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ULTIMISSIME DAL CONNA
Agosto 2001

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Ultimissime

30 agosto 2001
NOTIZIE ORGANIZZATIVE
La decisione del direttivo del Conna di informare le sole emittenti in regola con il versamento della quota prevista per i ricorrenti ha generato un susseguirsi di comunicazioni che ci hanno permesso di identificare alcuni disguidi ed equivoci in corso di chiarimento. Non a caso in posta riservata abbiamo inviato l'estratto conto per far sì che ognuno potesse controllare la sua presenza accanto alla cifra versata.
Continuano ad arrivare adesioni al ricorso e il direttivo ha deciso di accettarle di buon grado perché oltre a far aumentare il nostro fondo legale dal quale dipenderà ogni sviluppo di ogni azione futura, consentirà ancora una maggiore presenza alla data del 27 settembre, provata dall'intera lista delle emittenti ricorrenti che potremo consegnare entro il 26 pomeriggio.
Anche le televisioni si stanno interessando a questo nostro ricorso, ben consce che l'obbligo dei dipendenti, qualora venisse dichiarato incostituzionale (e non ci sono dubbi, nel settore agricolo è già avvenuto), riguarderebbe anche loro.
ATTENZIONE - Al momento abbiamo un obiettivo da raggiungere, quello di ottenere una proroga dei termini di presentazione delle domande di "concessione" secondo quanto abbiamo annunciato nell'articolo del 30 luglio scorso (consultare "luglio 2001" in "Archivio ultimissime"); chiediamo pertanto alle emittenti di tenersi pronte (se si renderà necessario) ad inviare telegrammi al ministro e ai sottosegretari - coinvolgendo anche gli ascoltatori - contenenti alcuni testi che forniremo.
AVVERTENZA - Ci giungono notizie in merito a riunioni di emittenti già avvenute o ancora da tenere a Milano, Bologna e anche a Roma.
A queste convocazioni il Conna è estraneo e lascia tutta la responsabilità a coloro che per non perdere prestigio (e soldi) presso quelli che considerano clienti e basta, cercano di alzare un po' di polvere per giustificare la loro presenza.
Quanti si sottoporranno a lunghi viaggi pur di sentire qualcosa, devono in partenza sapere che otterranno solo chiacchiere, aria fritta e propositi viziati da un bellicismo senza costrutto.
Come tutti ormai hanno capito, l'unica azione seria che abbiamo identificato fino dal marzo scorso è quella d
i dimostrare l'incostituzionalità delle norme contenute nella legge n.66/2001 e del relativo decreto-regolamento.  

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26 agosto 2001
LA POLEMICA
Qualche giorno fa un lettore scriveva una lettera ad un giornale, lamentando che una diatriba culturale fosse finita nella rubrica “polemiche” invece di essere onorata da uno spazio in terza pagina ritenuto più nobile.
Una considerazione di questo genere mostra a quale livello di pernicioso malinteso sia giunta la vita di tutti i giorni.
La polemica, il dibattito, lo scontro sono il sale della democrazia e del progresso; dalla parte opposta esistono ipocrisie, finte amicizie, odii mascherati da un sorriso a fior di labbra; e in politica, l’insopportabile consociativismo che ha portato il cittadino a non distinguere più dove finisce la Destra e comincia la Sinistra.
Questo concetto vorremmo fosse ben chiaro perché altrimenti non si capirebbe il nostro linguaggio e non si comprenderebbero fino in fondo gli atteggiamenti del direttivo del Conna che sa parlare chiaro senza infingimenti.
Purtroppo, nel tempo, le cose sono cambiate in peggio; i mezzi di informazione  - fateci caso - non si  mordono mai fra di loro, perché ciascuno si è ricavato uno spazio proprio dove ogni forma di dibattito viene accuratamente evitata e ben di rado emerge una tendenza opposta.
Noi ricordiamo invece quando nell’immediato dopoguerra i giornali si criticavano a vicenda (e motivi ce ne sarebbero una infinità anche oggi), spesso arrivando all’invettiva e all’insulto, ma il risultato era quello di migliorare il prodotto a tutto beneficio del lettore e della verità dei fatti.
Nel fondo di domani ritorneremo sull’argomento dei rapporti fra il Conna e la stampa, in particolare con quella specializzata tipo - per intenderci -  Millecanali; uno dei principali coautori quest'ultimo delle sventure che hanno colpito televisioni e radio locali.

