ULTIMISSIME - Archivio Aprile 2002


26 aprile 2002
CORAGGIO
Non tutti sono disposti a chinare la testa di fronte alla prepotenza del mondo politico-economico, che facendosi scrivere le leggi da associazioni collaborazioniste e da burocrati ministeriali ha cercato di fare il bello (per pochi) ed il cattivo tempo (per gli altri).
Dalla Sicilia - Regione afflitta da ben altri mali - ci giunge notizia che il coraggio non manca in chi, sapendo di aver ragioni da vendere, ha deciso di non presentare nessuna domanda di fronte alle richieste vessatorie imposte dalla legge 66/2001.
Se la categoria avesse trovato un momento di intesa - impossibile da ottenere per la presenza di associazioni equivoche - nessuna radio avrebbe dovuto sottostare a imposizioni assurde che il Conna cerca nelle sedi giudiziarie adatte di far giudicare tali: non possiamo quindi che ammirare quanti - senza alcun consiglio da parte nostra - hanno deciso di alzare la testa e ignorare  imposizioni di legge  palesemente incostituzionali.
Ecco come  un nostro associato ha risposto ad una lettera del "Circostel" di Palermo. 
 

Spett. Ispettorato territoriale
Ministero delle comunicazioni
...............................

Ho ricevuto la Vostra lettera in data .............protocollo
.........dove mi viene richiesta copia della documentazione inviata al Ministero delle comunicazioni - sede principale di Roma - entro il 30 settembre 2001, attestante il possesso dei requisiti per poter proseguire l'attività radiofonica che esercito dal................
Copia di detta documentazione non può essere prodotta per la mia deliberata decisione presa a suo tempo di non inviarla, stante le condizioni poste dalla legge n.66 del 20 marzo 2001, completamente differenti da quelle stabilite dal decreto-legge 27 agosto 1993, n.123, coordinato con la legge di conversione 27 ottobre 1993, n.422 attraverso la quale ci fu rilasciata la concessione n.903293. 
La legge n.66 del marzo 2001 infatti, imponeva la trasformazione delle ditte individuali in società di capitali o in cooperative e l'assunzione obbligatoria di un minimo di due dipendenti, condizioni queste inaccettabili per la scarsità di risorse offerte dalla zona in cui Radio ...........opera: inutile quindi rivolgere da parte nostra domande basate su richieste proibitive al punto tale da non poter essere soddisfatte.
Entrando nel merito della Vostra lettera pertanto, sono costretto a diffidarVi dal procedere a qualsiasi azione nei confronti della mia impresa: ogni atto deciso dal Ministero delle comunicazioni di Roma o per decisione autonoma di codesto Ispettorato teso a impedirmi di svolgere la mia attività radiofonica che continuo ad esercitare in modo conforme alle condizioni stabilite dall'atto di concessione tutt'ora in mio possesso, troverà adeguata risposta legale con ovvia richiesta per i danni danni economici e di immagine eventualmente subiti dalla nostra radio.
             Distinti saluti

22 aprile 2002
COMUNICATO
Questa mattina abbiamo inviato ad agenzie di informazioni e giornali il seguente lancio:

Quanti fanno dell'allarmismo spaventando i cittadini sostenendo che dai frigoriferi e dagli elettrodomestici in genere o dalle antenne delle radio locali che trasmettono nei piccoli centri con potenze insignificanti provengono pericolose onde elettromagnetiche avranno ora qualcosa di più serio da segnalare.
Tutti hanno visto sul tetto del grattacielo Pirelli una selva di antenne televisive cui più volte il CONNA (inascoltato) ne ha segnalato la pericolosità per le quantità mostruose di radiofrequenza che irradiano per decine di chilowatt , trasformando buona parte del "Pirellone" in una sorta di forno ad alta frequenza.
Considerat o che all'interno del grattacielo - palazzo della Regione Lombardia - lavorano oltre 1300 persone, è augurabile che dopo questa nostra ennesima denuncia l'ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) cominci a suonare.

