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ULTIMISSIME DAL CONNA
Maggio 2001

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Ultimissime

31 maggio 2001
IL RICATTO
Per le televisioni - MA PER LE RADIO SE NON CI STESSIMO MUOVENDO IN DIREZIONE DEL NOTO RICORSO ACCADREBBE LA MEDESIMA COSA - è in atto un autentico ricatto previsto per legge (e non per iniziativa di funzionari ministeriali zelanti): vengono chieste somme cospicue in rapporto alle concessioni e autorizzazioni prive totalmente di valore, la cui domanda ha fatto incassare proditoriamente ben 700 miliardi da un settore in nera crisi.
Si dice in sostanza alle emittenti comunitarie : "eccovi la concessione (o autorizzazione) nuova nuova, se volete "attivarla" e non lasciarla decadere pagate! Se la vostra emittente è comunitaria 6 milioni entro 15 giorni (un doppio abuso per la sproporzione e per la mancanza dell'oggetto della "concessione", ossia il canale, la frequenza sulla quale trasmettere) se siete commerciali invece.." (segue una cifra astronomica).
Una lampante violenza che fa dei diritti costituzionali di espressione carta straccia, perché porre uno sbarramento economico di questa entità equivale di fatto ad una odiosa negazione.
La domanda che ci viene rivolta in questi giorni dai nostri iscritti e da titolari o responsabili di televisioni di cui neppure ne conoscevamo l'esistenza è come rispondere.
Come ormai è al corrente chi ci segue, per ogni questione importante riuniamo il direttivo e anche in questa occasione lo abbiamo fatto, decidendo di suggerire due strade ben distinte.
1) per coloro che NON possono materialmente pagare o che sono decisi a difendere il principio del loro buon diritto di gestire la loro emittente televisiva senza essere presi per il collo, non rimane che la via giudiziaria ed il Conna è pronto a fornire nome e indirizzo di avvocati esperti in materia;
2) chi è in grado di pagare accettando il sopruso per quieto vivere, si metta in rapporto con il Conna, invieremo una lettera tipo da inviare assicurata al Ministero delle comunicazioni che pone le premesse per una restituzione futura del maltolto (attuale e pregresso), non appena la macchina legale che stiamo mettendo in moto desse i suoi primi frutti.
Altro non c'è da dire, eccetto che constatare l'assoluta corrispondenza nei fatti di ciò che il Conna ha anticipato con addirittura anni di anticipo. 
Una autolode da parte nostra?
No, non sappiamo che farcene di queste magre consolazioni a posteriori se non come prova che la linea di resistenza e combattività che oggi abbiamo intrapreso è quella giusta. 

 

28 maggio 2001
UNA LETTERA
Subito dopo l'approvazione della legge 66 e dopo aver riportato il desolato resoconto stenografico che dimostrava l'estrema squallidezza del mondo politico che all'unanimità aveva approvato norme palesemente incostituzionali, avevamo promesso di non dar spazio alle lettere piagnone e incostruttive, perché dovevamo immediatamente rispondere in modo adeguato, cioè in chiave legale.
La nostra proposta, così determinata, ha finito per imporsi e oggi possiamo dire con tutta tranquillità che il Conna rappresenta la sola speranza di rivincita per tante aziende piccole e medie televisive e radiofoniche, condannate altrimenti all'estinzione da un mondo politico sordo e cieco, da una stampa ottusa e ostile e da tanti traditori interni che gli stessi titolari delle emittenti hanno ben nutrito e foraggiato.
Possiamo quindi permetterci di riportare la lettera che ci manda Vittorio Pezzani, che ringraziamo, anche perché contiene intelligenti considerazioni di ordine generale. 
A tranquillizzare il titolare di Radio Monte Kanate in merito alla nostra presenza nelle isole, valga oltre ai numerosi iscritti della Sardegna e della Sicilia, le ultime due schede di adesione al ricorso arrivate proprio oggi, quelle delle radio palermitane RADIO MIA e RADIO BATTIKUORE.
 

Oggetto: ringraziamenti 

A tutti gli amici del Conna con tanti sinceri ringraziamenti per tutto quello che fanno per noi Radio medio piccole, nella speranza che molti colleghi di tutta Italia (compresi quelli delle isole), si uniscano a noi, per avere più forza, contro coloro che la radio la usano solo come mezzo di guadagno e non come un qualcosa da amare giornalmente, un qualcosa costruito con pochi mezzi iniziali, con l'incubo di persecuzioni legali dovute alle leggi degli Anni Settanta che non permettevano di trasmettere le proprie idee a più persone.
Chi ha subito processi intentati dalla Siae prima di addivenire ad una accordo, chi, come il sottoscritto, ha dovuto sottostare a strani processi per interruzione di servizio pubblico - con seguente assoluzione con formula piena - e tanti altri trascinati in pesanti avventure, capisce perfettamente che quando la Radio si ama e non la si declassa a mezzo esclusivo per far soldi, si è disposti a lavorare poco meno 24 ore al giorno per 365 giorni all'anno come facciamo in genere noi piccoli e medi editori. Il nostro salario più grande e' quando per strada, in un negozio o durante una festa qualcuno si avvicina, si complimenta, e ti dice, continuate cosi, la pensiamo come voi; oppure quando un ammalato ti dice che siamo la sua sola consolazione della giornata.
Conna, Mario Albanesi, ancora grazie per tutto quello che fate per noi e ci auguriamo che tutti questi nostri sacrifici giornalieri continuino all'infinito, perché per noi sono fonte di vita. 

