                      18 settembre 2001

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17 settembre 2001
IL GIOCHINO
Tanti telegrammi, sms/fax, lettere, comunicati in tutta Italia.  Il ministro Gasparri, il suo segretario Franco Volpi e la sua segretaria personale signora Lenzini non possono certo dire di non saperne nulla, ma fanno i duri.
Giocano sulla pelle di chi vive sulla radio insieme alla sua famiglia; ma è un giochino al gatto e al topo che mostra tutta la loro incoscienza, la loro ignoranza dell'assetto abnorme che via via il settore radiotelevisivo è andato assumendo e che meritava di essere immediatamente rimosso il giorno stesso del loro insediamento.
Da tempo non ci fidiamo più dei politici; lo abbiamo detto e scritto più volte, tuttavia, un ministro che subito dopo la sua elezione scriveva al presidente del Conna chiamandolo "carissimo" e promettendo di ripagare con "l'onestà e la coerenza" gli auguri di buon lavoro che gli avevamo rivolto, pensavamo intendesse onorare la parola data. 
Non sarà così? Saremo gli ultimi a stupircene. 
Mancano tredici giorni per concedere la proroga che ci spetta di diritto e nulla ancora si muove; sappia il signor ministro che sarebbe stato doveroso pronunciarsi ed emanare un decreto già dal 1° settembre. Non averlo fatto in tempi ragionevoli, ovvero entro  la prima decade di settembre, ha aperto le vie giudiziarie.
Tutte a nostro favore. (Mario Albanesi)
 

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16 settembre 2001 (sera)
LA LISTA DEI CORAGGIOSI
E' ormai certo che un buon numero di emittenti radiofoniche  rivolgeranno domanda come ditte individuali opponendosi all'imposizione incostituzionale di cambiare ragione sociale e anche al secondo gravissimo obbligo di assumere dipendenti.
Il Conna prende atto di questa posizione che ritiene legittima  e perfettamente difendibile assicurando fin da ora:

1) il patrocinio legale di fronte a possibili impedimenti alla prosecuzione dell'attività presso il Tar del Lazio ed eventualmente al Consiglio di Stato;

2) l'invio di un documento da allegare alla domanda che spiega punto per punto le ragioni dell'impresa individuale;

3) i moduli riguardanti le autocertificazioni e la domanda.

Per conoscere la prima lista delle ditte individuali che intendono restare tali, cliccare qui.

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16 settembre 2001
COME LEONARDO
Abbiamo
cominciato ad inviare alle emittenti ricorrenti iscritte al Conna, divise per tipologia,  la domanda accompagnata dalle dichiarazioni sostitutive di certificazione che dovrebbe  consentire secondo la legge 66/2001 la "verifica" da parte del Ministero delle comunicazioni del "possesso dei requisiti necessari per la prosecuzione dell'esercizio dell'attività di radiodiffusione privata".
Al generale scontento per una prova di così basso livello da parte delle istituzioni, trasfusa in una legge dello Stato, si accompagna una numerosa serie di prese di posizione identiche a quella dell'amico Arsenio (potenza dei nomi) titolare di " Teramo Radio City, e di Radio Calolzio che senza esitazioni, fin dal primo momento, hanno manifestato una fiera volontà di riscossa in perfetto accordo con la linea tracciata dal Conna.
Nella sola giornata di oggi si sono aggiunte altre cinque ditte individuali che hanno deciso di presentare l'intera documentazione chiusa nella busta regolamentare (guai a sbagliare indirizzo: Ministero a destra,  emittente a sinistra perché i funzionari sanno leggere solo da destra a sinistra, come faceva Leonardo) con aggiunto un documento fornito dal Conna che ribadirà punto dopo punto tutte le incostituzionalità di cui si sono macchiati, politici, ministeriali, associazioni e manutengoli di varia caratura. Esse sono:

Ci manca ancora la segnalazione della tipologia di un buon numero di emittenti (snc, srl, comunitarie ecc...).Gli interessati alla ricezione di domande e autocertificazioni mandino notizie in proposito a conna@conna.it  

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13 settembre 2001
DETERMINAZIONE
Alle dichiarazioni che riceviamo a voce, si sono aggiunte due lettere mandate da Radio Calolzio e da Teramo Radio City, che mostrano grande determinazione nel voler presentare i documenti richiesti alla scadenza del 30 settembre, rivendicando il proprio stato di ditta individuale.
Allo scopo di verificare il numero delle radio che intendono fare altrettanto, vorremmo ci venisse inviata una comunicazione in posta elettronica a conna@conna.it 

Questa la lettera di T.R.C.:

In qualità di titolare di Teramoradiocity non intendo cambiare intestazione della mia ditta, né accettare imposizioni in merito all'assunzione di personale. Ho pensato questo fin da quando  è stata emanata la legge n.66 e  continuo e rimanere di questa opinione.
Se tenteranno di interdirmi dovranno dimostrarmi la costituzionalità degli obblighi imposti, riconoscendomi  l'avviamento di una attività ventennale che oggi costituisce il mio posto di lavoro.
Se ciò non accadrà, sono pronto a battermi in ogni sede sperando di essere assistito dal Conna.  
 Arsenio D'Agostino  teramoradiocity@tin.it

D'Agostino, mostra una decisione che ben si  confà alla linea adottata dalla nostra associazione e il nostro patrocinio ci sarà, sempre; non a caso abbiamo costituito un fondo legale che riteniamo come "sacro", la cui entità, in costante crescita, sarà utilizzata nel senso di ottenere quella giustizia che le emittenti locali hanno atteso per tanto tempo. (Mario Albanesi)

 

11 settembre 2001
UN FATTO NUOVO
Un fatto assolutamente inedito che non avevamo previsto è quello che si sta affermando in modo dirompente: un notevole numero di ditte individuali intende restare tale. 
Stupefacente; chi mai l’avrebbe pensato di fronte alle paure, al timore avuto in passato
di sbagliare il documento e magari la virgola!

Il fatto ancora più sconcertante è che questa decisione non parte da radio-hobby (che peraltro ben poche ormai ne esistono), ma da imprese in cui il titolale nella radio ha un punto di lavoro che intende difendere basandosi sulle leggi vigenti di carattere generale (principalmente Costituzione e codice civile) che sanciscono il diritto al lavoro individuale e la libera iniziativa che non può tollerare imposizioni come l’assunzione obbligatoria di dipendenti.

E’ una scelta coraggiosa che dopo il nostro sconcerto iniziale non possiamo che apprezzare e sostenere individuandone anche un possibile successo considerato che a tutt’oggi sono una trentina i casi che ci sono stati segnalati.
La riflessione che ha generato questa posizione e che mostra una categoria adulta, consapevole dei propri diritti acquisiti, si basa sul fatto che anche ammettendo una mancata sospensiva del Tar del Lazio su quanto il Conna ha chiesto, nel momento in cui il Ministero dovesse arrivare ad una negazione motivata della prosecuzione dell’attività, nessun tribunale amministrativo al mondo - e localmente italiano - di fronte ad una causa collettiva (che il Conna sarebbe pronto a patrocinare) rileverebbe “colpe” da parte dei titolari delle imprese individuali  sufficienti per meritare l’interruzione dell’attività
per non aver assunto obbligatoriamente dipendenti e non essersi trasformati in società di capitali.
Per questa
fascia particolare di emittenti disposta a giocare fino in fondo una partita che o la si vince ora o mai più, il Conna preparerà un documento esplicativo da allegare alla domanda e alle autocertificazioni, ad uso del Ministero ed in un secondo tempo (eventualmente) da produrre in tribunale. 
Scriveteci in merito a questo fatto inedito ed esprimete il vostro pensiero a conna@conna.it 

Questa sera invieremo posta riservata a tutti i ricorrenti, invitandoli a segnalarci il gruppo al quale appartengono (ditte individuali, snc, sas, srl, comunitarie, srl composte da un solo soggetto ecc..), affinché le indicazioni per rivolgere correttamente le domande di “prosecuzione della attività radiofonica” che forniremo gratuitamente corrispondano alla specifica categoria.
Coloro che non dovessero ricevere al loro indirizzo quanto scriviamo, sono pregati di inviarci una nuova casella e-mail perché quella segnalata nel modulo di adesione al ricorso evidentemente non funziona (in genere,
ad ogni spedizione, ci vengono segnalati una decina di mancati recapiti).
 

17 settembre 2001
IL GIOCHINO
Tanti telegrammi, sms/fax, lettere, comunicati in tutta Italia.  Il ministro Gasparri, il suo segretario Franco Volpi e la sua segretaria personale signora Lenzini non possono certo dire di non saperne nulla, ma fanno i duri.
Giocano sulla pelle di chi vive sulla radio insieme alla sua famiglia; ma è un giochino al gatto e al topo che mostra tutta la loro incoscienza, la loro ignoranza dell'assetto abnorme che via via il settore radiotelevisivo è andato assumendo e che meritava di essere immediatamente rimosso il giorno stesso del loro insediamento.
Da tempo non ci fidiamo più dei politici; lo abbiamo detto e scritto più volte, tuttavia, un ministro che subito dopo la sua elezione scriveva al presidente del Conna chiamandolo "carissimo" e promettendo di ripagare con "l'onestà e la coerenza" gli auguri di buon lavoro che gli avevamo rivolto, pensavamo intendesse onorare la parola data. 
Non sarà così? Saremo gli ultimi a stupircene. 
Mancano tredici giorni per concedere la proroga che ci spetta di diritto e nulla ancora si muove; sappia il signor ministro che sarebbe stato doveroso pronunciarsi ed emanare un decreto già dal 1° settembre. Non averlo fatto in tempi ragionevoli, ovvero entro  la prima decade di settembre, ha aperto le vie giudiziarie.
Tutte a nostro favore. (Mario Albanesi)
 