CONNA, Coordinamento nazionale Nuove Antenne.

16 aprile 2002
UNA RISPOSTA
Una brevissima risposta ad una domanda che in questi giorni ci viene spesso rivolta per telefono a proposito della petizione alla Corte di Giustizia delle Comunità europee annunciata dal Conna qualche tempo fa.
Eravamo già pronti a trasmettere il testo del documento da inviare in e-mail quando l'avvocato che cura una delle tante azioni giudiziarie che abbiamo intentato, pur ritenendo estremamente importante l'iniziativa, ci ha consigliato di rinviare sia pur di poco quella che - giudicando dalle numerose adesioni - si annuncia come una massiccia operazione di denuncia in sede europea.
Provvederemo quindi ad avvertire, inviando il testo  in posta riservata, quando sarà giunto il momento migliore per agire. 
(Il direttivo)

14 aprile
2002
DESTRA-SINISTRA
Due cose a proposito dI quanto segnalato da Reteotto sotto il titolo "La lavatrice", (uno e due). La prima appare chiarissima leggendo quanto ci ha comunicato Roberto De Marinis: 

"Cari amici e colleghi, vi informo che -certo grazie anche alla pubblica esposizione dei fatti raccontati nelle ultimissime "la lavatrice" e "la lavatrice 2", il Ministero delle Comunicazioni si è clamorosamente rimangiato tutte le inesattezze scritte in merito alla presunta inattività delle emittenti contestate dal Corecom Basilicata. Con nota prot. IT-BA/EL/2021/DAL/3957 datata 4 aprile ma da noi ricevuta dopo la pubblicazione de "la lavatrice 2", l'Ispettorato Territoriale ha ammesso di aver effettuato due unici rilevamenti -fuori del periodo elettorale- ammettendo l'insufficienza di tali verifiche ad attestare l'inattività degli impianti di cui prima aveva dichiarato l'inattività per tutto il periodo elettorale.  Ciò, oltre a rappresentare un brillante quanto raro esempio di correttezza amministrativa (ma i documenti in nostro possesso erano peraltro di schiacciante probatorietà), dimostra che in certi casi l'azione associativa è talmente importante che è bastevole il rendere pubbliche situazioni "peregrine" come quella in questione, per mettere in condizione i ministeriali di capire gli errori che rischiano di compiere nell'espletamento del loro lavoro.";
 
la seconda è sempre legata al medesimo articolo (in data 8 aprile leggibile qui sotto)  per aver pubblicato quello che qualcuno (più di uno)  ha ritenuto un attacco indiretto alla Sinistra.
Diciamo subito che è una impressione sbagliata; in questa Italia di censori, di giornali, televisioni e radio che informano secondo una determinata linea  politica, per scelta antica,  non abbiamo inteso commettere gli errori degli altri, ed è più facile la nostra minuscola redazione sia critica per ragioni di stile che di indirizzo politico. 
La posta in gioco che ci interessa è la difesa dell'emittenza locale avversata da tutte le forze politiche di destra e di sinistra e sul sito del Conna (a differenza di quello di Nuove Antenne  preso a prestito dalla nostra associazione come riserva per evitare interruzioni improvvise) viene pubblicato tutto ciò che è ritenuto utile agli interessi generali.