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25 agosto 2001
SCADENZE OSSESSIVE
Con il ricorso non si esaurisce la nostra carica riformatrice, perché comunque vadano le cose non ci fermeremo e con il fondo legale che abbiamo costituito
- in costante aumento - siamo pronti a ricorrere in tutte quelle sedi nazionali e internazionali che assicurino giustizia a quanti intendono svolgere libera attività radiofonica e televisiva sul territorio.
Siamo certi che trovata la giusta strada, non sarà difficile dimostrare che una normale impresa editrice locale non possa essere gravata da impegni simili a quelli di una grossa azienda.
Vediamo le ultime scadenze – o violenze - di cui le “locali” sono vittime:
1) entro il 31 luglio bisognava dichiarare i “ricavi” su di un apposito modulo alla cosiddetta autorità garante napoletana che nulla sa garantire se non buoni affari alle grandissime imprese
o alle società telefoniche;
2) entro il 31 agosto è prevista la presentazione del bilancio
, una strana operazione doppione rispetto alla precedente, innaturale aggiunta alla normale dichiarazione dei redditi a fini fiscali;
3 ) iscrizione entro il 28 agosto al ROC (Registro Operatori Comunicazioni);
4) preparazione alla campagna referendaria.
Nessun cittadino, se la stampa facesse il suo dovere informando, crederebbe che una piccola o media impresa debba essere continuamente alle prese con pratiche complicatissime che rendono felici solo coloro che ci speculano sopra.
Ecco, noi vogliamo abbattere tutto ciò: ogni impresa piccola o grande che sia, deve poter rispondere a regole semplici e non a marchingegni studiati apposta per indurre stanchezza e scoraggiamento. 

Comunque. visto che siamo in argomento, approfittiamo per dare qualche indicazione operativa.
Bilancio: sul nostro sito abbiamo pubblicato il modello U lettera A, basta “scaricarlo”, compilarlo e spedirlo;
Iscrizione al Roc e normativa sul Referendum. posizionarsi su www.agcom.it e cercare sulla prima pagina: “Registro degli operatori di comunicazione” e “Comunicazione politica e parità di accesso ai mezzi di informazione”.
Di fronte alle vostre perplessità, qualcuno interessato farà del “terrorismo” ricordandovi che le inadempienze sono punite con multe da da uno a 200 milioni. Rispondetegli senza scomporvi che entro le date previste provvederete ad inviare quanto richiesto secondo le capacità interpretative che avete, ma nulla di più: se mancherà qualche notizia e ci saranno imperfezioni ciò costituirà motivo di riflessione (e di vergogna) per i signori commissari dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Coloro che hanno intenzione di essere inseriti nella lista dei ricorrenti si affrettino ad inviarci la relativa scheda di adesione. 

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24 agosto 2001
PAROLA DI GASSMAN
Continuano ad arrivare schede di adesione al ricorso che via via si è trasformato in una iniziativa di massa per merito degli stessi operatori radiofonici i quali si stanno facendo carico di avvertire quanti colleghi possono ricordando loro che è un bene essere compresi nella lista dei ricorrenti, comunque vadano le cose.
A seguito dell’articolo del 20 agosto “La cernita”, che conteneva l’invito a segnalarci casi di ingiustizia subiti da un buon numero di titolari di emittenti non sono mancati riscontri immediati perché ben pochi non sono stati colpiti dalla legge Mammì e da tutte le altre che l’hanno seguita.
A quanti hanno telefonato facendo cenno – spesso caoticamente – alle loro vicende (frequenze interferite, prepotenze dagli ex Circostel, esclusioni, canoni e tasse pagate ingiustamente ecc…), abbiamo detto le stesse cose: fateci avere l’intera documentazione così ce la potremo studiare con calma unendola ad altre che hanno gli stessi problemi in comune.
Due ricorrenti poi ci hanno chiesto se esistono gli estremi per procedere legalmente nei confronti di quelle associazioni che a loro dire li hanno “truffati” per anni facendo l’esatto contrario di ciò che andavano affermando.
Non vorremmo giungere al paradosso di scendere in difesa di quei comitati di affari che si spacciano per organizzazioni di categoria perché sarebbe chiederci troppo, ma essi non hanno
mai obbligato nessuno ad iscriversi ai loro “comitati”.
D’accordo, i loro “produttori” pagati a percentuale recandosi presso le varie emittenti si sono spesso mostrati asfissianti; più di una volta hanno abusato della credulità dei singoli, magari traendo motivo di forza dalla diffamazione del Conna che hanno praticato largamente per tanto tempo, tuttavia si sono limitati a questi metodi da piazzista senza prendere per il collo nessuno.
Meglio prendercela in ridere, considerata la recente riduzione degli equivoci con la conseguente crescita del Conna
, e convenire alla maniera di Gassman che un gran numero di imprese sono rimaste vittima della legge del Menga, ma quanto a identificare motivi efficaci per trascinare in giudizio sia pure chi si è arricchito alle loro spalle a nostra opinione è molto difficile trovarne.
Accontentiamoci quindi del titolo del film di Lizzani “Actung banditen”, ma per carità, lasciamo
al nostro prossimo la libertà di impostare i propri affari come meglio crede. La faccia è la sua.  