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16 settembre 2001 (sera)
LA LISTA DEI CORAGGIOSI
E' ormai certo che un buon numero di emittenti radiofoniche  rivolgeranno domanda come ditte individuali opponendosi all'imposizione incostituzionale di cambiare ragione sociale e anche al secondo gravissimo obbligo di assumere dipendenti.
Il Conna prende atto di questa posizione che ritiene legittima  e perfettamente difendibile assicurando fin da ora:

1) il patrocinio legale di fronte a possibili impedimenti alla prosecuzione dell'attività presso il Tar del Lazio ed eventualmente al Consiglio di Stato;

2) l'invio di un documento da allegare alla domanda che spiega punto per punto le ragioni dell'impresa individuale;

3) i moduli riguardanti le autocertificazioni e la domanda.

Questa, la prima lista delle ditte individuali che intendono restare tali:

Lady Radio
Radio Abruzzo Marche
Radio Calolzio
Radio Idea
Radio Luna
Radio Magic
Radio Onda Libera
Radio Sicilia
Radio Ufita
Teramo Radio City 

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16 settembre 2001
COME LEONARDO
Abbiamo
cominciato ad inviare alle emittenti ricorrenti iscritte al Conna, divise per tipologia,  la domanda accompagnata dalle dichiarazioni sostitutive di certificazione che dovrebbe  consentire secondo la legge 66/2001 la "verifica" da parte del Ministero delle comunicazioni del "possesso dei requisiti necessari per la prosecuzione dell'esercizio dell'attività di radiodiffusione privata".
Al generale scontento per una prova di così basso livello da parte delle istituzioni, trasfusa in una legge dello Stato, si accompagna una numerosa serie di prese di posizione identiche a quella dell'amico Arsenio (potenza dei nomi) titolare di " Teramo Radio City, e di Radio Calolzio che senza esitazioni, fin dal primo momento, hanno manifestato una fiera volontà di riscossa in perfetto accordo con la linea tracciata dal Conna.
Nella sola giornata di oggi si sono aggiunte altre cinque ditte individuali che hanno deciso di presentare l'intera documentazione chiusa nella busta regolamentare (guai a sbagliare indirizzo: Ministero a destra,  emittente a sinistra perché i funzionari sanno leggere solo da destra a sinistra, come faceva Leonardo) con aggiunto un documento fornito dal Conna che ribadirà punto dopo punto tutte le incostituzionalità di cui si sono macchiati, politici, ministeriali, associazioni e manutengoli di varia caratura. Esse sono:

Ci manca ancora la segnalazione della tipologia di un buon numero di emittenti (snc, srl, comunitarie ecc...).Gli interessati alla ricezione di domande e autocertificazioni mandino notizie in proposito a conna@conna.it  

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13 settembre 2001
DETERMINAZIONE
Alle dichiarazioni che riceviamo a voce, si sono aggiunte due lettere mandate da Radio Calolzio e da Teramo Radio City, che mostrano grande determinazione nel voler presentare i documenti richiesti alla scadenza del 30 settembre, rivendicando il proprio stato di ditta individuale.
Allo scopo di verificare il numero delle radio che intendono fare altrettanto, vorremmo ci venisse inviata una comunicazione in posta elettronica a conna@conna.it 

Questa la lettera di T.R.C.:

In qualità di titolare di Teramoradiocity non intendo cambiare intestazione della mia ditta, né accettare imposizioni in merito all'assunzione di personale. Ho pensato questo fin da quando  è stata emanata la legge n.66 e  continuo e rimanere di questa opinione.
Se tenteranno di interdirmi dovranno dimostrarmi la costituzionalità degli obblighi imposti, riconoscendomi  l'avviamento di una attività ventennale che oggi costituisce il mio posto di lavoro.
 Se ciò non accadrà, sono pronto a battermi in ogni sede sperando di essere assistito dal Conna.  
 Arsenio D'Agostino  teramoradiocity@tin.it

D'Agostino, mostra una decisione che ben si  confà alla linea adottata dalla nostra associazione e il nostro patrocinio ci sarà, sempre; non a caso abbiamo costituito un fondo legale che riteniamo come "sacro", la cui entità, in costante crescita, sarà utilizzata nel senso di ottenere quella giustizia che le emittenti locali hanno atteso per tanto tempo. (Mario Albanesi)

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11 settembre 2001
UN FATTO NUOVO
Un fatto assolutamente inedito che non avevamo previsto è quello che si sta affermando in modo dirompente: un notevole numero di ditte individuali intende restare tale. 
Stupefacente; chi mai l’avrebbe pensato di fronte alle paure, al timore avuto in passato
di sbagliare il documento e magari la virgola!