Pezzani Vittorio, Radio Monte Kanate Salsomaggiore (Parma)

 

25 maggio 2001
IL MIRACOLO DEL VINO
Sentite questa, e diteci se la disgregazione delle emittenti, un gran numero delle quali è rappresentato da associazioni che non esitiamo a definire parassitarie, non è all'origine di tutti i suoi mali.
In questi giorni la Frt sta inviando a raffica una lettera di tre pagine ai suoi iscritti e anche a quelli che non lo sono più, invitandoli a riconoscere una certa S.c.f., ovvero "Società consortile fonografici", di cui sentiamo parlare per la prima volta. Come è noto, in passato, già l'Anti invitò le emittenti a versare all'Afi un balzello che per fortuna pochissimi, per quieto vivere, decisero di corrispondere.
La Frt con questa comunicazione, dà luogo ad una operazione analoga, invitando tutte le emittenti a "mettersi in regola", sottoscrivendo cioè un contratto che prevede un esborso percentuale sul fatturato. 
In pratica si sta tentando di far riconoscere l'esistenza di società "consortili" che a questo punto potrebbero moltiplicarsi miracolosamente come il pane, i pesci ed il vino; anzi, qualcuno deve aver abusato di quest'ultimo se ha pensato che le emittenti locali possano destinare una serie di percentuali del loro bilancio alla Siae, all'Afi, alla Scf e chissà a quanti altri ancora: a questo o a quel pretendente, che non tarderà a farsi vivo se la proposta indecente passerà.
E' pur vero che l'articolo 73 della legge sul Diritto d'autore (che, non dimentichiamolo è del 1941 quando i discografici erano tutt'altra cosa da quelli che oggi vendono un cd a 40 mila lire!), stabilisce che i produttori del "disco fonografico o di altro apparecchio analogo" hanno diritto ad un compenso a fini di lucro; è però altresì accertato che la Siae, con prassi consolidata, ha sempre percepito una percentuale aggiuntiva alle proprie spettanze per conto dei produttori fonografici.
E' proprio questo il punto di resistenza che tutte le emittenti unite devono perseguire: la Siae riconosciuta come unico percettore del Diritto d'Autore in senso lato; sia poi quest'ultima a soddisfare le richieste dei vari pretendenti, i quali, teoricamente, se non assumessimo duramente questa posizione potrebbero in seguito frazionarsi fino a trasformarsi in una pletora di postulanti assetati di soldi ai danni delle televisioni e delle radio locali costrette a versare una miriade di tangenti.
L'unico ostacolo in direzione di una azione sindacale collettiva di difesa è rappresentato dalle difficoltà informative verso le quale il Conna nulla può fare e dalla disinformazione di chi ha i mezzi per farla. 
Valga pertanto l'iniziativa dei singoli, il passa parola che faccia maggiormente conoscere il nostro sito www.conna.it e a gettare l'allarme su fatti di interesse comune che se affrontati dalla generalità delle imprese possono evitare per tempo la loro degenerazione.

 

23 maggio 2001
SEGUITECI
Il pezzo di ieri "Bussano alla porta", ha scatenato tutta una serie di chiamate telefoniche e molta preoccupazione. Qualche domanda ci è venuta anche in merito alla strategia che ci apprestiamo a comunicare riservatamente.
Noi chiediamo di avere un momento di pazienza; ci rendiamo conto che l'irruzione della Guardia di Finanza in quello strano groviglio di testate locali di Castelfranco Veneto appartenenti ad un solo padrone abbia destato grande angoscia, però è altresì necessario considerare che l'impegno primario di respingere al mittente gli obblighi di assumere dipendenti e di trasformare in società le ditte individuali ha assorbito buona parte delle nostre energie.
Comunque, la gravissima questione delle duplicazioni sonore di musica o altro abbiamo trovato il tempo per studiarla a fondo, e stiamo preparando un documento che fra qualche giorno sottoporremo ai nostri iscritti che ci hanno fornito l'indirizzo telematico e a coloro che hanno inviato la scheda di adesione al ricorso in merito agli abusi contenuti nella legge n.66/2001. 
Per gli altri seguiranno informazioni in lettera.
Valga a tranquillizzare simpatizzanti e iscritti una nostra considerazione di fondo: mediante questo mezzo di comunicazione che è Internet, poco per volta contiamo di diradare le nebbie create da individui senza scrupoli che per curare i loro meschini interessi hanno seminato sfiducia, diffidenza e disorganizzazione.
Il Conna si propone invece di RIORGANIZZARE la categoria delle televisioni e radio locali come mai è avvenuto, trasformandola in quanto forza rivendicativa più che in un martello in un maglio (enorme martello meccanico usato nelle ferriere per chi non lo sapesse).
Se avremo tutto il sostegno necessario, i primi due colpi di maglio li daremo alle leggi liberticide che ci affliggono, e al mercato pubblicitario chiuso monopolizzato dall'Upa. Ne deriverebbe in tempi brevi una situazione nuova, di crescita economica per le locali al punto che coloro che hanno ceduto la loro impresa rimpiangerebbero amaramente di non aver trovato la forza per resistere ad acquirenti e speculatori. 
Che dire di più? Seguiteci.