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22 agosto 2001
NUOVI RICORRENTI
Per ragioni tecnico-organizzative non siamo in grado attualmente di aggiungere nell’apposita voce del menu del nostro sito le ultime emittenti che hanno inviato in questi giorni la scheda di adesione con il relativo versamento per il fondo legale.
Al momento, possiamo farlo solo in questo spazio “Ultimissime” dedicato abitualmente agli articoli di fondo.
Dal 3 settembre riprenderemo la consueta impaginazione. 

Abbiamo ricevuto un notevole numero di comunicazioni telefoniche in merito ai danni subiti dalle emittenti in risposta all’articolo che precede questo in data 20 agosto. Non mancheremo nei prossimi giorni di riferire in proposito.

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20 agosto 2001
LA CERNITA
Ci è chiesto giornalmente cosa intendiamo per future rivendicazioni se dovessimo ottenere la sospensiva dal Tar del Lazio sull’applicazione della legge 66/2001 e del suo relativo regolamento.
Rispondiamo che non c’è che l’imbarazzo della cernita.
Scegliamo a caso (ma non troppo), considerando che saranno le televisioni e le radio nostre associate e tutti coloro che hanno scoperto l’esistenza del Conna (strano a dirsi, ma qualcuno dopo 25 anni di attività ancora ignorava la nostra presenza) a suggerirci tutti quei casi in cui hanno dovuto subire prepotenze gravissime che si sono tradotte in danni materiali e d’immagine.
Per esempio le norme urbanistiche previste all’articolo 4 della legge 223/90 stabilivano che fossero i comuni a provvedere ad acquisire o, se del caso, ad occupare d’urgenza e ad espropriare le aree adatte alla trasmissione indicate dai Piani di assegnazione.
In pratica, è avvenuto che restando sulla carta l'articolo 4, ognuno si è arrangiato come meglio poteva, fino a cadere vittima di speculatori che hanno affittato i luoghi più adatti alla trasmissione a prezzi di rapina, e come non bastasse, questioni di sospetto inquinamento da onde elettromagnetiche hanno creato situazioni ancora insolute, cause di ricatti, di spese, di disagi di ogni genere.
Altro impegno comune a tante emittenti televisive, l'obbligo di esibire già all’atto della richiesta di “concessione” i certificati comprovanti l'avvenuta assunzione  obbligatoria di n. 3 dipendenti (poi divenuti 4).
Quante emittenti commerciali per sfuggire a questa prima, incostituzionale imposizione dovettero dichiararsi “comunitarie”, impedite a svilupparsi, costrette a immiserirsi e successivamente a svendersi?
Se nessuno ha avuto il pudore di levare una sia pur flebile voce di fronte a questi soprusi che non fosse il CONNA, di che pasta erano fatti coloro che a parole si spacciavano per organizzatori di categoria?
Scriveteci dunque, raccontandoci per iscritto le vostre vicissitudini; non intendiamo solo farne oggetto di studio, ma motivo di indennizzo da parte dello Stato agli ingiustamente colpiti.