11 aprile 2002
IL RISPETTO
Giungono notizie da diverse parti del paese in merito al comportamento dei cosiddetti ispettorati. Le testimonianze ormai sono tante di parzialità, di favoritismi e per contro di persecuzioni sistematiche ai danni di emittenti locali maggiormente vulnerabili rispetto ad altre.
Si distinguono in particolare alcuni "Circostel", preferiamo chiamarli alla vecchia maniera perché la definizione di ispettorati incute in partenza un rispetto che molti non meritano, "Circostel" invece ci porta direttamente in direzione di un mondo allegro e felice come molti funzionari pagati anche dallo Stato si sono trovati a vivere. 
Ci rendiamo conto però che non se ne esce facilmente appellandosi al senso di giustizia e delle proporzioni che ognuno dovrebbe conservare. 
Ancora una volta dobbiamo cantare il medesimo ritornello: solo le azioni giudiziarie che stiamo conducendo potranno ridare prestigio all'emittenza locale, sempre che i titolari di radio e televisioni siano disposti a far loro l'antico adagio "Aiutati che il ciel ti aiuta". 
Il Conna, lungi dal sostituirsi   all'Altissimo, ha le migliori intenzioni di recuperare l'antica dignità che avevano le prime emittenti locali, e con essa il rispetto anche di tecnici e funzionari ministeriali.

08 aprile 2002
LA LAVATRICE (2)
Quando a proposito di "Par condicio" facciamo riferimento a regole semplici e chiare, intendiamo anche evitare che a determinati individui che hanno cariche istituzionali venga attribuita una discrezionalità che può trasformarli in  arbitri incontrollabili.
 

Cari amici e colleghi, circa un mese fa resi noto in queste pagine che il Corecom della Basilicata - per non pagare quanto dovuto ad alcune emittenti - aveva inventato la panzana secondo cui un paio di impianti ripetitori di tali emittenti sarebbero stati inattivi durante il periodo elettorale, e anche di fronte all'evidenza di fatture che documentavano spese di svariati milioni di lire di energia elettrica consumati da quegli impianti, se ne era uscito ipotizzando che il consumo potesse essere dovuto anche ad un altro apparecchio utilizzatore, magari una lavatrice.
Le nostre proteste che avevano visto il presidente di quel Corecom in posizione aggressiva nel difendere la sua posizione, hanno finito per interessare il presidente del Coordinamento nazionale Corecom, che si è reso conto della capziosità ed illogicità di quanto posto in essere dal Corecom della Basilicata, IN ANTITESI CON LA NORMA SULLA PAR CONDICIO e IN CONTRASTO CON LE DETERMINAZIONI DEI CORECOM nella stessa materia, compreso il  Corecom pugliese da lui presieduto. Orbene, mentre confidiamo che una luce illumini il cammino del  Presidente del Corecom della Basilicata, ci sorge un sospetto, e ve lo rendiamo manifesto: considerato che la Basilicata ha un "governo locale" di sinistra, e che la Legge sulla Par Condicio è stata varata dalla stessa sinistra, non sarà per caso che ciò è stato fatto con il recondito fine di favorire solo le emittenti di una sola parte politica? Precisando che il ns. gruppo tratta la politica a livello esclusivamente giornalistico, senza sposare alcuna ideologia in particolare, ci chiediamo anche che fine facciano i soldi che non vengono erogati alle emittenti. Infatti, pur stanziati, questi denari non sono arrivati se non a pochi "eletti" quando molti attendono ancora pochi spiccioli per avere i quali si sono impegnati civilmente e politicamente in quei periodi pur di garantire al cittadino una informazione "di servizio" e una altrettanto "di servizio" promozione politica. E' questo il modo di trattare l'emittenza locale? Stretta tra le morse di norme talvolta fantasiose e persecutorie inventate dall'Ispettorato di turno, o dal Funzionario del momento, l'emittenza locale si vede scippare le frequenze dalle reti, la pubblicità locale  dalle "finte reti" che "syndacheggiano" per la penisola, le poche frequenze libere qui e là dalle comunitarie nazionali (non si è mai vista una legge fatta per due soli soggetti), ed ora anche pochi spiccioli dalle regioni dopo aver lavorato per loro gratis e anticipato di tasca propria. Questa non è l'Italia di Garibaldi, di D'Annunzio, di Mazzini, e neppure di Berlusconi che, evidentemente impegnato a fare miracoli nazionali, non presta attenzione a tante altre ingiustizie. Roberto de Marinis - Reteotto - Bari