Il fatto ancora più sconcertante è che questa decisione non parte da radio-hobby (che peraltro ben poche ormai ne esistono), ma da imprese in cui il titolale nella radio ha un punto di lavoro che intende difendere basandosi sulle leggi vigenti di carattere generale (principalmente Costituzione e codice civile) che sanciscono il diritto al lavoro individuale e la libera iniziativa che non può tollerare imposizioni come l’assunzione obbligatoria di dipendenti.

E’ una scelta coraggiosa che dopo il nostro sconcerto iniziale non possiamo che apprezzare e sostenere individuandone anche un possibile successo considerato che a tutt’oggi sono una trentina i casi che ci sono stati segnalati.
La riflessione che ha generato questa posizione e che mostra una categoria adulta, consapevole dei propri diritti acquisiti, si basa sul fatto che anche ammettendo una mancata sospensiva del Tar del Lazio su quanto il Conna ha chiesto, nel momento in cui il Ministero dovesse arrivare ad una negazione motivata della prosecuzione dell’attività, nessun tribunale amministrativo al mondo - e localmente italiano - di fronte ad una causa collettiva (che il Conna sarebbe pronto a patrocinare) rileverebbe “colpe” da parte dei titolari delle imprese individuali  sufficienti per meritare l’interruzione dell’attività
per non aver assunto obbligatoriamente dipendenti e non essersi trasformati in società di capitali.
Per questa
fascia particolare di emittenti disposta a giocare fino in fondo una partita che o la si vince ora o mai più, il Conna preparerà un documento esplicativo da allegare alla domanda e alle autocertificazioni, ad uso del Ministero ed in un secondo tempo (eventualmente) da produrre in tribunale. 
Scriveteci in merito a questo fatto inedito ed esprimete il vostro pensiero a conna@conna.it 

Questa sera invieremo posta riservata a tutti i ricorrenti, invitandoli a segnalarci il gruppo al quale appartengono (ditte individuali, snc, sas, srl, comunitarie, srl composte da un solo soggetto ecc..), affinché le indicazioni per rivolgere correttamente le domande di “prosecuzione della attività radiofonica” che forniremo gratuitamente corrispondano alla specifica categoria.
Coloro che non dovessero ricevere al loro indirizzo quanto scriviamo, sono pregati di inviarci una nuova casella e-mail perché quella segnalata nel modulo di adesione al ricorso evidentemente non funziona (in genere,
ad ogni spedizione, ci vengono segnalati una decina di mancati recapiti).
 

9 settembre 2001
UN SABATO IN UFFICIO
La giornata di ieri sabato, è stata caratterizzata dallo squillare quasi ininterrotto dei telefoni del Conna. Fra le tante richieste in vista della preparazione della documentazione che se nulla interverrà dovrà essere presentata entro il 30 settembre, sono emersi due fatti di cui abbiamo già parlato negli ultimi due giorni.
Anzitutto preoccupazione per la prova di debolezza data a Roma da poche persone che hanno deciso di dar luogo ad una manifestazione completamente fallita che ha fornito un motivo in più al ministro  per ritardare il più possibile l'emanazione di un decreto che allontani la data di presentazione dei documenti, già abbondantemente sobillato dalle note “associazioni” che non vogliono proroghe per poter di incassare il ricco piatto delle consulenze.
L'on Gasparri deve sapere che i rappresentanti dell’emittenza locale non erano quelli che si è trovato davanti la scorsa settimana, e glielo stiamo dimostrando con il notevole numero di telegrammi inviati al largo Brazzà insieme a tanti Sms che realizzati con un normale cellulare al numero 06/6794465, all’arrivo si traducono in un fax con tanto di copertina. Ma non basta, l’iniziativa presa da Tele Acquesio di cui abbiamo dato notizia in questa stessa pagina ha trovano altri che l’hanno raccolta ed è bene che tutte le radio tentino di far approvare dal comune in cui operano il medesimo documento che il Comune di Orvieto ha già inviato con tutta urgenza al ministro.
Nessuno perda tempo, ce n’è troppo poco per evitare di sottostare ai compiti di preparare documenti, formare società,assumere dipendenti ecc..,  perfettamente inutili se il Tar del Lazio si pronuncerà a nostro favore.
Chi può farlo, ricopi il testo da sottoporre al proprio consiglio comunale e chieda al sindaco il pronunciamento dei vari gruppi sul contenuto da trasmettere al ministro Gasparri al largo Brazzà  00187 Roma.
Fateci avere una copia della delibera per allegarla agli atti del ricorso; dei comuni che si rifiuteranno di aiutare il mezzo di servizio pubblico radiofonico locale, ne pubblicheremo i nomi.