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18 agosto 2001
UN BUON SEGNO
Ieri mattina, ci siamo recati presso la sede del Tar del Lazio in vista della discussione del nostro ricorso che avrà luogo ai primi di settembre, convinti di trovarla praticamente deserta.
Sorpresa (piacevole), il personale di cancelleria era al suo posto, e così anche i sostituti e gli incaricati della segreteria del presidente; il 17 agosto!
Stavamo per tentare di parlare tedesco convinti di trovarci nella svizzera del nord, invece eravamo nella sede di Roma di piazza Nicosia in nuova versione, dopo i ripetuti scioperi di cui abbiamo dato conto in seconda pagina nel numero del dicembre 2000 di Nuove Antenne sotto il titolo “Scandalo al Consiglio di Stato, (consultabile nel sito www.nuoveantenne.it ).
Che sia un buon segno per una più puntuale attenzione alle varie cause che un tempo difettava, e quindi anche per la nostra?

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17 agosto 2001
LA COLLEZIONE
Il tentativo di dare una dignità all’emittenza radiofonica locale comincia a dare i suoi frutti perché il senso di responsabilità ha finito per prendere il posto al noto egoismo che per oltre 25 anni ha caratterizzato i rapporti fra impresa e impresa.
Una delle ragioni che sta producendo il “miracolo”, è la volontà di sopravvivenza e l’indignazione di essere stati candidati all’estinzione da inventori di volgari trucchi e leggi indegne di questa definizione.
Una iniquità che sta producendo un particolare risentimento, è una ingiustizia nell’ingiustizia, dedotta dalle leggi che si sono succedute, in particolare dalla 650 del 23 dicembre 1996, dove al punto 14 si assoggettano le ditte individuali a determinate "regole"  che sembrerebbero contrastare con quelle della 66/2001 che permette di rivolgere domande di “concessione” anche da parte delle società di persone.
Per un elementare principio di buon senso e di parità, a tutta prima i titolari di ditte individuali pensavano infatti di superare l'ostacolo creando società di persone, salvo poi apprendere che leggi e regolamenti prevedono che le ditte individuali possono trasformarsi solo in società di capitali o cooperative.
Da non credere; come è una assurdità che i due dipendenti imposti  devono essere elementi estranei alla società (di persone o di capitali).
Ma forse queste clamorose assurdità, svelando impietosamente una vera collezione di prepotenze rendono molto più facile ottenere un giudizio positivo del collegio giudicante del Tar a favore delle imprese, con la speranza che le tradizionali distrazioni dei mesi estivi non giochino a nostro sfavore.

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14 agosto 2001
ACTUNG, BANDITEN!
Continua la serie di comunicazioni telefoniche di quanti ci affrontano
quasi con risentimento nei nostri confronti, rivolgendoci domande che mostrano una disinformazione insospettata, di gran lunga superiore a quanto ci aspettavamo.
Oggi il titolare di un’emittente
, intanto ci ha chiesto entro quale data conviene eventualmente vendere a uno degli "acquirenti" sempre pronti ad offrire cifre allettanti pur di impadronirsi delle migliori frequenze e delle postazioni più fortunate.
Lo abbiamo tranquillizzato dicendogli che se per assegnare alcuni pezzi di carta alle televisioni, privi totalmente di valore per la mancata assegnazione dei canali di trasmissione sono occorsi circa 12 mesi, per le radio il tempo sarebbe certamente superiore considerata la maggiore quantità di dati che dovrebbero essere esaminati.
Nessuna paura quindi di restare con la radio “invenduta”; corvi e sciacalli in attesa sui rami se ne troveranno sempre (e con questo non intendiamo alludere agli intermediari che il più delle volte traggono
solo una percentuale “dall’affare”).
Subito dopo, abbiamo dovuto sopportare uno “sfogo” incredibile
con domande come: “Possibile che la mia associazione lavorasse contro di me dopo che mi ha truffato per tanto tempo milioni e milioni?”. Oppure: “Questi banditi si sono arricchiti alle mie spalle e ora come possono lasciarmi sul lastrico con una famiglia da mantenere?”.
Santa e disarmante ingenuità.
Alla nostra domanda se avevano ricevuto almeno una volta il nostro periodico Nuove Antenne la risposta è stata affermativa con una aggiunta: “Ci veniva detto che il Conna fa dell’allarmismo e noi ci fidavamo di ch
i ci diceva queste cose ”.
Il “Ben-vi-sta” che meritava questo nostro amico sprovveduto (duole che non è un caso isolato) non lo ha ricevuto; in compenso lo abbiamo invitato a non disperare perché il ricorso cui può associarsi potrebbe cambiare le cose.
 