01 aprile 2002
L'ASSOCIAZIONISMO (2)
Se escludiamo le associazioni che hanno come scopo il guadagno, e se gestite da avvocati l'incremento del loro giro di clienti (che è poi la medesima cosa), qual'è il fine primo e ultimo di una "Non profit" come il Conna se non la libertà di espressione da parte di una pluralità di soggetti a beneficio dei cittadini, altrimenti indifesi di fronte a quelle poche "famiglie" interessate (giornali,  televisioni e radio nazionali) che dispongono dei grandi mezzi di comunicazione?
E' per questo motivo che nonostante la caparbietà e l'animosità di alcuni settori tecnici della Rai nei confronti delle "locali", siamo da sempre difensori di un mezzo pubblico che deve essere considerato per esemplificare all'osso come un autobus gremito di gente in buona parte poco raccomandabile da  estromettere senza per questo....distruggere l'autobus.
Una Sinistra che non ha capito nulla insieme a un Berlusconi che ha capito tutto, vorrebbero insieme spaccare e vendere a pezzi l'autobus/Azienda: progetto perverso che tutti insieme dovremmo battere se ci sta a cuore una garanzia informativa nazionale complementare a quella locale in grado di assolvere compiti cui i privati non sarebbero mai interessati a svolgere.
Per la stessa ragione crediamo che l'emittenza locale abbia un futuro davanti a sé, quello di riuscire a fare sul piano strettamente locale (non  multiregionale) ciò che la Rai svolge su scala nazionale.
Anche in tema di propaganda politica è semplicistico ragionare come la Frt che di fronte ad un insieme di emittenti televisive cui assicura il "traino" pubblicitario - politicamente orientate tutte nello stesso modo - ha chiesto alla Corte costituzionale di invalidare la legge di "Par condicio" a beneficio di una vaga "libertà per tutte le locali".  
Il Conna, per evitare una ennesima iattura dovuta  ad un possibile esame da parte di chi non facendo informazione (i componenti della Corte) potrebbe essere tratto in inganno da un apparente libertarismo, ha provveduto per tempo ad informare in proposito i 13 giudici della Consulta.
 Non è difficile immaginare cosa succederebbe se in una determinata località, esistendo una emittente portatrice di una determinata ideologia, le si desse la possibilità di martellare continuamente, anno dopo anno,  l'elettorato senza dare agli ascoltatori la possibilità di sentire altre voci.
E' per questo motivo che la nostra associazione, dopo aver proposto la  legge di "Par condicio è impegnata a difenderla, chiarendo che il "condizionamento" lamentato dai nostri amici affrettatamente giudicato, non è affatto ingiusto. 
L'emittenza locale privata deve rivendicare il suo ruolo di servizio pubblico, e regole eque, poche e chiare sono una tappa obbligata per ottenere ciò; se ne è accorto sia pur tardivamente anche il presidente di Mediaset Confalonieri a differenza del momento in cui gli inviammo presso i suoi uffici la documentazione del nostro progetto, chiedendogli di adottare gli stessi criteri di valutazione di tempi e di presenze politiche su modello Rai. Allora, come  ci riferì il compianto Piero Passetti non ne volle neppure parlare annunciando, anzi,  una lotta a fondo, culminata, appunto con il rinvio alla Consulta della legge di "Par condicio". 
Tuttavia, stabiliti principi di imparzialità che salvo ripensamenti devono riguardare tutte indistintamente le emittenti radiofoniche e televisive nazionali e locali,  l'impegno del Conna, insieme a quelli già noti, è quello di ottenere uno snellimento nelle procedure burocratiche ed una semplificazione nell'ottenimento dei rimborsi. 

Il Conna ha ricevuto tanti auguri di buona Pasqua. Ci piace essere ricordati dai nostri amici. Non potendo rispondere a tutti ringraziamo augurando a nostra volta un buon futuro per tutti noi.