 

22 maggio 2001
BUSSANO ALLA PORTA
Riprendiamo l'argomento preoccupante delle irruzioni della Guardia di Finanza "guidata" dalla Siae e dai cosiddetti gruppi antipirateria: la federazione Fpm e la società Bsa.
Come abbiamo riportato nell'articolo che precede in data 19 maggio, dopo i fulmini che hanno colpito il gruppo Zanella di Castelfranco Veneto, ora potrebbe toccare a qualsiasi emittente televisiva o radiofonica in attività sul territorio italiano, perché l'ultima legge "antipirateria" annulla di fatto l'abilitazione alle duplicazioni prevista dai contratti stipulati con la Siae.
Giova a questo proposito ricordare la dura controversia avuta con questa società.
A metà anni Ottanta, i mandatari Siae erano soliti presentarsi ai titolari di radio e televisioni locali sfoderando una ruvidezza che sconfinava nell'intimidazione, esigendo il riconoscimento di un "minimo garantito" - indipendente dal fatturato - minacciando altrimenti denunce di carattere penale e civile.
Qualcuno rispose sostenendo che la Siae non aveva il diritto di pretendere somme aggiuntive a quelle sostenute all'atto dell'acquisto dei supporti musicali (dischi, nastri, cassette o altro) e ne fece seguire una estenuante guerra legale che dura tutt'ora, facendo condannare penalmente un gran numero di titolari di emittenti, costretti anche a pagare arretrati e ingenti somme di indennizzo.
Il Conna invece studiò ben bene la questione, e, fermo nel principio base che gli avvocati, quando è possibile, è meglio tenerli lontani da questioni che possono essere risolte in altro modo, tagliò corto scegliendo una strada che sulla distanza si mostrò vincente.
Il ragionamento che preludeva all'azione, venne impostato in questo modo: "le emittenti televisive e radiofoniche riconoscono alla Siae il diritto di percepire una somma forfettaria aggiuntiva a quella sostenuta all'atto dell'acquisto dei supporti, tuttavia, non essendoci al momento accordo fra le parti, in quanto rappresentanti delle emittenti (al tempo i nostri iscritti erano oltre 650) in base all'articolo 58 della legge 22 aprile 1941 n.633, ci rimettiamo all'Autorità giudiziaria come previsto dall'articolo 56 della stessa legge, affinché venga stabilità una equa entità dei compensi". In attesa che le nostre richieste prendessero forma e consistenza (e questa fu la brillante trovata) il Conna invitò tutti i suoi associati a versare un assegno bancario di diecimila lire (chi ha la raccolta di Nuove Antenne può consultare il numero di novembre del 1986).
Grande disagio per gli uffici Siae di Roma che non potendo fare di più furono gravati da un superlavoro nel restituire in busta raccomandata gli assegni, accompagnati da una lettera .
Il meccanismo semplicissimo funzionò talmente bene, che abbandonata ogni velleità, la Società Italiana Autori ed Editori, in seguito, giunse a proporci una Convenzione valida tutt'ora, che eliminava il minimo garantito fino allora considerato irrinunciabile (custodiamo tutt'ora una lettera del direttore del tempo Jannucci che ci annunciava la piccola rivoluzione), basata su di un "aggancio" variabile al fatturato, prevedendo perfino uno sconto finale del 10 per cento riservato a tutti gli iscritti all'Associazione.
Oggi, il problema che si presenta è molto simile e anche in questo caso è necessaria una forte unione per superarlo, perché una irruzione delle forze dell'ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza) che solitamente intervengono armati, in forze circondando il palazzo in cui ha sede l'emittente, è sempre possibile. 
Il dispositivo di difesa è pronto; il direttivo del Conna si è riunito e ancora una volta potrà dimostrare che le idee talvolta sono più importanti delle cause impostate dai legulei che con le loro "imbeccate" a politici e governi si sono procurati tanto lavoro e gettato sfiducia, sconforto e fatalismo a piene mani in quanti con le unghie e con i denti continuano a difendere la loro stazione, rifiutando offerte allettanti di acquisto.
Pertanto, tutti i titolari o comunque responsabili di impresa che non vogliono attendere nella insicurezza il bussare degli agenti alla porta, ci comunichino il loro indirizzo di posta elettronica e sarà nostra cura trasmettere a ciascuno di essi i punti salienti su cui si basa la nostra strategia difensiva che al momento - per ovvie ragioni - non ci è possibile rendere pubblica. 