Domani è il 15 agosto, ma non andremo in vacanza, raggiungeremo il nostro avvocato nella località di villeggiatura in Abruzzo dove si trova, e insieme, dedicheremo l’intero pomeriggio-sera alla messa a punto definitiva del ricorso, esaminando il contenuto di tutti i plichi che ci sono pervenuti in questi ultimi giorni.

 Ai ricorrenti e a quanti ci leggono un buon ferragosto.

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13 agosto 2001
LE MANICHE LARGHE

All’interno dell’articolo 3 del decreto-regolamento della legge n.66, punto 1, c’è una data limite che sta ingenerando non pochi equivoci perché molti si sentono già esclusi prima ancora di rivolgere le domande di cosiddetta concessione, (sempre che il Tar non si pronunci in merito alla costituzionalità della legge). Si dice, infatti:
“1) l’estratto autentico del libro matricola e i certificati di correntezza contributiva rilasciati dai competenti organi previdenziali, aggiornati ad una data non anteriore al 30 luglio 2001 attestanti il numero dei dipendenti impiegati………”.
Su questa data, 30 luglio 2001 non pochi (sbagliando) hanno ragionato come segue: “Considerato che al 30 luglio di quest’anno la mia impresa non sarà in grado di esibire detti certificati che dimostrano l’avvenuta assunzione dei due dipendenti, è inutile che a settembre produca i documenti richiesti”.
Ripetiamo ancora una volta che la data del 30 luglio 2001 è stata posta per ignorare ciò che è avvenuto PRIMA in una determinata azienda, e che quella data riguarda il
DOPO.
L’assunzione dei dipendenti poi, può non avvenire entro il 30 settembre; e che allora sarà sufficiente esibire le lettere d’ingaggio e l’apertura di posizione previdenziale, dichiarando contemporaneamente di essere in grado di produrre i relativi certificati entro 120 giorni, ossia entro la fine di gennaio 2002.
Altro punto che desta perplessità, è quello dell’assunzione di dipendenti a tempo parziale.
Le associazioni colpevoli del misfatto dell’imposizione dei dipendenti e della trasformazione delle ditte individuali in società di capitali - cosa più grave i funzionari del Ministero - oggi si mostrano di manica larga nel dispensare consigli, allarmati dal possibile esito del nostro ricorso, al punto che sembrerebbe fosse sufficiente assumere personale part-time magari per mezza giornata il mese.
Nessuno si fidi di questi signori.
Il loro possibilismo, accompagnato da un viso sorridente e sdrammatizzante non deve ingannare; al momento che i giochi fossero fatti ben presto diventerebbe brutto e arcigno, e le maniche larghe diventerebbero strette strette, come il cappio che hanno messo alla gola di quanti con la radio ci lavorano e ci vivono con le loro famiglie.                                                                           

                                                                     *   *   *

NOTA DI SERVIZIO Qualcuno che ci apprestiamo a denunciare, in certe ore del giorno rende l’accesso al nostro sito difficile se non impossibile, sovraccaricando il “server” di accessi fittizi. Sventiamo questa provocazione insistendo nel richiamare www.conna.it , il resto speriamo lo facciano i carabinieri.