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8 settembre 2001
ALL’UNANIMITA’
Il nostro antico sostenitore Luigi (Gigi) Pelliccia di Orvieto, titolare di Tele Acquesio (e relativa radio) non si è mai lasciato fiaccare dalle numerose forme di persecuzione escogitate contro l’emittenza locale e ha sempre seguito e partecipato alla
Resistenza del Conna. Ce lo ricordiamo con la sua troupe televisiva riprendere una manifestazione organizzata dalla nostra associazione a Rocca di Papa a metà Anni Ottanta, come negli anni che sono seguiti, presente e stimolante, fino alla scorsa settimana quando ci ha chiesto di scrivere una risoluzione da sottoporre al  Consiglio del comune di Orvieto.
Ecco quanto ieri sera ci ha comunicato: 

Cari amici del Direttivo, trasmetto il testo della comunicazione (praticamente identica a quella formulata dal Conna), che il gruppo di Alleanza Nazionale al Comune di Orvieto (Terni) ha presentato nell'odierna seduta del Consiglio Comunale e che è stata sottoscritta all’unanimità da tutti i gruppi consiliari presenti alla seduta (AN, SDI, PPI, I Democratici, DS, RC). Essa, sarà inviata nella giornata di domani sabato al Ministro Gasparri con tutta l’urgenza del caso. 

L’idea a la decisione del nostro associato Gigi di coinvolgere il comune in cui operano le sue emittenti locali, non sono fatti isolati;  tanti altri hanno proposto qualcosa di analogo addirittura a livello di provincia e Regione.  Tuttavia, questa è la prima concreta azione giunta a buon fine di cui abbiamo notizia.
Insistiamo quindi nel lanciare questa idea per poter contare anche per il futuro sul sostegno degli enti locali i quali – sia pur tardivamente – dovranno pronunciarsi in merito alla esistenza di mezzi di comunicazione di pubblica utilità, equivalenti ad una strada, un acquedotto o ad una biblioteca. L’invito del Conna, è quindi quello di proporre ai vari Consigli il testo che segue, identico a quello approvato all’unanimità dal Comune di Orvieto.
 

"Onorevole ministro, Lei ha ereditato una pesante situazione in campo radiofonico e televisivo dovuta ad una serie di leggi che si sono sovrapposte l'una all'altra concepite a bella posta per creare insicurezza e selezione a danno delle emittenti più deboli che sono quelle locali. Leggi e regolamenti hanno un tratto in comune: vengono privilegiate in ogni caso le grandi aziende che hanno "potenzialità economica" e "presenza sul mercato" (articolo 16 della legge 223/90 detta di Mammì), calpestando in questo modo l'articolo 21 della Costituzione.
l'Ultima legge emanata in ordine di tempo, la n.66 del 20 marzo 2001, ha superato ogni limite di incostituzionalità laddove impone alle radio locali gestite da soggetti fisici di trasformarsi in società di capitali, obbligando nel contempo queste imprese, quasi sempre piccolissime e a conduzione familiare, ad assumere almeno due dipendenti.
i hanno un tratto in comune: vengono privilegiate in ogni caso le grandi aziende che hanno "potenzialità economica" e "presenza sul mercato" (articolo 16 della legge 223/90 detta di Mammì), calpestando in questo modo l'articolo 21 della Costituzione.
l'Ultima legge emanata in ordine di tempo, la n.66 del 20 marzo 2001, ha superato ogni limite di incostituzionalità laddove impone alle radio locali gestite da soggetti fisici di trasformarsi in società di capitali, obbligando nel contempo queste imprese, quasi sempre piccolissime e a conduzione familiare, ad assumere almeno due dipendenti.
i hanno un tratto in comune: vengono privilegiate in ogni caso le grandi aziende che hanno "potenzialità economica" e "presenza sul mercato" (articolo 16 della legge 223/90 detta di Mammì), calpestando in questo modo l'articolo 21 della Costituzione.
l'Ultima legge emanata in ordine di tempo, la n.66 del 20 marzo 2001, ha superato ogni limite di incostituzionalità laddove impone alle radio locali gestite da soggetti fisici di trasformarsi in società di capitali, obbligando nel contempo queste imprese, quasi sempre piccolissime e a conduzione familiare, ad assumere almeno due dipendenti.

Ciò significa aver perso il senso della legalità e non aver capito l'importanza delle emittenti locali, utili al territorio non solo in occasione di calamità naturali, ma anche agli effetti ricreativi di persone sole e in quanto vivaio di fermenti culturali del posto.

Prenda quindi cognizione nei dettagli Signor Ministro di quello che è un autentico sopruso e sospenda intanto il termine di presentazione delle domande di concessione fissato al 30 settembre prossimo, per poi cambiare radicalmente questa e altre leggi, affinché il settore radiotelevisivo sia finalmente nettato ed equiparato ad una delle tante branche dell'editoria"
.
 