Conna, Coordinamento nazionale Nuove Antenne

 

19 maggio 2001
LE IMBOSCATE
Il coordinatore del Conna della zona di Bari Luigi Catacchio (Radio Idea di Molfetta), ci ha inviato alcuni commenti, in particolare un articolo firmato da tale Carlo Mion, in merito ad una gloriosa azione della Siae che è riuscita a distrarre la Guardia di Finanza, meritevole di ben altri compiti, facendola intervenire presso il centro radiofonico veneto del gruppo Zanella.
Dichiariamo subito che il signor Zanella è uno dei mega-imprenditori che con le loro multitestate hanno contribuito efficacemente alla scomparsa dell'emittenza locale. Per questo non ci è simpatico anzi, lo avversiamo; tuttavia la sua vicenda è emblematica e il trattamento che ha subìto ingiusto. Valga questo caso per decidere di assumere per tempo una posizione precisa, altrimenti "blitz" del genere potrebbero colpire qualsiasi radio o televisione locale.
A questo proposito abbiamo idee precise ed ESTREMAMENTE RISOLUTIVE, e non appena i numerosi impegni che abbiamo in questi giorni ci concederanno un attimo di tempo li esporremo.
Per leggere l'articolo cliccare qui >
L'Articolo 

 

16 maggio 2001
STARE ALLA FINESTRA
Mentre da oggi è partita la prima comunicazione riservata a chi ha inviato la scheda pubblicata su questo stesso sito, insieme agli avvocati abbiamo escogitato un meccanismo legale selettivo affinché coloro che non ricorreranno contro la legge n.66/2001 non possano beneficiare del lavoro (e relative spese) sostenuto dagli altri. 
Ciò si è reso necessario perché non è giusto che a fronte di chi lavora e si organizza, altri assistano senza far nulla: chi furbescamente intende restare alla finestra a guardare cosa succede, questa volta avrà una sorpresa e imparerà a sue spese che la parola PARTECIPAZIONE avrebbe dovuto far parte del suo vocabolario.
Come organizzazione di categoria vorremmo tutte le radio e le televisioni che ritengono sia violenza pura imporre assunzioni obbligatorie si muovessero difendendosi adeguatamente.
Purtroppo non è così, molte radio ancora non sono addirittura a conoscenza della misura vessatoria contenuta nell'ultima legge partorita da Ministero delle comunicazioni.
Il Conna, fa ancora una volta appello a tutte le emittenti collegate a Internet di informare gli isolati invitandoli a munirsi di attrezzatura telematica adeguata o di collegarsi in qualche modo con il nostro sito www.conna.it che è ancora poco conosciuto. 

 

15 maggio 2001
ALLA BERLINA!
Ci rivolge una domanda Tele Città Vallo di Polla (Salerno): "perché non pubblicate l'elenco definitivo delle televisioni concessionarie ed autorizzate sia commerciali che comunitarie diramate dal ministero?".
Credevamo di aver già spiegato i motivi per cui non abbiamo ritenuto prudente mettere in rete la posizione delle varie testate seguita al "Pasticciaccio brutto de' largo Brazzà" imposto dal disciplinare ricavato a sua volta da leggi sbagliate.
Fino dalla prima consegna delle sette pubblicazioni avvenuta durante una seduta assai tempestosa presso la sede politica del Ministero delle comunicazioni a Roma, appunto, al largo Brazzà, presenti il ministro Cardinale, il sottosegretario Vincenzo Vita e, oltre al Conna le associazioni Frt, i "Paghi uno e prendi tre di Ancona", Terzo Polo e Cnt, ci siamo accorti del danno di immagine che ne sarebbe derivato agli "autorizzati" rispetto ai "concessionari", fino agli esclusi la cui posizione comunque non era stata ancora bene definita.
Sapevamo molto bene che alla Frt prudevano le mani non vedendo l'ora di mettere in piazza la sorte delle emittenti più piccole; la cosa era talmente scontata da non destare in noi nessun stupore: conosciamo l'antica linea classista seguita da questa associazione e quindi l'elemento sorpresa ce lo eravamo risparmiato.
Infatti, il giorno dopo la pubblicazione degli elenchi, già i giornali dell'Abruzzo riportavano il nome della nostra associata Telemax di Lanciano, una emittente locale modello che si trovava all'improvviso ingiustamente danneggiata. 
Per fortuna l'intervento del Conna ha permesso di accertare l'imperfezione affatto di sostanza della documentazione che aveva determinato tanto danno e il caso - insieme a tanti altri di cui ci siamo occupati - è in corso di soluzione.
Nei giorni scorsi, quando ormai credevamo che la disavventura avesse insegnato qualcosa, per protagonismo e autosegnalazione, qualcuno ha ripetuto l'operazione incattivendola (la Frt per lo meno si era limitata a pubblicare una parte degli elenchi). 
Ecco quindi esposti alla berlina, alla gogna e al pubblico ludibrio, a disposizione di pubblicitari e giornalisti specializzati in scandalismo (proprio ieri, 14 maggio ne parlavamo!) i famosi elenchi secondo l'ultima (e ancora non definitiva) versione.
Per mostrare con maggiore evidenza la leggerezza con cui certuni agiscono, basta pensare l'impressione che ne riporterà un concessionario di pubblicità o un cliente nel constatare che una determinata impresa risulta "sospesa": la prima reazione sarà di "sospendere" di conseguenza la pubblicità medesima.
Ripetiamo, condurre una associazione di categoria, farsi carico di responsabilità, finezze e scelte destinate a lasciare il segno richiede esperienza, approfondimento e preparazione, qualità che non abbondano negli improvvisati.
I titolari di Tele Città Vallo quindi capiranno meglio - se ne frattempo già non li ha intuiti - i motivi più reconditi delle nostre scelte, comprese quelle improntate al massimo realismo che ci ha portato a identificare nella magistratura - più che nelle forze politiche - una possibile speranza di giustizia. 
Ci chiamino quindi per telefono come hanno sempre fatto e avranno privatamente tutte le informazioni del caso. 