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12 agosto 2001
 
C’ERO ANCH’IO
 
Volevano ostacolarci (e continuano tuttora), per impedirci di capire se il nostro paese è diventato una repubblica di Pulcinella oppure se è ancora uno Stato di diritto che rispetta la Costituzione così brutalmente calpestata da Mammì in poi.
Il risultato è stato opposto a quello che si prefiggevano; in sostanza, ci hanno consentito di meglio organizzarci perché a luglio avremmo affrontato il Collegio giudicante del Tar in determinate condizioni, ora invece siamo in molti, molti di più e continuiamo ad aumentare, sempre più convinti che quest’opera che ormai definiamo di pulizia generale - tanto è alta a posta in gioco - o riusciamo a condurla a termine, o l’infezione contagerà anche quelli che oggi a tutto pensano, meno di essere coinvolti in questo osceno tirassegno.
In pieno agosto, infatti, continuano le adesioni all’azione legale, e dalla posta riservata che anche oggi i ricorrenti hanno ricevuto, dall’entità della sottoscrizione, è facile constatare l’eccezionalità dello stimolo che ha condotto tante emittenti a tassarsi pur di vincere.
Sembrerebbe che ben pochi, intuendo la fondatezza delle nostre rivendicazioni, si privino del piacere – se questo sarà l’inizio della riscossa – di poter dire: “C’ero anch’io”, nel senso di aver partecipato ad un’opera sacrosanta di demolizione dell’ingiustizia.

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9 agosto 2001  
I BURATTINI

Ieri ci è stata inviata una e-mail che saremmo bugiardi affermassimo che ci ha fatto piacere riceverla. Dopo un evidente travaglio che possiamo anche capire, il titolare di una emittente radiofonica che fa parte di una sorta di circuito ci ha informato che: " la nostra emittente (segue il nome della radio) ha deciso di non fare ricorso". Siamo al corrente delle pressioni, dei ricatti che alcune organizzazioni esercitano su sprovveduti conduttori di emittente trattandoli come marionette. Sono le stesse persone che per anni hanno diffamato il Conna ad ogni occasione cercando di invalidare sistematicamente ciò andavamo dicendo e scrivendo. Oggi, considerato che la prassi della denigrazione non attecchisce più facilmente come un tempo perché è sotto gli occhi di tutti chi realmente si muove, ricorre in tribunale, lancia parole d'ordine e di riscatto dell'emittenza locale, a fronte di coloro che "remano contro" a favore dei potentati dell'etere, hanno deciso di passare alle intimidazioni sui singoli. Abbiamo detto che possiamo "anche capire" lo stato in cui si trova chi magari ha depositato i propri documenti presso gli studi di chi pensava potesse difenderlo, subendo in seguito una sorta di "sequestro" dei carteggi contabili o concessori, oppure chi rischia di perdere una somma mensile che gli permette di continuare ad  esistere; però non siamo disposti a giustificare la mancanza di un qualsiasi moto di ribellione di fronte al sopruso. A Roma si dice "Quando ce vo', ce vo' " mentre il buon Totò sintetizzava con il suo "Siamo uomini o caporali?". Ed è per questo che abbiamo risposto immediatamente e duramente con la lettera che segue:   Gentile signor ..........................,                                                    In merito a quanto ci chiede nello scritto sotto riportato che non abbiamo nulla in contrario di esaudire, ci consenta di osservare quanto segue: 1) Ella ci ha inviato in data 9 luglio us., la scheda di adesione al ricorso regolarmente compilata in quanto ".Radio   ........................." ; 2) in seguito, probabilmente sottostando a pressioni esercitate su di Lei da qualcuno che Lei conosce meglio di noi, ci ha chiesto di variare il nome dall'elenco riportato sul nostro sito (cosa che abbiamo fatto), trasformando la testata in Radio............................................ (cioè il nome della testata originaria di concessione); 3) ora, a seguito di probabili diffide (o minacce?) di espulsione (ma perché se tali non denunciarle al magistrato?) nuovo ripensamento e decisione di non fare più ricorso. Considerato che una radio in più o in meno non aggiunge, né toglie sostanzialmente nulla alla forza della nostra azione, ci consenta una sola osservazione: non ritiene di dire ai Suoi persecutori che il tempo di trattare i loro iscritti o affiliati come burattini potrebbe finire anche per loro?  Si conservi, Il presidente del Conna.   Doloroso per noi scrivere certe cose che tuttavia riportiamo fedelmente affinché ognuno possa formarsi un'idea precisa della complessità dei problemi presenti all'interno del mondo radiotelevisivo. Sul piano organizzativo, il Conna una ne perde (un solo, unico caso fra tanti ricorrenti) e tre ne acquista: West Country di Alba Adriatica (Teramo) ieri ha annunciato la sua adesione insieme a quella di altre tre radio della Regione Abruzzo in cui agisce. 