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7 settembre 2001
LA CAPANNA
Il nostro amico Roberto De Marinis di Reteotto, Publimedia di Bari ci ha inviato uno scritto dove racconta di quella che doveva essere una mega-riunione a Roma di qualche giorno fa
, che si è risolta al contrario con la presenza di venti, dicasi venti persone, enumerabili su appena quattro mani.
A questo punto, tornando indietro, saremmo noi stessi a consigliare di dar fiato a fischietti, sparare mortaretti e tric  trac, aggiungendo magari qualche tricche ballacche e un putipù.
Venti persone ben organizzate possono produrre un gran rumore; c’è chi sa fischiare forte con le dita
in bocca e produrre rumori per dono di natura e chi invece ha bisogno di attrezzi. Se ben pilotati, venti diavoli biondi con i baffetti da sparviero non avrebbero ottenuto un risultato nullo (se non addirittura controproducente come è stato): forse, di fronte a strepiti e i clangori il ministro si sarebbe allarmato; rispondendo ad un antico condizionamento che certi animali subiscono quando hanno davanti un avversario che grida più forte di loro.
Questo sarcasmo per l'ira suscitata da una prova di debolezza che ha contribuito a orientare negativamente il ministro di  fronte alla vista di una così oceanica rappresentanza di radio, a spostarsi ancora di più (come se ce ne fosse bisogno) in favore di quelle associazioni affaristiche che hanno imposto società e dipendenti e che temono il pronunciamento del Tar che farebbe loro perdere le remunerative consulenze.
Avevamo parlato e scritto abbondantemente nei mesi scorsi di quanto nocive possano essere manifestazioni intempestive e velleitarie, m
a non ci hanno ascoltato, esponendo l’intera categoria ad una brutta figura e ad un vistoso arretramento.
Se il Conna, facendo appello a tutti i
suoi iscritti radiofonici e televisivi, con gran fatica fosse riuscito a mobilitare 300/400 persone pronte a venire a Roma, cosa esse avrebbero rappresentato davanti al ministro in una città abituata a sfilate di ore e ore di centinaia di migliaia di metalmeccanici o di appartenenti ad altre categorie? Noi sappiamo che, dietro a 300/400 titolari di emittente ci sono milioni di persone, ma i signori del Ministero, non vedendole, non si sarebbero comunque sentiti in dovere di impegnarsi in nessun modo.
Sono ben altre le armi che dobbiamo usare e le conosciamo tutte.
Attualmente
, la più efficace è quella del Tar del Lazio che si pronuncerà il giorno 27; contemporaneamente il Conna è impegnato a chiarire alcuni punti oscuri nella stesura dei documenti, notizie che verranno fornite gratuitamente agli iscritti ricorrenti a partire dalla prossima settimana in "Posta riservata".

P.S. perché abbiamo titolato questo pezzo “La capanna” ? Per associazione di idee in riferimento a quel detto “Pancia mia fatti capanna” pronunciato da coloro che stanno per ricevere qualche cosa di grosso, e non c’è dubbio che i profittatori che si occuperanno conto terzi della documentazione, si apprestano a incassare somme cospicue, continuando poi imperterriti – incassato il bottino - a definirsi “Associazioni di categoria”.
Essi,
come già è avvenuto in passato, riusciranno a salassare le radio locali che invece di spendere somme ingenti – in quanto mezzi di pubblica utilità – dovrebbe riceverne. 

Speriamo che sia l’ultima volta.  