 

14 maggio 2001
PICCOLE SODDISFAZIONI
Ogni tanto abbiamo il piacere di constatare che la nostra attività non è inutile. Una delle prime persone amiche che apprezzava il nostro interessamento per le emittenti locali era Andrea Barbato che ce lo manifestò per iscritto e di persona. "Voi avete il pregio - ci disse a Montecitorio a metà degli anni Ottanta durante una pausa dei lavori d'Aula - di farvi capire anche dai cosiddetti non addetti ai lavori perché sapete esporre dati e documentazione specifica con un linguaggio e un piglio giornalistico aperto a tutti".
Barbato, eccezionale giornalista e uomo di cultura, nonostante suoi colleghi della Rai (come buona parte di quelli della carta stampata) ritenessero le emittenti locali pericolose concorrenti, aveva ben capito che le sciagure sarebbero venute da ben altre parti e che le "locali" non interferivano affatto con la stampa quotidiana e tanto meno con l'informazione Rai. Invece, pensate un po', dopo tanti anni l'odio ottuso da parte di certi giornalisti per le radio e le televisioni locali è più forte che mai. Essi, mentre tacciono sistematicamente ogni volta che avrebbero il dovere di difendere i nostri buoni diritti, non perdono occasione per "saltare" come belve sulla preda al minimo inconveniente: basta un principio di incendio, una disavventura amministrativa, una pretesa ingiustificata della Siae per scatenarli.  
Parlavamo di rare soddisfazioni. Una di queste ci viene da una lettera cui abbiamo risposto sia pur con grande ritardo che ci ha scritto Maria Cristina Giacobbe di Radio Meneghina di Milano, la quale ci annuncia che un suo redattore - Lorenzo Barbato - (ed è anche questa omonimia che ci ha inevitabilmente ricordato il caro amico Andrea scomparso) si è laureato in scienze politiche con la tesi "L'importanza delle radio libere nello sviluppo della società contemporanea", ".. elaborata anche consultando le vostre pubblicazioni (Nuove Antenne) come segnalato nella bibliografia".
Alla gentile signora Giacobbe abbiamo risposto congratulandoci con il neolaureato, lusingati che Nuove Antenne possa essere stato utile, ma anche per la presenza nell'etere Milanese di Radio Meneghina che ha saputo resistere a tutt'oggi alle seduzioni economiche (immaginiamo) di chissà quanti "acquirenti", come tanti altri nostri associati per fortuna hanno saputo fare.
Abbiamo aggiunto nella nostra lettera di risposta notizie anche in merito alla ferma volontà che abbiamo nel ricorrere contro le misure liberticide della legge n.66, contestando sul nascere imposizioni che via via, se non impostassimo una adeguata reazione di difesa legale, diventerebbero sempre più pesanti.

*   *   * 

La giornata di oggi sarà impegnata nella valutazione dei risultati elettorali e anche il Conna riunirà il direttivo per discutere in merito ai nuovi rapporti di forza che inevitabilmente avranno un peso sul piano pratico anche nel settore radiotelevisivo. Riferiremo in merito.

 

12 maggio 2001
SCELTA DI SERIETA'
Nonostante proprio ieri l'altro il nostro tecnico Giuliano Marsili abbia presenziato a Napoli ad una seduta della Commissione sul digitale radiofonico, aver gettato acqua sul fuoco nei confronti del numerico radiofonico che rischiava di polarizzare interamente l'attenzione del mondo della radiofonia ci ha procurato alcuni consensi indicativi per il nostro senso di realismo.
Per nostra reazione però vorremmo rafforzare maggiormente la parte finale dell'articolo del 10 maggio che precede questo, dove dicevamo che il lavoro preparatorio deve comunque essere fatto, le persone che faranno parte dei futuri consorzi è bene che già prendano contatto fra di loro, senza pensare per questo che il nuovo sistema di trasmissione sia disponibile e sfruttabile commercialmente in tempi brevi e senza dargli quella priorità che al momento non regge il paragone con problemi di ben altro genere che assillano la categoria. 
A proposito di questioni serie di maggiore attualità, buona parte di coloro che faranno ricorso non ci ha trasmesso il proprio indirizzo E-mail. Preghiamo vivamente di farcelo conoscere al più presto perché le comunicazioni riservate del Conna e degli avvocati, le invieremo ai singoli in tempo reale attraverso posta Internet.