Mario Albanesi

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7 agosto 2001
30 METRI DALLA FONTANA
Lunedì 30 luglio ci ha gentilmente telefonato il direttore editoriale della Gazzetta Ufficiale Francesco Nocita a seguito di una nostra lettera, informandoci che il primo agosto sarebbe stato finalmente pubblicato il fantomatico decreto regolamento della legge n.66/2001.
Così è stato, e ognuno può verificarlo procurandosi la G.U. Serie generale n.77 dello 01.08.2001.
Un mese intero ci hanno fatto perdere lor signori, senza una ragione plausibile, ottenendo di farci mancare le due ultime sedute del Tar del mese di luglio che avrebbero potuto determinare una immediata decisione senza ulteriori attese.
A questo punto però, come già avvenne lo scorso anno per le domande di “concessione” televisive, sarà necessario arrivare alla fine di settembre con una proroga in merito alla consegna dei documenti che compensi le emittenti dei 30 giorni persi.
Potrà darsi che la dilazione sia concessa d’ufficio e che le nostre domande siano accolte.
Se comunque ciò non dovesse avvenire o le risposte non risultassero attendibili e soddisfacenti, dovremo essere pronti ad inviare una raffica di lettere (con un testo che abbiamo già messo a punto uguale per tutti) dirette a ministro e sottosegretari in carica presso la sede “politica” del Ministero che è a Roma al largo Brazza’ (30 metri dalla Fontana di Trevi).  

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6 agosto 2001
INGUARIBILI
Saremo degli inguaribili sentimentali ma questo interesse collettivo ci piace e ci entusiasma.
Le imprese radiofoniche più serie (le radio a carattere hobbistico ormai sono quasi tutte scomparse) dopo aver appreso che erano proprio quelle associazioni che avevano sovvenzionato per tanto tempo e in cui credevano, ad aver proposto i peggiori metodi di selezione non certo basati sulla bravura ma sulla pura arroganza finanziaria, hanno scoperto nel Conna l’unica possibile ancora di salvezza.
Per il Conna non è stata una scoperta; da tempo aspettavamo che spontaneamente i titolari delle varie radio capissero la differenza esistente far una società di servizi più o meno efficiente (o inefficiente) e una organizzazione di categoria.
La prima, avendo come obiettivo il guadagno, ambisce avere pochi clienti ma “buoni” (da qui la volontà di seminare di trabocchetti le leggi per rendersi indispensabili e meglio giungere alla voluta selezione); la seconda ha interessi opposti: poche leggi e chiare, vita e libertà per tutti.
La vera sorpresa per noi, abituati a svolgere il lavoro della formica operaia, è stata l’improvvisa constatazione che per fatti congiunturali dalla nostra azione poteva dipendere il futuro dell’intero comparto della emittenza televisiva e radiofonica locale, un compito immane.
Ciò è innegabile, ed è per questo che ci sentiamo un tantino lusingati (provare legittima soddisfazione per noi è il solo premio che ci aspetta). Se riusciremo a battere il principio “classista” della potenzialità economica come primo requisito (poter assumere dipendenti poi non è che una conseguenza) la categoria non andrà incontro ad altre tremende (e mortali) selezioni come quelle che si annunciano per il digitale.
Il merito sarà principalmente del Conna, dei suoi coordinatori nazionali e di tutte le emittenti che in questi giorni si scambiano frenetiche comunicazioni telefoniche, sottoscrivono convinte come non mai (i grandi risultati raggiunti, comunicati in “posta riservata ne sono la miglior prova), si organizzano fra di loro, ci mandano e-mail e lettere di plauso e di ammirazione che mai avevamo ricevuto.
In attesa dei pronunciamenti giudiziari che contano, in questo mese di agosto che passeremo interamente nella sede della redazione del Conna, ci si consenta di sentirci eticamente appagati.

***

Nota di servizio
Anche oggi, abbiamo inviato posta riservata. Ci è giunta nel frattempo qualche segnalazione di messaggi non ricevuti. Preghiamo controllare l'esattezza dell'indirizzo e-mail facendocelo conoscere immediatamente via e-mail o per telefono. Spesso i dati che ci vengono trasmessi  sono scritti a mano e in modo incomprensibile (è il caso di uno degli ultimi ricorrenti, Radio Star di Lucca dalla quale attendiamo una comunicazione in proposito).

