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ULTIMISSIME - Agosto 2011

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31 agosto 2011
PENOSO!
Ieri mattina il Consiglio di Stato ha confermato la sospensiva richiesta dall'Agcom per quanto aveva stabilito il Tar del Lazio, ovvero l'annullamento della delibera n. 366/10 che assegnava in modo autoritario e in automatico i numeri LCN sui tasti dei telecomandi dei televisori, lasciando al momento la questione aperta in attesa di maggiore approfondimento quando si entrerà nel merito.
In udienza si è verificato che da una parte c'erano un gruppo di associazioni riunite nel CARTv (di cui il Conna fa parte) difese dagli avvocati Domenico Siciliano e Antonella Giglio in possesso di numerose dichiarazioni di enti vari e associazioni di consumatori; dall'altra, a fianco e a supporto di Agcom e di Paolo Romani (la personalizzazione è voluta) la penosa presenza delle due note associazioni che soddisfatti gli appetiti dei loro "clienti" ritenuti più importanti (da Confalonieri a Giunco e ad altri) hanno ancora una volta preso in giro tutti gli altri.

Nei prossimi mesi il CdS entrerà nel merito e alle pretese dei collaborazionisti ben pasciuti di ogni tipo di Agcom e MSE opporremo idee  - come quelle contenute nel comunicato che segue - che non potranno lasciare indifferente il collegio giudicante.

 

COMUNICATO STAMPA

 

Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospendere l’esecuzione di quanto stabilito dal Tar del Lazio che aveva annullato la delibera Agcom n. 366 sull’attribuzione dei numeri dei telecomandi dei televisori che hanno imposto d’imperio il ministero gestito da Paolo Romani e l’Agcom dominata da una maggioranza politica orientata a tutto favore delle reti nazionali private.

In sede di pronunciamento definitivo, il Consiglio di Stato però non potrà che confermare la sentenza del Tar del Lazio perché sarebbe insostenibile impedire al cittadino consumatore di memorizzare le stazioni che preferisce a suo piacimento, esattamente come avveniva per la ricezione analogica.

Potranno anche essere stabilite delle eccezioni, per esempio assegnando in tutta Italia i primi tre numeri dei telecomandi al servizio pubblico gestito dalla Rai, ma gli altri, dal 4 al 9 non potranno essere attribuiti vita natural durante a singoli soggetti che possono nel tempo non riscuotere più i favori dei cittadini magari per un offuscamento della loro rappresentatività industriale se non per un pur sempre possibile tracollo finanziario.

Inoltre sarebbe intollerabile assistere ad una mercificazione dei numeri assegnati in automatico - ritenuti motivo fondamentale di successo commerciale - che diventerebbero oggetto di vendita ad altissimo prezzo ad aziende emergenti come avviene in altri campi (licenze dei taxi, cessione di concessioni ecc..).

A parte la questione dei numeri LCN sui telecomandi le imposizioni autoritarie non finiscono qui perché a breve seguirà - sempre organizzata dall’accoppiata Agcom e ministero - l’asta delle frequenze espropriate a circa 200 televisioni locali italiane non tanto per “far cassa” ma per far tacere tante voci che tolgono ascoltatori ai grossi gruppi e non sono controllabili politicamente. Una posizione che potrebbe costare cara allo Stato che sarà chiamato a rispondere in sede nazionale ed europea, costretto a versare una somma di indennizzo di gran lunga superiore ai 3/4 miliardi di euro incassati con la confisca delle frequenze.


Coordinamento nazionale Nuove Antenne (Conna)

28 agosto 2011
IL DIRITTO
Abbiamo atteso il ritorno dalle ferie di buona parte dei cittadini per annunciare la sintesi della "Storia dell'emittenza in Italia" realizzata in otto video di 4 minuti ciascuno, cioè  rispettando i tempi televisivi che non ammettono lungaggini.
Sulla home page di questo sito infatti, "cliccando" sulla scritta in giallo "Il crollo" appare l'intero lavoro video e anche la sua versione radiofonica.
Considerando che la maggior parte degli inconvenienti che hanno portato alla chiusura molte radio e televisioni e ad una vita grama le sopravvissute è dovuta in buona parte al disinteresse, al disfattismo, alle scelte sbagliate degli operatori stessi della categoria i cui addetti spesso hanno preferito rivolgersi ad affaristi scambiandoli per sindacalisti, è necessario  che ognuno, anche se convinto di sapere tutto, dia una rapida scorsa (sono sufficienti 32 minuti in tutto) ai principali accadimenti, "rispolverando" una memoria storica in grado di dargli più forza,  maggior chiarezza di idee e di propositi rivendicativi.
Anche i cittadini tutti sentendo trasmettere per radio e televisione una narrativa di fatti che non conoscono, dovranno rendersi conto che le emittenti locali - dopo il servizio pubblico opportunamente liberato da profittatori, infiltrati e ruffiani - sono le sole ad avere legittimamente (e costituzionalmente) il diritto di esistere.


06 agosto 2011
IL RILANCIO
Vanno oltre il previsto i consensi per aver raccontato in video la storia di quanto è avvenuto nel mondo della comunicazione radiofonica e televisiva a partire dalla sentenza n. 202 della Corte costituzionale del 1976 che sanciva la fine del monopolio della Rai sulle trasmissioni in etere.
Gli apprezzamenti sono venuti soprattutto dai giovani e c'è un motivo che al momento non avevamo considerato: per aver appreso direttamente i fatti, una persona oggi dovrebbe avere cinquant'anni o poco meno, gli altri, per sentito dire, sono magari a conoscenza  dell'esistenza della P2, degli abusi del craximo, delle vergogne del berlusconismo e dell'illegale affermarsi delle reti nazionali radio e tv,  ma un altro conto è apprendere in sequenza lo svolgersi degli avvenimenti che stravolsero completamente gli intendimenti della sentenza 202 della Consulta.
L'intero lavoro per un totale di 32 minuti divisi in 8 puntate registrate in momenti diversi (sei se escludiamo la presentazione "Il crollo", e la base programmatica finale "Il rinascimento") può anche darsi finisca per essere venduto edicola perché la libera espressione ed il diritto di comunicare sono argomenti che interessano l'intera collettività e non solo gli operatori del settore televisivo e radiofonico.
La prospettiva che si apre - non a caso l'epilogo ha per titolo "Il rinascimento" - è quella del rilancio dell'emittenza locale tanta è la volontà dei "sopravvissuti" allo scempio del "locale" di resistere e di crescere e  i propositi delle giovani leve che non possono essere a lungo compressi di dar vita a mezzi di comunicazione in etere integrati con quelli del Web.
Oggi siamo giunti all'invio a tutti gli indirizzi email in nostro possesso della quinta puntata dal titolo "Concessioni truffa", ancora due spedizioni e avremo finito. Seguirà la realizzazione della versione audio registrata a parte per la diversa scansione richiesta dal mezzo radiofonico e per l'esigenza Mp3.
Tutte le puntate sono di libero uso citando la fonte e si prestano ad essere oggetto di trasmissioni con inseriti commenti da studio a miglior spiegazione per l'utenza, buona parte della quale ignora avvenimenti del passato che riguardano direttamente la loro vita di oggi.
Conna Nuove Antenne

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