Al momento ci sono noti gli indirizzi E-mail delle seguenti emittenti radiofoniche (in ordine alfabetico): 

109 NETWORK - SAGRADO
CANALE 93 - FOGGIA
CANALE 94 - NOVA SIRI
RADIO ARCOBALENO - IGLESIAS
RADIO CLUB - UTA
RADIO DELFINO - CATANIA
RADIO DOLCE VITA - FERRARA
RADIO ELLE ST. - MONOPOLI
RADIO ESPANSIONE - ROMA
RADIO IDEA - MOLFETTA
RADIO IN - SANT'ANTIOCO
RADIO JOY - LIGNANO SABBIADORO
RADIO LINA - MANIAGO
RADIO MARCONI - PATTI
RADIO MISTRAL - PIRRI
RADIO MONTE KANATE - SALSOMAGGIORE
RADIO ONYX STAR - PORLEZZA
RADIO PIACENZA - PIACENZA
RADIO RAMA - MANDURIA
RADIO STEREO D.J. - SIRACUSA
RADIO STUDIO 3 - DECOLLATURA
RADIO SUD ORIENTALE -SOLARINO
RADIO TV ACQUESIO - ORVIETO
RADIO VENERE - MILITELLO
VIDEO RADIO CITY - PATERNO'

 

10 maggio 2001
AFFARI A PARTE
La qualità più importante dei mezzi vettori radiofonici e televisivi è quella di valersi di mezzi in grado di portare ad un vasto pubblico ciò che si vuole comunicare.
Per realizzare questa condizione occorrono principalmente due dispositivi: un mezzo per TRASMETTERE e uno per RICEVERE. Considerazioni tanto sono scontate che non si fanno mai, ma che forse vale la pena di ricordarle a chi mostra di essersele dimenticate completamente a proposito "dell'orgia" del digitale che si è scatenata da qualche tempo".
Si cerca di deviare l'attenzione da problemi vitali, di gran lunga ben più importanti, con un diversivo che punta sul sentimento del "pionierismo" che tanto fu praticato circa 25 anni fa, all'avvento cioè delle prime televisioni e radio.
Un buon numero di furbi matricolati, che dovrebbero portare ricamato sulla giacca un numero di serie per essere più facilmente riconosciuti e contati, ha scoperto un nuovo filone per far soldi e non se lo vuole lasciare scappare.
"Consorziatevi e sarete i primi" si dice ai vecchi "pionieri" o ai loro figli, cercando di far ripetere loro la vecchia trafila dell'aprire la strada alle finanziarie che poi, in un secondo tempo, sul sudore degli altri trarranno profitti.
Puntando tutto su ciò che abbiamo definito il dispositivo di partenza, ossia il TRASMETTITORE, viene steso furbescamente un velo di silenzio - fateci caso - sul secondo elemento, quello ben più importante e difficile da diffondere che è il RICEVITORE (inutile chiamarlo decodificatore perché nella versione definitiva, nella pratica verrà così definito).
Per quale motivo oggi una emittente dovrebbe consorziarsi, partecipare all'acquisto di una macchina dal costo non proprio alla portata di tutti per...non venire ascoltata da nessuno?
Questa è la realtà delle cose e non è pensabile essa possa cambiare il termini temporali ragionevoli fino a quando la massa degli ascoltatori non sarà invogliata ad acquistare un ricevitore digitale.
Il Conna, che segue lo sviluppo tecnologico senza mitizzarlo, ha precorso nel caso del digitale i tempi intavolando già da qualche anno trattative con la Rai, il solo ente in grado di operare in passivo insieme a qualche altra organizzazione nazionale che possa devolvere una parte dei propri introiti alla sperimentalità.
La nostra proposta, che è tutt'ora allo studio, puntava sulla tipologia degli incentivi da fornire all'ascoltatore per stimolare la crescita rapida di un PARCO RICEVITORI e verteva sulla trasmissione in digitale terrestre mediante una rete di apparati sparsi sul territorio nazionale di una parte dei programmi televisivi criptati ricevibili solo a pagamento, e per la radiofonia quanto oggi viene ricevuto solo attraverso satellite.
Inoltre, presenti nelle varie Commissioni create dall'Autorità per le comunicazioni abbiamo nominato due tecnici di vaglia, Colombo e Lovisolo, nonché Giuliano Marsili che è costantemente presente nelle varie sottocommissioni e che ha già riportato impressioni e considerazioni sul nostro periodico Nuove Antenne.
La grande differenza con gli anni 1975/76 è che i "pionieri di allora potevano (forse è meglio dire potevamo) contare su di una enorme quantità di ricevitori utilizzati appena per l'ascolto dei tre programmi Rai e una intera banda Fm pronta ad accettare nuovi segnali. Oggi non è così, e affari a parte che li lasciamo a chi ha speranze in questo senso, ognuno guardi al digitale come il mezzo di trasmissione del futuro strettamente dipendente dalla QUANTITA' DI RICEVITORI che verranno prodotti e venduti; si tenga quindi al corrente, magari individui già chi potrebbero essere i suoi partners cui accordarsi per gestire un apparato in comune, prenda contatto con le industrie costruttrici, tuttavia si renda conto realisticamente che esistono tappe obbligate che hanno tempi difficilmente abbreviabili: mettere il carro davanti ai buoi potrebbe far amaramente constatare che spingendo con la sola testa, gli animali non farebbero che disperdere le loro forze.