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3 agosto 2001   
Dalla nostra protesta che abbiamo definito "sciopero", per aver constatato che la maggior parte di operatori televisivi e radiofonici spesso  leggono distrattamente le cose che scriviamo, oltre ad una più puntuale attenzione che speriamo da oggi ci venga riservata, anche noi abbiamo imparato qualcosa.
Da numerose conversazioni telefoniche abbiamo appreso che la mancanza di tempo purtroppo lascia poco spazio alla lettura in genere, compresa quella che affronta argomenti di interesse professionale. A parte che troviamo inquietante che la vita quotidiana costringa tutti noi a soprattutto vedere e sentire, facendoci perdere il gusto della lettura, dell'approfondimento, abbiamo capito la lezione, e da oggi, cercheremo di essere ancora più sintetici di quanto abitualmente siamo, purché si riesca a comunicare.   


IMPROPONIBILE 
 
Avevamo dato notizia della nostra partecipazione alla  relazione annuale del Garante professor Enzo Cheli avvenuta presso la Sala della Lupa a Montecitorio, presenti oltre al presidente della Repubblica tutte le più alte personalità dello Stato. In quella occasione avemmo modo di apprendere personalmente dal  Commissario dell'Autorità Sangiorgi, che era consultabile una bozza di regolamento per il digitale e che il Conna e le altre associazioni avrebbero avuto quindici giorni di tempo per inviare le proprie osservazioni.
Leggemmo la bozza in questione e, constatato che ancora una volta la filosofia che la impregnava era la solita, cioè  basata sulla esibizione delle solite potenzialità economiche e presenze sul mercato inventate da Davide Giacalone e dal suo degno capo Oscar Mammì, senza variazione alcuna, decidemmo di non avvallare neppure con le nostre osservazioni uno dei tanti pasticci che con la Carta costituzionale intesa come garanzia alla libertà di esprimersi non aveva nulla in comune. All'interno del solito sproposito dell'imposizione di dipendenti alle "locali" a dose rincarata - 20 per le televisioni e 5 per le radio - a irritarci fuori misura fu anche la vile sproporzione esistente fra una piccola "locale" (fatturato pochi milioni) e una rete nazionale (decine di miliardi) la quale se la caverebbe assumendo appena 14 dipendenti! No cari amici, non intendiamo neppure scrivere un rigo su infamie di questa portata, lo faccia chi ha tempo da perdere o interessi economici da difendere. Ancora una volta ci accorgiamo che il futuro di tutta l'emittenza locale è legato al nostro prossimo ricorso e a quelli che seguiranno.

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1 agosto 2001 
SCIOPERO 
Al posto di un articolo che avevamo in mente di scrivere e che pubblicheremo domani o dopodomani, invitiamo a leggere ciò che abbiamo già scritto, in particolare l'ultimo pezzo di ieri l'altro che portando deduzioni inoppugnabili doveva totalmente tranquillizzare le emittenti invitandole ad attendere fiduciose lo svolgersi degli eventi.
I motivi di questo invito e di questa specie di sciopero della redazione di Nuove Antenne? La scarsa attenzione.
Troppi radiofonici ci chiamano mostrandosi allarmati oltre misura, rivelando di aver trascurato di leggere, o averlo fatto troppo distrattamente ciò che scriviamo, faticosamente,  sforzandoci di essere chiari e sintetici.
Lo capiamo dalle domande che ci vengono rivolte che con un po' di attenzione già avrebbero dovuto trovare risposta negli scritti che da marzo in poi, quasi quotidianamente abbiamo pubblicato sul nostro sito.
Ci rendiamo conto che tutti noi siamo ormai abituati a non soffermarci più sulle notizie tanto siamo bombardati ogni giorno di inutili informazioni che hanno il potere di assuefarci e trasformarci in distratti perenni, anche nei confronti di cose realmente importanti; come quelle di questa difficile congiuntura in cui è imperdonabile ogni superficialità e ogni distrazione.
Ricordiamo per coloro che ci leggono per la prima volta che oltre agli ultimi tre o quattro articoli di "Ultimissime", a fianco, nel menu, è possibile richiamare in "Archivio ultimissime" tutti gli editoriali che abbiamo scritto negli ultimi mesi.

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