RIPETITORISTI

Con questo nome negli anni '70 venivano chiamati i tecnici radio-tv proprietari di impianti di trasmissione che ripetevano sul territorio nazionale le TV estere, in particolare Capodistria e  Montecarlo; poi sono comparse sulla scena le radio e tv private e i nostri sono andati scomparendo vendendo man mano i canali alle neonate reti nazionali private.

Ma come spesso succede ciò che esce dalla porta rientra dalla finestra, e sì perchè i ripetitoristi sono andati scomparendo dalla banda TV per ricomparire negli ultimi anni in quella FM.

Sono molti oggi, e non è buon segno, i titolari di "concessioni" radiofoniche locali che ripetono segnali altrui invece di proporre agli ascoltatori un proprio formato autoprodotto.

Sia chiaro, non vogliamo criticare questa scelta dovuta di solito non alla mancanza di risorse intellettuali o capacità, ma piuttosto alla miopia dei piccoli utenti pubblicitari che non azzeccandoci molto in fatto di marketing e ascolti, ingenuamente credono che l'affidare i propri spot a radio locali che ripetono formati generalisti, cloni minori delle reti nazionali (che ovviamente non possono permettersi), sia più redditizio e soprattutto "qualificante" per la propria azienda.

Per fortuna come sempre nel nostro settore le inversioni di tendenza partono da chi la radio la ascolta e non da chi la utilizza come veicolo pubblicitario o da chi la gestisce, i quali solitamente sono un passo indietro.

A Belluno i cittadini hanno dato vita ad un comitato spontaneo per chiedere nuovamente l'istituzione di emittenti radiofoniche legate al territorio, vicine alle loro problematiche e ai loro gusti, stufi delle scatole vuote delle varie superstation e sindacation generaliste che hanno acquisito tutte le radio del luogo, e comunque in tutta Italia, ma soprattutto al nord. E' innegabile che il pubblico sta premiando sempre di più le poche emittenti locali che hanno mantenuto una propria identità ed una loro autonomia di programmazione, i formati per tutte le stagioni e latitudini, spacciati come "vincenti" e distribuiti a pioggia da satellite hanno una vita di circa tre anni, dopo di che o si cambia tutto o tutti cambiano canale, e questo chi da 20 anni fa il nostro lavoro dovrebbe averlo capito.

In vista di un prossimo riassetto legislativo del settore e delle iniziative giuridiche intraprese, il CONNA ben deciso a far sentire la propria voce in difesa delle emittenti locali anche delle più piccole, esse pure contributo indispensabile ad una autentica pluralità di informazione, chiede ai propri associati definiti senza alcun spregio "ripetitoristi" di prendere in considerazione la scelta coraggiosa e lungimirante di tornare ad una propria programmazione e ad un proprio palinsesto sia pure essenziale, trasmesso in determinate ore del giorno.

Siamo sicuri che il tempo e gli ascolti premieranno questa scelta, ma soprattutto una posizione di questo tipo è assai più difendibile dall'associazione a livello legislativo e giuridico piuttosto di quella di un "concessionario" che ripete programmi altrui senza dare un proprio contributo alla pluralità del settore.