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6 settembre 2001
METTIAMOCI AL SICURO
Il ministro Gasparri, che fino a ieri l’altro non sapeva nulla di radio e televisioni locali, informato dal sottosegretario Massimo Baldini della gravità della situazione che il Conna gli aveva reso nota durante un incontro, aveva mostrato di capire e di voler provvedere con urgenza a cancellare mediante decreto gli obbrobri contenuti nella legge 66/2001.
Oggi invece il ministro, mostrando una faccia completamente diversa, è diventato improvvisamente titubante, pronunciando una serie di luoghi comuni come quello delle difficoltà che si incontrano nel cambiare una legge votata dal Parlamento, o altre inutili considerazioni, lasciando nel vago la vera richiesta precisa del Conna, cioè di far “slittare” i termini di presentazione delle domande.
Come si spiega questo improvviso atteggiamento?  Semplice, con l’intervento sottotraccia di quelle associazioni che a suo tempo pretesero l’imposizione dei dipendenti e la trasformazione delle ditte individuali in società di capitali.
Nessuna sorpresa intendiamoci da parte nostra; che fosse difficile cambiare la legge già lo sapevamo e lo avevamo scritto per spegnere le focosità di alcuni sprovveduti; tuttavia noi non abbiamo puntato solo su questo, ma sulla rivendicazione di un diritto, ovvero quello di recuperare il mese perso in una inutile attesa che venisse pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto-regolamento.
Non c’è dubbio che il ministro sarà costretto, sì, costretto è la parola giusta, a concedere un decreto di proroga per non rischiare azioni giudiziarie basate sul fatto che il decreto-regolamento, per legge, doveva lasciare tre mesi di tempo che invece si sono ridotti a due, per realizzare tutte le operazioni richieste.
Cosa sostenevamo all’inizio di questa durissima battaglia, (dare una “rispolveratina” al nostro archivio ultimissime forse ogni tanto vale la pena di farlo); che dei politici ne avevamo piene le tasche e che la nostra scelta in difesa delle emittenti doveva basarsi esclusivamente sull’intervento della magistratura, augurandoci – aggiungevamo – di avere la buona ventura di capitare in mano a giudici onesti e scrupolosi.
Al ministro Gasparri, le altre associazioni hanno suggerito una vecchia strada che conosciamo benissimo:  sì ad una proroga dei termini di consegna dei soli documenti, ma data pochi giorni prima della scadenza quando a cose avvenute risulti ormai del tutto inutile.
Un gioco che è poco definire poco pulito, cui si rendono animatori e protagonisti gli stessi funzionari del Ministero (che da sempre odiano le radio locali) colpevoli di aver ritardato il più possibile l’emanazione del decreto-regolamento al fine di accogliere le pretese di alcune grosse radio che non contente di “servire” potenzialmente 15 milioni di abitanti, intendenderebbero – acquistando le locali – andare ben oltre.
Basta quindi con le chiacchiere. Il nostro dovere di inviare telegrammi, lettere, Fax via SMS (per questi ultimi cliccare qui) lo dobbiamo fare fino in fondo (mandateci le relative e-mail di conferma) perché potrebbero esserci salutari ripensamenti, ma mettiamoci al sicuro cominciando a lavorare per approntare l’apposita documentazione.
Tutti coloro che risultano ricorrenti che hanno regolarmente sottoscritto la somma del fondo legale in rapporto alle dimensioni della loro impresa fruiranno di prospetti, moduli e consigli.
Mentre ribadiamo il consiglio di non vendere affrettatamente l’emittente, raccomandiamo di prendere contatti con notai e commercialisti, chiedendo loro quanti giorni sono necessari per costituire società e cooperative rl, questo, al fine di aspettare il più possibile il decreto (che non mancherà di esserci) e il pronunciamento del Tar del Lazio.

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5 settembre 2001 
POSTA RISERVATA
Per gli iscritti-ricorrenti ricevere posta riservata (oggi abbiamo inviato un messaggio urgente) è importante.
Purtroppo molte e-mail ci tornano indietro.
Dal momento che abbiamo scelto la rete per comunicare, va da sé che se non ci vengono inviati indirizzi esatti (dopo averli controllati accuratamente con il vostro server) si producono isolamenti che nuocciono alla nostra organizzazione.

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4 settembre 2001
EPPUR SI MUOVE
Qualcosa si sta movendo. Ieri, a Roma, riunione al Ministero.in largo Brazzà - dove hanno cominciato ad arrivare i primi telegrammi che abbiamo chiesto di inviare agli iscritti/ricorrenti - fra il ministro,  sottosegretari, capo di Gabinetto ed il responsabile dei servizi legali.
Il ministro, ha voluto capire esattamente i termini della questione che il sottosegretario Baldini non ha mancato di riportare e di spiegare secondo quanto gli avevamo chiesto; al termine, l’on. Maurizio Gasparri ha incaricato il capo dei servizi legali di studiare un provvedimento adeguato alla difficile situazione che eviti al suo dicastero fare una pessima figura addossandosi colpe che sono quasi interamente di altri.
E’ indubitabile che l’esistenza di un ricorso pendente al Tar preoccupa non poco perché una sospensiva del decreto-regolamento e un rinvio alla Corte costituzionale è perfettamente prevedibile, i Tribunali amministrativi regionali infatti, possono rinviare alla Corte costituzionale una norma di legge che non ritengono sostenibile e a questo proposito basta pensare – oltre alla imponente giurisprudenza in materia – alla legge di “Par Condicio” che il dal Tar del Lazio ha deciso di rinviare alla Consulta.
Una raccomandazione
:  lettere e
telegrammi che ieri invitavamo ad inviare è bene vengano spediti subito perché in questi giorni una ulteriore pressione esterna può essere determinante. E’ anche impegno di tutte le radio di trasmettere il più possibile il comunicato in mp3 che abbiamo allegato in posta riservata e quello che forse oggi stesso pubblicheremo in questo sito, più corto ed efficace.

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3 settembre 2001
SPINTA POPOLARE

Come abbiamo più volte annunciato nei mesi scorsi, è il momento di cominciare l’operazione proroga dei termini di consegna dei documenti perché ogni impresa ha il diritto di conoscere quello che sarà il giudizio del Tar previsto alla fine di questo mese di settembre prima di prendere qualsiasi tipo di decisione.