 

8 maggio ore 10,30
PUBBLICAZIONE ELENCHI TV CONCESSIONARIE E AUTORIZZATE

La direzione del Ministero delle comunicazioni ci ha comunicato che da domani (9 maggio 2001) verranno consegnati alle sole associazioni gli elenchi riveduti dalla apposita Commissione contenenti quelle che chiamano pomposamente “concessioni” e “autorizzazioni” televisive e che invece non sono altro che deduzioni formulate in base a leggi abusive e incostituzionali, effettuate seguendo una linea molto simile a quella del passato che ha portato a situazioni di grossolana illegalità.

Una operazione pazzesca di questo genere non potrà non avere conseguenze giudiziarie pesanti perché mancano totalmente gli “oggetti” delle concessioni, ovvero l’assegnazione dei canali di trasmissione.

Nel 1994, senza porsi tante domande, ben pochi osarono protestare (e fu un gravissimo errore cui fummo costretti ad assistere impotenti), accecati e felici di aver finalmente conquistato il “pezzo di carta” che li rendeva “concessionari”.
Oggi il discorso è un po’ diverso e la domanda ricorrente è questa: “Prima ero concessionario perché oggi mi devo ritrovare appena “autorizzato”, ad un passo dall’espulsione?”.
Le altre domande che ispirano solo rabbia, sono dovute a quanto il Conna ha sempre sostenuto e che qualche riga prima abbiamo definito “operazione pazzesca”: la ragione comincia a farsi strada e così anche il sentimento di autodifesa.
 

 

8 maggio 2001
8000 MILIARDI
Come avevamo titolato in un articolo pubblicato sulla prima pagina del numero di dicembre 2000 del nostro periodico Nuove Antenne: "La caduta verticale della politica apre spazi per la magistratura", la speranza di aver giustizia va ben oltre al problema gravissimo della legge 66 la cui palese incostituzionalità potrebbe far da detonatore ad una bomba colma di illeciti.
Si tratta anzitutto di far riconquistare prestigio, considerazione e fiducia in sé stessi agli appartenenti ad una categoria fiaccata da timori e paure i cui singoli hanno preferito per decenni praticare il perdente "fai da te" invece di unirsi e rivendicare a testa alta i propri diritti come sta avvenendo ora dopo che i limiti della decenza sono stati abbondantemente superati.
Esaminiamo, sia pur rapidamente, una delle tante questioni, quella delle risorse pubblicitarie. Chi le detiene, attualmente pratica una politica clientelare tutta a favore degli amici degli amici, accomunati solitamente da forme di simbiosi politica. Non solo, ma anche nei confronti delle stesse aziende di grosse dimensioni che godono del "traino" pubblicitario si verificano pesanti parzialità.
Ci spieghiamo meglio; la "torta" pubblicitaria italiana assomma a circa 8000 miliardi di lire, una cifra enorme cui appena una parte - 400 miliardi - si muove principalmente in direzione dell'emittenza sia pur privilegiata di cui parlavamo sopra.
Ebbene, considerato che radio e televisioni locali agli effetti dell'ascolto totale superano senz'altro il 20 per cento (lo si potrebbe provare facilmente mediante una indagine-perizia di mercato), e che tradotto in cifre ciò significa ben 1600 miliardi, la differenza di ben 1200 miliardi dimostra quanto venga sottratto alle locali dalle reti nazionali!
Si osserverà che queste considerazioni non possono interessare la magistratura ordinaria anche per il libero gioco del mercato, e ciò è vero in parte perché l'Antitrust nei casi accertati di monopolismo ha da dire qualcosa in proposito. Non vi diciamo di più perché ciò è motivo di uno studio riservato che stiamo conducendo. In prospettiva, fruendo di 1200 miliardi di lire potrebbero esserci risorse per tutti, anche per le più piccole radio di paese che finalmente dopo 25 anni di immobilismo e di inedia potrebbero cominciare a crescere. 
Ma non precorriamo i tempi, prima impegnamoci a vincere la battaglia che abbiamo appena cominciato.

 

