ALLARME PER LA RADIOFONIA!

...non lasciamoci imbavagliare

ALLARME PER LA RADIOFONIA! (Indice)

I COORDINATORI REGIONALI COMUNICANO

12 aprile 2001
COORDINAMENTO SARDEGNA

Carissimi del Conna di Roma,
                                                 
abbiamo letto la lettera di Danilo Maddalon coordinatore del Nord Est che ha fatto un buon lavoro e ne condividiamo interamente il contenuto. 
C’è molta disinformazione e sottovalutazione del pericolo ma la maggior parte dei titolari di emittente, iscritti magari ad altre associazione che li hanno tenuti all’oscuro di tutto, non sono neppure a conoscenza del dispositivo di legge nei suoi dettagli.

Noi in Sardegna non ci siamo lamentati oltre il dovuto, e passato il primo momento di incredulità per le inaudite imposizioni, ci siamo messi al lavoro e provvediamo già da ora raccogliendo il vostro invito di far presto a trasmettervi un primo elenco di emittenti compresa la nostra, mentre continuiamo i contatti sulle ormai non molte radio locali rimaste nella nostra isola.

Cari saluti, Franco Airi, Ignazio Tocco

RADIO ARCOBALENO – IGLESIAS (CA)
RADIO IGLESIAS – IGLESIAS (CA)
RADIO MANILA – CAGLIARI
RADIO CLUD – UTA (CA)
RADIO IN SANT’ANTIOCO (CA)
RADIO STUDIO R – TORTOLI’ (NUORO)
RADIO GIOVANE – SASSARI

11 aprile 2001
COORDINAMENTO NORD-EST
Chi scrive queste righe è il proprietario di una emittente radio che da 25 anni opera nel Friuli Venezia Giulia e Veneto e anche se usualmente il sito del CONNA non pubblica lettere, questa è stata considerata una eccezione riservata ai coordinatori regionali vista la gravità del momento.
Gravità che molti proprietari di piccole aziende radiofoniche a conduzione principalmente familiare sembrano non valutare pienamente o mostrano di non aver ben capito cosa significhi la legge n 66-2001 per la piccola emittenza privata: 2 dipendenti in regola INPS, costituzione in società e garanzie di capitali, pena la chiusura della "bottega" a settembre!
Sono dispiaciuto per l'articolo imbevuto di delusione del presidente Mario Albanesi che moltissimo ha fatto per la sopravvivenza delle emittenti locali indipendenti, e oggi si rammarica che l'adesione al ricorso (unica via di salvezza), pur numericamente buona non si sia ancora trasformata in un vero movimento di massa, perchè?
Me lo sono chiesto anch'io, anche se obbiettivamente non ho mai nutrito grande fiducia nello spirito di coesione delle emittenti locali.
Tempo fa un noto politico ha definito le piccole emittenti "cani sciolti e disorganizzati", rivelando una buona parte di ragione unita all'astuzia di aver individuato il nostro tallone d'Achille per meglio eliminarci. 
Tuttavia, credo che in questa occasione nessun proprietario di emittente per piccola che sia si mostri così autolesionista da chiudere per non spendere 2 o 300.000 mila lire.
Per quanto mi riguarda le emittenti che ho informato e contattato hanno prontamente aderito al ricorso e inviato il modello di adesione al CONNA, esse hanno capito perfettamente la gravità del momento e la necessità di rivolgersi al TAR e alla Consulta. 
Mi è quindi difficile comprendere le perplessità ad aderire con convinzione di radio e tv associate CONNA in altre parti d'Italia, forse mal informati da voci contrastanti, si temporeggia aspettando il da farsi e sperando, "tanto il ricorso lo faranno comunque i più convinti e se poi andrà bene ne usufruiremo tutti".
Mi rivolgo quindi ai timorosi di esporsi, agli indecisi che sperano nella provvidenza o nella misericordia dei futuri governi, a quelli che "vai avanti tu che poi io arrivo dopo"; ripeto, se non si blocca il disciplinare di fine giugno con una sentenza di incostituzionalità del TAR, a settembre si chiude baracca e a meno che non si abbiano già i 2 dipendenti, la società, e i capitali per dare le garanzie necessarie alla graduatoria la preoccupazione non può che essere grande.
Si è oggi deciso per evitare il traino dei "taccagni" e su consiglio del collegio di avvocati di modificare la forma del ricorso in modo tale che solo le emittenti ricorrenti possano usufruire della sospensiva fino alla revisione della 66/2001: chi avrà voluto risparmiare 300.000 Lire a settembre dovrà chiudere o a rivolgere domanda senza i "necessari requisiti" (e noi ben sappiamo che sinora chi ha chiuso non ha più riaperto).
Sono altresì convinto che molti editori non sono al corrente della decisione di presentare ricorso, poi sono molte le radio che non utilizzano internet o comunque non conoscono il sito www.conna.it (ma al più presto saranno contattati in altro modo).
Rivolgendomi alle molte emittenti che hanno capito l'emergenza e aderito al ricorso li esorto ad alzare il telefono e diventare come ho fatto io parte trainante cioè un rappresentante degli interessi di tutti noi, contattando i proprietari  di radio e tv della loro zona  interessate al ricorso del CONNA.
Solo così potremo contattare direttamente e senza equivoci moltissime emittenti e presentare in tempi brevi una lista più consistente di ricorrenti agli avvocati incaricati.
Una presa di coscienza necessaria da parte dei titubanti ma anche per chi ha già aderito cui si chiede ancora un ulteriore sforzo per la miglior riuscita dell'iniziativa.
Il ricorso comunque si farà (si è già in numero più che sufficiente) e non costerà ad ogni singola emittente più di 300.000 Lire tutto compreso, particolare ora anche specificato per fugare ogni dubbio nel modello di adesione scaricabile sul sito, da compilare  firmare e rispedire al CONNA.
Se, come sono convinto, questa prova generale di coesione dell'emittenza locale darà il giusto risultato, ne ricaveremo certamente sicurezze per il futuro. Già una analoga legge che imponeva dipendenti in agricoltura è stata ricacciata dai ricorsi dei potenti sindacati del settore e se smetteremo di comportarci da "cani sciolti" come disse quel politico, certamente saremo trattati dai futuri legislatori con maggior rispetto.

Danilo Maddalon