Se intendevano cacciare nelle secche del mese di agosto l’intera operazione mentre favorivano per inconfessabili pressioni i titolari di reti multiregionali togliendo loro ogni limitazione, questa volta si sono sbagliati perché l’emanazione del decreto- regolamento con un mese di ritardo consente alle radio di pretendere un differimento di alcuni mesi dei termini di presentazione di tutti i documenti richiesti per la cosiddetta “verifica dei requisiti” avvalorato dal fatto che anche l’attività giudiziaria ordinaria si è fermata nei mesi estivi per ben quarantacinque giorni.
Ed ora attenzione, considerato che gli attuali ministro e sottosegretari sono relativamente ben disposti nei confronti delle radio, dobbiamo agire in modo politicamente corretto, rendendoci conto che in questa fase urlare e sparare mortaretti non serve a nulla come dicevamo ieri.
Dobbiamo a questo punto mostrare la “volontà popolare” (il “popolare” è riferito agli ascoltatori oltre che alle emittenti) di ottenere questo “slittamento” dei tempi, affinché a proroga concessa, di fronte ad una obiezione che potrebbe essere fatta in Consiglio dei ministri, il vertice del Ministero delle comunicazioni possa mostrare con tutta evidenza lettere e telegrammi (il fax è meglio utilizzarlo in altre occasioni) che giustifichino la proroga concessa alle emittenti locali
Da domani quindi (oppure da oggi stesso) ogni titolare di emittente (se anche non ricorrente ha tutto l’interesse di farlo) deve impegnarsi di mandare uno o più telegrammi sollecitando gli ascoltatori a fare altrettanto (questi ultimi, per una spesa minore, possono inviare anche una lettera in posta prioritaria, purché la mandino) al seguente indirizzo:


Ministero delle comunicazioni 
On. Ministro Maurizio Gasparri
e sottosegretari:

senatore Massimo Baldini
on. Giancarlo Innocenzi
Largo Brazzà
00186 Roma

 Il testo della lettera o del telegramma può essere improvvisato dalla persona che lo scrive, per esempio: “Chiedo venga fissata al 31 dicembre prossimo la data di presentazione della documentazione per il rinnovo della concessione di radio……”.

Se pensiamo che alcune emittenti non appena lo hanno chiesto hanno ottenuto un gran numero di firme degli ascoltatori, a ministro e sottosegretari dovrebbe arrivare una buona quantità di corrispondenza.

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1 settembre 2001
I MORTARETTI
Un nostro iscritto ricorrente, Arsenio D'Agostino, titolare di Radioteramocity ha preso una iniziativa ben calibrata, scrivendo al ministro Gasparri una lettera (a questo proposito raccomandiamo di stare molto attenti a non intraprendere azioni ben meditate per non rischiare di comportarsi come il classico elefante nel negozio di cristalleria) cui il ministro ha risposto con inusitata prontezza.
Gasparri afferma di aver particolarmente a cuore la sorte delle radio e promette il massimo interessamento da parte del suo dicastero.
Purtroppo ci troviamo di fronte ad una legge, la 66/2001 e relativo regolamento, votata dal centro-sinistra come dal centro-destra appena pochi mesi fa, e Ministro e sottosegretari - anche se si sono resi conto delle enormità contenute in questi provvedimenti - non hanno la possibilità di cambiare quelli che sono i meccanismi legislativi lenti e farraginosi. Una nuova legge che ribalti completamente una impostazione, che tra l’altro ha avuto il pieno sostegno di quei centri di affarismo che sono le associazioni a carattere speculativo, non la si improvvisa in poche settimane, può solo accelerarne la formulazione un pronunciamento della magistratura come quello di cui siamo in attesa dal Tar del Lazio.
Tutto ciò che al momento si può chiedere al titolare del Ministero delle comunicazione e ai suoi vice ministro, è uno slittamento dei termini della presentazione delle domande di cui già ne intravedevamo la necessità il mese scorso, per dar modo e tempo alle emittenti di decidere cosa fare e come comportarsi.
A proposito del sopraccitato elefante, possiamo anche capire le ragioni commerciali di fondo avanzate da qualche organizzazione, ma introdursi in ambienti ministeriali senza avere la necessaria competenza, magari pilotando allo sbaraglio una microscopica armata Brancaleone in possesso di fischietti, mortaretti, e tric-trac, significa in questa fase fare la parte dello sfasciacarrozze rischiando di combinare grossi disastri: non basta in questo momento il folclorismo creato da “quattro urlacci" a proseguimento delle vacanze estive per cambiare le cose in una situazione che invece richiede grande capacità decisionale e nel contempo delicatezza.
Comunicazioni di servizio.
Abbiamo inviato in allegato alla posta riservata un comunicato sonoro in mp3 efficace, e breve 1'10"; dal prossimo lunedì sarà possibile scaricarlo con estrema facilità direttamente da questo nostro sito.
Ricevuto il nuovo indirizzo da Radio Mistral, preghiamo le seguenti emittenti di trasmetterci il loro -  aggiornato -  chiarendo il rapporto con il loro server perché quelli in nostro possesso non permettono l’invio della posta riservata.
Radio Dance Trieste; Radio Iglesias; Radio Video City Paternò Catania.

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