7 maggio 2001
CAPORALI DI GIORNATA
Nel programma Rai di giovedì scorso condotto da Adriano Celentano l'immunologo Giuseppe Remuzzi a seguito delle note polemiche, per fortuna rientrate con un saldo attivo a favore della tecnica dei trapianti, ha affermato che la legge relativa non era possibile cambiarla perché essa era già il prodotto di una precedente modifica che per essere effettuata ha richiesto ben 21 anni!
Fatte le proporzioni, qualche utopista pericoloso, non tenendo conto di quelli che sono stati gli accordi fra maggioranza e minoranza delle forze politiche della XIII legislatura (quella che si è praticamente conclusa) d'accordo nel votare sostanzialmente all'unanimità la legge n.66 intenderebbe farla cambiare addirittura nei prossimi mesi, magari prima di settembre!
Tutto può accadere, ma pensateci un momento, è sensato e da un punto di vista sindacale serio, illudere e condurre allo sbaraglio senza prospettiva alcuna di successo titolari di emittente che potrebbero anche cadere nella trappola della protesta fine a sé stessa nella speranza di concludere qualcosa a loro favore?
No, non lo è! 
Il Conna è stato l'inventore delle manifestazioni in campo radiotelevisivo al punto che l'accusa che ci si rivolgeva era quella di fare troppo "movimentismo", e questo se lo ricordano tutte le associazioni che hanno il solo pregio di avere vent'anni di attività alle spalle che per lealtà non potrebbero certo smentirci. 
Quelle del Conna però erano manifestazioni di piazza realizzate in altri tempi che a qualche cosa sono servite, pur non risultando determinanti agli effetti degli indirizzi che il settore andava assumendo.
Oggi le cose sono completamente cambiate; centro sinistra e centro destra si sono mostrati perfettamente uniti nell'intento di cancellare definitivamente le locali che non siano di grandissime dimensioni, ritenendole turbatrici del mercato e politicamente incontrollabili. 
Chi dovrebbe pertanto cambiare la legge, il probabile nuovo ministro del Polo Antonio Marano, già sottosegretario di infausta memoria, oppure un nuovo ministro, gemello politicamente di quello che ha appena concluso il suo mandato, autore della legge n.66?
Solo la Corte costituzionale e la Corte di giustizia europea hanno la possibilità, ravvisato l'abuso, di impedirne IMMEDIATAMENTE l'attuazione. 
Sia ben chiaro; altre soluzioni non ce ne sono ed è per questo che siamo stati capiti e abbiamo ottenuto un importante sostegno da parte delle emittenti che con il ragionamento non si sono lasciate trasportare in un vicolo cieco da caporali improvvisati, accecati da rancori personali.
La strategia suggerita dagli avvocati nella prossima settimana sarà definitivamente messa a punto e sarà bene che tutte le imprese radiofoniche e televisive che non hanno MAI ricevuto E-mail da parte nostra si affrettino a comunicarci l'indirizzo esatto.
Sul sito www.conna.it continueremo a pubblicare editoriali di carattere generale, ma attenzione, le comunicazioni specifiche dei vari filoni di ricorso - per ragioni di riservatezza - le invieremo direttamente agli indirizzi delle singole emittenti, ed è per questo che ci serve l'indirizzo esatto.

 

1 maggio 2001
ILLUSIONE...
Mostrando di crederci, avevamo cercato di stimolare e far "ponti d'oro" anche a quelle associazioni improvvisate o di carattere strettamente regionale a darci man forte nel ricorrere ai magistrati del Tribunale amministrativo del Lazio.
Eravamo disposti a dividere il possibile successo in due, tre, quattro parti; ci saremmo accontentati anche di una presenza in un angolo pur di evitare il voltafaccia di quanti in un primo tempo si strappavano le vesti, minacciavano vendette tremende, e fingevano preoccupazione per la sorte di quelle radio locali che non intendono sottostare a obblighi di assumere personale.
Nulla da fare, illusione: l'operazione evidentemente non è stata più ritenuta di moda o più propriamente non abbastanza redditizia per cominciarla. 
Troppi contatti da prendere con avvocati, presidenti di tribunale per approfondire la questione, troppo tempo perso, meglio puntare su possibili affari economicamente concreti a portata di mano, dove si può vendere, comprare, camparci sopra...
Cari amici, è nei momenti difficili che persone e organizzazioni si possono giudicare, e se nell'attuale congiuntura non esistesse il Conna, su chi potrebbero contare le aziende medie e piccole per difendersi da leggi fuori-legge, violente e incostituzionali? 
Diciamocele ogni tanto queste cose senza aver timore di autolodarci e chiamiamo ancora una volta per nome gli assenti. 
Della Frt abbiamo già detto tanto: presidente generale per le emittenti nazionali è Fedele Confalonieri e con questo si è capito tutto. 
Anche Aer si è ben compreso da che parte gli conviene stare; ma non trovate misterioso il comportamento di Bardelli del Corallo e di Porta dell'Anti? 
Perché hanno dichiarato guerra totale alle radio locali che dicevano di difendere "consigliando" per giunta i politici di comportarsi in un modo così indegno? 
Speravamo in un loro ripensamento, pronti a raccogliere qualsiasi proposta di azione attiva, ma purtroppo sono ben lontani dal ravvedersi.
Di altri non parliamo perché non ne vale la pena: quello che loro competeva - prima che si montassero la testa - era uno spazio puramente burocratico: invio di fax, lettere e avvisi di pagamento. 
Altre organizzazioni che siano realmente motivate a salvaguardare quel bene nazionale (largamente incompreso) che si chiama emittenza locale non ne conosciamo.
Che può dirvi il direttivo del Conna se non di aver fiducia e tentare serenamente le vie della legge? 
Settembre, per fortuna, è ancora lontano.

 

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CO.N.N.A. Coordinamento Nazionale Nuove Antenne